Guerriglia alla prigionia dell'Informazione.
Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi,
l'imperdonabile assopimento della coscienza civile.
La brama di Verità prima di ogni anelito, l'abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di
ogni soluzione precostituita, L'infanticidio di ogni certezza indotta.
La polvere nera della coercizione entro le narici di una crisi di rigetto.
L'abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito.
Alla domanda su come materialmente i militari Israele abbiano operato con l’esercito USA per uccidere Muhamad Jamal Nimnim il portavoce dell’IDF aveva preferito non rispondere.
Spesso i cecchini puntano alle ginocchia dei civili, in modo da provocare invalidità permanenti. Secondo il PCHR, gli attacchi ai lavoratori palestinesi nella buffer zone hanno raggiunto una escalation senza precedenti: 81 lavoratori feriti e 9 uccisi dall’inizio dell’anno.
“Noi i pastori li mettiamo nel presepe, gli israeliani li mettono sotto l'albero. Quattro metri sotto.” Così ha sardonicamente commentato su Facebook il mio amico Otaku, la notizia dell’ultimo civile palestinese ammazzato dai soldati israeliani.
Il 27 dicembre i miei amici ci provarono con la "Dignity", furono attaccati dalla marina israeliana che tentò di affondarli, lanciato l' SOS dovettero rifugiare in Libano coi motori in avaria e una falla nello scafo.
Per tutto il tempo della nostra visita di condoglianze il piccolo Nader ci chiedeva se sapevamo dove fosse la sua mamma. Nessuno dei familiari ha ancora trovato le parole adatte per spiegare a questa innocente creatura l'aberrazione di un altro massacro.