Titolo: Terra di fichi d'India
  
Autore: Khalifa Sahar
A cura di: Camera D'Afflitto I.
Casa editrice: Jouvence
Genere: Racconti
Lingua: Italiano
  
Adottabile: Si
Disponibilità: si
Formato: cartaceo
Posizione Libro: Centro
Settore: Palestina

[Rif. 42] Stampato anno: 1996 - Num. pagine: 176 - Costo: 15 Euro

Dopo molti anni di lontananza i cugini Adel e Usama si incontrano. Il libro si apre con la vicenda di Usama che al ritorno da un lungo viaggio in terre straniere deve subito passare la dogana imposta dagli israeliani dove ispezioni, interrogatori, maltrattamenti, sono la regola del giorno. Durante il suo soggiorno all’estero, Usama, ha sviluppato un amore sacro e ideale per il suo paese lontano. Torna in Palestina per fare la rivoluzione contro l’occupazione degli israeliani, per creare le condizioni per la lotta alla liberazione. Adel, Invece, rimasto in Palestina vive una situazione completamente diversa conoscendo grandi umiliazioni. Mente alla sua famiglia dicendo di lavorare la loro terra quando invece ha trovato impiego in una fabbrica israeliana poiché i suoi contadini l’hanno abbandonato per lavorare anche loro per gli israeliani perchè meglio pagati. Ma lui è costretto a dire questa menzogna poiché il padre è gravemente malato e ne morirebbe se sapesse che il figlio lavora per il nemico. Adel, viene così a contatto con l’organizzazione degli israeliani, la loro capacità di dare lavoro e denaro. Lui è anche cosciente del bisogno che si diffonde sempre più presso il popolo palestinese di venire a patti con il nemico in modo da giungere ad una pace duratura che permetta un miglioramento delle condizioni di vita. Accettando l’ottusa ignoranza dei suoi colleghi israeliani e nonostante noti che loro ricevono paghe molto superiori alla sua, Usama non vede in essi dei nemici ed ha la profonda convinzione che solo sviluppando insieme una solidarietà di classe sarà possibile una convivenza migliore. Completamente diversa invece è la situazione di Adel, che giunto nella sua terra comunque dopo molti anni di lontana è qui per una missione ben precisa: quella di far saltare gli autobus che ogni giorni trasportano i lavoratori palestinesi in Israele, considerandoli i loro stessi connazionali come traditori e rifiutando ogni tipo di compromesso con l’invasore il quale non ha alcuna pietà per loro. Non è così purtroppo per colore che sono rimasti nei territori occupati: questa gente anche se d’accordo con le sue idee ha dovuto affrontare le mille difficoltà di una quotidianità fatta di stenti, il libro si conclude proprio con l’evento del bus di palestinesi che esplode, avvenimento che porterà poi all’inizio della prima Intifada. [Bini Maria]