Titolo: Paralleli e paradossi
Sottotitolo: Pensieri sulla musica, la politica e la società
Autore: Edward W. Said, Daniel Barenboim
  
Casa editrice: Il Saggiatore
Genere: Musica
Lingua: Italiano
  
Adottabile: Si
Disponibilità: si
Formato: cartaceo
Posizione Libro: Centro
Settore: Palestina

[Rif. 55] Stampato anno: 2004 - Num. pagine: 160 - Costo: 8,50 Euro

Persino la più astratta delle arti si vena di risonanze politiche quando a parlarne sono un intellettuale di origine palestinese e un figlio della diaspora ebraica. Tanto più se il dialogo ha per protagonisti Edward Said e Daniel Barenboim, che al conflitto arabo-israeliano hanno dedicato un’attenzione costante e appassionata. In Paralleli e paradossi, frutto di un prolungato scambio interrotto solo dalla morte di Said avvenuta nel 2003, il critico e il direttore d’orchestra usano la fertile metafora della musica per confrontarsi sul significato civile dell’arte, sul valore formativo dell’ascolto dei grandi compositori, sulle difficoltà dell’interpretazione (nel doppio significato di comprensione ed esecuzione), sui parallelismi (consonanze che a volte nascondono dissonanze) tra arte del suono e arte della parola. Dall’intreccio di riflessioni del musicista dilettante – la passione per la musica ha accompagnato Said per tutta la vita – e del musicista di fama internazionale prende forma una visione complessa e originale dell’universo sonoro. Luogo irreale ed effimero che si anima per la breve durata delle note, la musica vive sospesa tra due dimensioni: soggetta alle rigide regole della fisica, costruita su precisi rapporti matematici, è al tempo stesso capace di esprimere sentimenti e ideali con un’intensità che l’immagine e la parola raramente attingono. Il tentativo di venire a capo di questo paradosso è l’occasione per riflettere, tra gli altri temi, sul significato politico dell’opera di Beethoven, sulla lezione di Furtwängler, sul magistero professionale e umano di Toscanini, sulle difficoltà morali di un direttore d’orchestra ebreo innamorato di Wagner. E proprio la scelta di Barenboim di dirigere le opere wagneriane a Bayreuth, il tempio della musica ariana, nel libro diventa l’esempio concreto che l’arte ha il potere di superare odii e divisioni, e che uno dei suoi compiti è indicare ai popoli un futuro di convivenza possibile.