Gaza: L’esercito israeliano usa sistematicamente cani soldato per attaccare brutalmente e sessualmente i civili palestinesi

Orribili testimonianze pervenute da detenuti recentemente rilasciati confermano l’uso brutale e disumano dei cani per violentare prigionieri e detenuti

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 27 giugno 2024

Territorio Palestinese – L’esercito israeliano utilizza cani soldato per attaccare sistematicamente i civili palestinesi durante le operazioni militari nella Striscia di Gaza. I cani vengono utilizzati anche per intimidire, picchiare e aggredire sessualmente prigionieri e detenuti nelle strutture di detenzione israeliane.

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha registrato numerosi casi in cui le forze israeliane hanno utilizzato cani di grossa taglia durante le operazioni militari nella Striscia, in particolare durante le incursioni nelle case, nei rifugi e nelle strutture mediche.

Questi modi includono il controllo dei siti prima delle incursioni senza dovervi entrare, legando le telecamere di sorveglianza alla schiena dei cani, così come permettendo ai cani di malmenare o attaccare ripetutamente i civili, senza alcuna intervento da parte dei membri delle forze Israeliane. Infatti, secondo le testimonianze, le forze israeliane spesso ordinano ai cani di attaccare i civili, per poi umiliare le vittime degli attacchi.

L’uso sistematico di cani da parte dell’esercito israeliano durante le incursioni nelle case suggerisce che il recente attacco a Dawlat Al-Tanani, una donna anziana di Gaza Città, la cui aggressione da parte di un cane è stata ripresa in un video che è diventato virale, non è un incidente isolato. Piuttosto, il suo caso è venuto alla luce perché è stato filmato e diffuso.

La sessantenne Al-Tanani, aggredita il 14 maggio da un cane dell’esercito israeliano nella sua casa nel campo profughi di Jabalia nella Striscia di Gaza settentrionale, ha raccontato:

“Stavo dormendo nella mia casa, che ho rifiutato di lasciare dopo che l’esercito israeliano è entrato nel campo di Jabalia. Mi sono svegliata con il frastuono delle forze israeliane che sfondavano il muro ed entravano in casa mia. Un cane che portava una macchina fotografica sulla schiena mi ha attaccato in pochi secondi, mordendomi la spalla e alla fine azzannandomi fino all’osso. Mi ha trascinato fuori. Mentre urlavo forte, i soldati ridevano e non mi offrivano assistenza o cure mediche. Quando il cane continuava a mordermi mentre urlavo, un parente che era presente in casa è venuto in mio aiuto e ha spinto il cane con la stampella. Sanguinavo copiosamente. Il mio parente è riuscito a chiudere la porta della stanza e, invano, ha urlato ai soldati di aiutarmi. Ha tentato di fermare l’emorragia con una sciarpa e il giorno seguente sono stato trasferita all’Ospedale Al-Yemen, poi all’Ospedale Kamal Adwan e successivamente all’Ospedale Al-Awda. Tuttavia, i servizi medici disponibili erano limitati e, nonostante indossi una stecca, la mia lesione persiste”.

Sono state fornite testimonianze anche riguardo l’uso di cani dell’esercito israeliano durante la recente invasione del complesso medico di Al-Shifa nel marzo 2024, nonché al massacro di cadaveri e sfollati nel cortile dell’ospedale alla fine del 2023.

“Le forze israeliane hanno preso d’assalto l’edificio Al-Youssef nelle vicinanze dell’Ospedale di Al-Shifa intorno alle 9 del mattino”, ha detto Youssef Faza, 67 anni.

Faza ha spiegato: “Quando il soldato ha aperto la porta dell’appartamento, un cane nero mi ha ringhiato contro, mordendomi al petto, azzannandomi i piedi e trascinandomi dal davanti al retro dell’appartamento. Dopo che avevo perso molto sangue, uno dei soldati alla fine lo ha richiamato”.

La seguente dichiarazione è stata rilasciata da una donna che ha richiesto l’anonimato per motivi di sicurezza: “Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella nostra casa e hanno fatto entrare il cane nell’appartamento non appena la porta è stata aperta. Ha morso il mio anziano marito al petto, all’addome e alla gamba, facendolo sanguinare copiosamente, senza che i soldati intervenissero”.

Allo stesso modo, M.S., madre di una bambina di due anni, ha detto: “Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella nostra casa, hanno portato dentro i cani e ci hanno attaccato. Era una situazione terrificante. Dopo averci portati fuori, hanno ucciso lo zio e il nonno di mio marito e ci hanno costretti a trasferirci al Sud”.

Il dottor Islam Sawali ha rivelato lo scorso febbraio che l’esercito israeliano ha preso d’assalto l’Ospedale Nasser di Khan Yunis con i cani per evacuare con la forza il personale medico e gli sfollati che vi si rifugiavano.

Una squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato l’impiego di cani per attaccare e terrorizzare donne e bambini durante l’assalto ai centri di accoglienza in diverse fasi delle operazioni di terra dell’esercito israeliano a Gaza Città, nel Nord della Striscia, e a Khan Yunis.

La forma più pericolosa e terrificante di questo tipo di violenza, tuttavia, è stata contro i prigionieri e detenuti palestinesi di sesso maschile. Questo è uno dei tanti Crimini di violenza sessuale sistematica commessi dall’esercito israeliano contro i detenuti palestinesi, che includono anche nudità, molestie sessuali, minacce di stupro e posizionamento di oggetti appuntiti nelle natiche della vittima.

