Beppe Severgnini e l’erba Israeliana

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Gianni Lixi (Associazione Amicizia Sardegna Palestina)

Gentile Beppe Severgnini il regime di Apartheid Israeliano conoscerà grazie a lei un grosso momento di propaganda. Il suo programma infatti, l’erba dei vicini, giovedì 14/04/16 ospiterà come paese Israele.

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Andate sulla pagina della trasmissione e lasciate un post. https://www.facebook.com/lerbadeivicini/

Questo proprio quando molti intellettuali in tutto il mondo  si stanno mobilitando contro l’Apartheid Israeliano. Intellettuali, artisti , accademici stanno facendo loro le riflessioni che la società civile di quasi tutto il modo ormai da tempo cerca di divulgare. Grazie al passa parola della rete i palestinesi ci informano, praticamente in diretta  su tutte le angherie, i soprusi e le violenze che gli occupanti della Palestina stanno loro procurando. Ormai è impossibile non sapere. Se non sai è perché la cosa non ti interessa e non ti informi ma se fai un programma giornalistico ospitando un paese,  hai l’obbligo morale di informarti. Devi conoscere tutto della  politica discriminatoria e fascista che questo paese sta attuando su una popolazione solo sulla base di una appartenenza etnica diversa.

Schermata 2016-04-10 alle 10.37.39Questo, signor Severgnini si chiama Apartheid. E lo strumento per sconfiggerlo si chiama BDS. Naturalmente se a dirlo fossi solo io non significherebbe certamente molto. Il fatto è signor Severgnini che  Nelson Mandela, l’uomo che ha liberato il suo popolo dall’apartheid, non ci sarebbe riuscito senza uno strumento di lotta  pacifico e non violento come il BDS. A proposito di Mandela poi non le sembra sintomatico il fatto che ai suoi funerali il grande architetto dell’Apartheid israeliana, Netanyahu non sia andato? D’altra parte si sarebbe trovato in buona compagnia. Avrebbe infatti trovato tutti i suoi più grandi sostenitori economici.  Ricordo i servizi strappa lacrime per la morte di Nelson Mandela, anche del suo giornale, dove tutti i grandi della terra si sperticavano le mani applaudendo il feretro di colui che aveva lottato e vinto contro l’Apartheid. Ma quell’uomo qualche anno prima aveva pronunciato una frase molto dolorosa:

il mio cuore non sarà mai in pace sino a quando la Palestina non sarà liberata dall’apartheid. Che ipocrisia, che ignobile grande ipocrisia tutto quel batter di mani.

In una risposta che lei diede qualche anno fa  ad un lettore filo israeliano lei scrisse: “… ma so bene che Israele è un paese dinamico, ottimista e giovane; e questa sensazione si trasmette subito a chi arriva”. Come mai gli stessi aggettivi non possono essere usati per i palestinesi? Come può essere dinamico un paese la cui economia è praticamente messa in ginocchio dalle politiche di strozzinaggio degli occupanti? La produzione di olio, olive, arance praticamente non esiste più a causa dell’occupazione delle terre e del furto dell’ acqua.

http://www.btselem.org/download/not_even_a_drop.pdf

http://www.ochaopt.org/annual/c7/3.html

E’ una economia del tutto dipendente dagli aiuti internazionali che per degli assurdi accordi, passano nelle mani degli Israeliani e li distribuiscono con ricatti. Come può essere ottimista un paese che giorno dopo giorno si vede rubare  sotto i propri piedi la terra su cui sono nate, non solo  le generazioni precedenti ma anche quelle che attualmente la abitano. Come può essere ottimista un popolo che ha come unica arma di resistenza temperini, coltelli, sassi, al massimo qualche automobile contro, giubbotti antiproiettile, mitragliatrici, autoblindo, carri armati, aerei, sottomarini, fregate, bombe atomiche? L’unico paese che, per legge,  non si può difendere?  Chi semina veramente quotidianamente il terrore in quell’area del mondo sono delle ragazzine e dei  ragazzini  vestiti da militari con il mitra in mano che quotidianamente rapiscono uomini, donne e bambini palestinesi senza il minimo di una giustificazione legale che peraltro nessun giudice  chiede. Sono quelle ragazzine e quei ragazzini vestiti da militari che dentro un autoblindo bloccano strade non loro, impedendo una vita normale ai palestinesi che in quelle strade devono passare per andare a lavorare o  in ospedale, o a trovare familiari in un paese vicino. Sono quelle ragazzine e ragazzini vestiti da militari con il mitra in mano che nel cuore della notte entrano nelle case dei Palestinesi svegliano i bambini che dormono, li terrorizzano e poi se ne vanno. Sono i capi politici ed i generali che decidono di radere al suolo interi palazzi dove bambini donne uomini e vecchi   stanno cercando riparo sperando invano che all’orrore non si aggiunga orrore.
Tutto questo  per perseguire l’obiettivo sempre meno nascosto dei governi Israeliani: rendere la vita impossibile ai Palestinesi e cacciarli via dalla loro terra.

Più avanti nella stessa risposta lei continua: “Io ho visitato Hebron e non la dimentico facilmente: raramente ho visto così tanto odio in così poco spazio. … Gran Paese (Israele ndr): se vincesse anche la pace dopo aver vinto le guerre, si annuncerebbe per tutti voi  (filo Israeliani ndr) l’età dell’oro!”

Hebron era una florida e dinamica città. La più grande città della Cisgiordania con una popolazione di 170000 persone tenute in scacco da 500 famiglie di coloni che hanno occupato alcune zone della città, protetti notte e giorno dai militari Israeliani. Da quando sono arrivati gli occupanti (i primi nella primavera 1968) Hebron ha conosciuto un inesorabile declino sociale ed economico.

Dice che non ha mai visto tanto odio in poco spazio ma non dice chi ha seminato e semina l’odio. Dice che se vincesse la pace arriverebbe anche per gli Israeliani l’età dell’oro. Ma come crede che si possa arrivare alla pace? Dando visibilità all’apartheid Israeliana invitandola a programmi televisivi?

bds

Lei signor Severgnini è un giornalista, un  intellettuale che può usare uno strumento non violento e micidiale come il BDS. Se non lo usa, la pace di cui parla è aria fritta. La pace non può arrivare dall’alto ma si deve costruire giorno dopo giorno ed il BDS al momento si sta rivelando l’unico strumento di cui Israele ha veramente paura. Una paura folle.

 

 

Fonte. palestina lazucca

0 risposte a “Beppe Severgnini e l’erba Israeliana”

  1. “Hai l’obbligo morale di informarti”. Bella frase ma, se non vale per tutti, non significa più niente.

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