STUPORE E RABBIA FRA GLI AMICI



Data: 15 Aprile 2011
Autore: Geraldina Colotti
Fonte: Il Manifesto




Solidarietà dalla sinistra da tutta Italia



«Ho appreso del rapimento da Huweida Arraf, un'attivista palestinese che abita a Gaza e che lavora con Vittorio - racconta al manifesto Maria Elena Delia - e ho subito avvertito la famiglia per evitare che lo sapessero dalla televisione». Maria Elena Delia fa parte del coordinamento nazionale della Freedom Flotilla, la spedizione pacifista che salperà alla volta di Gaza a fine maggio. È rimasta in contatto con l'attivista dell'International Solidarity Movement fino a poche ore prima che venisse rapito «Abbiamo saputo subito che si trovava nelle mani di un gruppo salafita - racconta ancora Delia -. Il governo di Hamas ha deciso di dare una stretta a questi gruppi e ha arrestato diversi loro membri. In cambio della vita di Vittorio, i salafisti chiedono la liberazione dei loro prigionieri. Il governo di Hamas ci ha assicurato che sta lavorando intensamente per il rilascio del nostro compagno».

Costernazione e rabbia, ieri, fra gli amici e i compagni di Vittorio, che seguivano dal suo blog le quotidiane corrispondenze che inviava dall'«inferno di Gaza» e che terminavano sempre con l'esortazione «restiamo umani». Sul suo blog, Arrigoni - che vive a Gaza da tre anni - aveva rivelato di essere stato anche minacciato di morte da un sito Usa di estrema destra (stoptheism.com), due anni fa, e questo in un primo tempo ha alimentato anche altre ipotesi. Sul sito, nato proprio per combattere il movimento di Arrigoni International Solidarity Movement, l'italiano veniva indicato come bersaglio numero uno per le forze armate israeliane, che pubblicavano foto e dettagli per identificarlo.
«Vittorio è una persona meravigliosa, che ama profondamente Gaza e la Palestina» - ha detto Alessandra Capone, un'altra amica di Vittorio Arrigoni, che non ha creduto alla notizia del rapimento fino a quando non ha visto il filmato su Youtube in cui Arrigoni compariva bendato, insanguinato e inginocchiato.

La Farnesina, che in una nota sostiene di aver ricevuto la notizia attraverso il consolato a Gerusalemme, assicura di aver «già effettuato i passi opportuni per ogni intervento a tutela del connazionale Vittorio Arrigoni. Al momento - afferma la Farnesina - non risultano rivendicazioni nei confronti dell'Italia da parte dei supposti sequestratori».
Reazioni anche dalle forze politiche della sinistra. «L'Italia dei Valori si stringe ai familiari di Vittorio Arrigoni, il cooperante italiano rapito a Gaza, e si augura che possa tornare al più presto in libertà», ha affermato il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. «Sconcerto e angoscia per il rapimento del cooperante italiano», ha espresso il capogruppo Pd nella commissione Esteri di Montecitorio, Francesco Tempestini. E il leader del Prc Paolo Ferrero ha rivolto un appello per la liberazione dell'attivista «La riproposizione del conflitto di civiltà nella forma barbarica della minaccia di morte - ha detto - è l'ennesimo tragico frutto avvelenato dell'oppressione che il popolo palestinese subisce e a cui va posto fine».

Alla notizia, i pacifisti si sono mobilitati subito e hanno iniziato a manifestare: da Napoli (un presidio a Piazza del Plebiscito del collettivo studenti autorganizzati) a Roma, dove la Rete romana Palestina ha indetto un presidio permanente davanti a Montecitorio. E per oggi, l'appello è per le 9 a Roma davanti al ministero degli Esteri. «Colpendo Vittorio - scrive il Forum Palestina - si colpisce la solidarietà e la condivisione di tante attiviste e attivisti italiani per la lotta del popolo palestinese».

E dalla Palestina, il portavoce di Marwan Barghouti, il leader detenuto, ha dichiarato a Peacereporter: «Sono sorpreso e sconvolto. Chi può avere interesse a rapire un cooperante italiano che lavora in un contesto difficile come Gaza? Degli stupidi, davvero stupidi. Ci muoveremo subito, per capire cosa succede e perché».