Orribili testimonianze pervenute da detenuti recentemente rilasciati confermano l’uso brutale e disumano dei cani per violentare prigionieri e detenuti. L’avvocato Fadi Saif al-Din Bakr, rilasciato il 22 febbraio dopo 45 giorni di detenzione, ha dichiarato:

“Mi hanno tenuto in un edificio che hanno chiamato ‘Pannolini’ e mi hanno costretto a indossare i pannolini per due giorni. Poi mi trascinarono in una stanza chiusa, buia e puzzolente, con una sedia di ferro al centro. I soldati mi hanno legato le braccia mentre ero seduto sopra. Parlavo normalmente prima di perdere conoscenza per un po’. Quando mi sono svegliato, il mio piede era esploso a causa delle scosse elettriche che mi avevano dato. Il medico militare mi ha poi dato una pillola di Acamol e, poiché non riuscivo né a muovermi né a parlare, i soldati mi hanno portato in un fienile e mi hanno messo in un container per alcune ore. Rimasi nel fienile fino a quando, dopo un po’, i soldati mi portarono frettolosamente con altri due giovani in un altro posto con un mezzo militare.

“Lì, i soldati ci tolsero le bende dagli occhi per la prima volta. Successivamente i soldati hanno trascinato il giovane seduto alla mia destra, lo hanno costretto a dormire per terra e gli hanno legato mani e piedi. All’improvviso, i soldati dell’Occupazione hanno aizzato i cani contro il giovane, che è stato sottoposto a stupro. Durante tutta la dura prova che ho sopportato, questa è stata una delle cose più orribili a cui ho assistito. Tutto era troppo da affrontare, e questo era solo un altro episodio aggiunto al mucchio di tormenti. Speravo di morire per evitare che ciò mi accadesse, ma uno dei soldati mi ha detto di prepararmi. Eppure nella prigione accadde qualcosa di miracoloso; la sessione di tortura finì rapidamente e fummo riportati nel fienile”.

Il trentaseienne Hassan Abu Raida, un altro detenuto rilasciato, ha dichiarato: “Hanno trasferito me e gli altri detenuti in una prigione. Ci hanno gettato a terra e ci hanno fatto urinare addosso dai cani mentre giacevamo lì. Inoltre, uno dei soldati mi ha colpito al ginocchio destro con un tubo di ferro e mi sto ancora riprendendo da quella ferita”.

Il dottor Hamed Abu Al-Khair, detenuto dall’esercito israeliano presso l’Ospedale Al-Shifa di Gaza Città, ha dichiarato: “Siamo stati attaccati da diverse squadre, inclusa la squadra di repressione, che ci attaccava due volte a settimana, lanciando bombe stordenti contro e intorno a noi, costringendoci a dormire a pancia in giù e a stare con le mani alzate. A volte i cani ci venivano aizzati contro, torturandoci sistematicamente e talvolta collettivamente. I cani erano soliti ferirci azzannandoci frequentemente. Alcuni di noi hanno sofferto di gravi morsi di cane, al punto che potevamo sentire le ossa scricchiolare a causa del dolore estremo che causavano. Molti detenuti soffrivano di soffocamento e di fratture toraciche a causa delle spranghe di ferro che usavano per picchiarci e aggredirci”.

Secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, la pratica dell’esercito israeliano di effettuare questi feroci attacchi contro i civili palestinesi, intimidendoli, violando la loro dignità e causando loro intenzionalmente grande dolore e sofferenza, equivale a commettere Crimini come lo stupro, gravi violenze sessuali, torture e trattamenti inumani: Crimini che rientrano nell’ambito dei Crimini di Guerra e dei Crimini contro l’Umanità.

Queste violazioni rientrano nel Crimine israeliano di Genocidio nella Striscia di Gaza, in corso dal 7 ottobre 2023.

Uno dei Crimini più abominevoli che necessita di indagini immediate per garantire la sua cessazione e la responsabilità di tutti gli autori è la violenza sessuale, che di recente ha registrato un grave aumento e include l’uso di cani per stuprare prigionieri e detenuti.

La comunità internazionale ha l’obbligo legale di impedire a Israele di commettere Genocidio e altri gravi Crimini contro la popolazione della Striscia di Gaza, compresi i prigionieri e i detenuti. Deve inoltre utilizzare efficaci tattiche di pressione per porre fine immediatamente alle attività criminali di Israele, fare pressione affinché rispetti il ​​Diritto Internazionale e protegga i civili palestinesi nella Striscia.

La comunità internazionale deve costringere Israele a cessare immediatamente la pratica di far sparire forzatamente prigionieri e detenuti palestinesi dalla Striscia di Gaza; rivelare immediatamente l’ubicazione di tutte le “strutture di detenzione” segrete, cioè i campi di concentramento; rivelare le identità di tutti i detenuti di Gaza, insieme al loro destino e ai luoghi di detenzione; e ad assumersi la piena responsabilità della loro sicurezza e della loro incolumità.

Il Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria e il Relatore Speciale sulla tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, disumane o degradanti devono anche indagare rapidamente e in modo imparziale sulle condizioni di detenzione di tutti i palestinesi nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani, compresi quelli uccisi lì dall’inizio della Guerra Genocida di Israele sulla Striscia, e intraprendere azioni appropriate per perseguire i responsabili e garantire giustizia alle vittime.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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