Omar Suleiman, ex presidente della comunità napoletana: solo proteste e nessun dialogo
Luca Marconi Corriere del Mezzogiorno (Campania) 14 Aug 2016
NAPOLI Sulla questione Bilal Kayed cittadino onorario di Napoli interviene Omar Suleiman, già presidente della comunità palestinese campana. Tiene a spiegare chi è l’uomo detenuto in Israele al centro di una campagna internazionale prima che oggetto delle proteste, indirizzate a de Magistris, delle presidenti della comunità ebraiche di Napoli e nazionale, bollato come «pericoloso estremista che gode del sostegno di un’organizzazione terroristica, Hamas, che non esita a uccidere civili innocenti, donne, anziane e bambini, pur di alimentare un conflitto permanente»: Kayed è attualmente in stato di “detenzione amministrativa”, cioè è rinchiuso senza accusa né processo dopo aver scontato interamente una condanna a 14 anni e mezzo.
E’ uno dei 700 «fermati» degli oltre 7 mila prigionieri palestinesi. Il Comune di Napoli aderì alla giornata mondiale, il 24 giugno, per la sua liberazione: con diecine di giorni di sciopero della fame Kayed e altri hanno attirato l’attenzione globale. Di Nablus, venne condannato a 19 anni quale membro delle Brigate Abu Ali Mustafa (l’ala militare del Fplp) e scontata la pena i giudici militari emettono l’ordine di “detenzione amministrativa”, una sorta di “custodia cautelare” rinnovabile ogni sei mesi che risale al Mandato Britannico, misura più raramente usata anche per i coloni sospettati di azioni sanguinarie nei confronti dei civili palestinesi. Kayed nel frattempo leader lo è diventato tra i compagni di prigionia.
Omar Suleiman, Kayed è un assassino di donne e bambini?
«Assolutamente no, è uno dei 7500 palestinesi nelle carceri di Israele. Il piu vecchio, al mondo, che aveva 18 anni quando è stato rinchiuso e ne ha trascorsi in carcere 37, è della famiglia di Mustafa Barghouthi (medico e parlamentare, ndr). Kayed da giovanissimo è stato attivista politico, ma non è un assassino. La giustizia sommaria non è palestinese. Noi siamo gli occupati».
Perché queste accuse al sindaco de Magistris allora?
«Questi signori devono decidersi, o sono cittadini ebrei italiani, o sono ambasciatori di un governo che occupa una terra non sua, opprimendo e uccidendo e non rispettando ben 78 risoluzioni internazionali. E non lo dico io ma giornalisti come Ghidon Levi (Haaretz) che Israele è diventato ormai Stato dell’ apartheid. Hanno protestato anche per la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen che non è un certo un terrorista».
C’è dialogo con qualcuno della comunità ebraica, sul tema dei due Stati in pace?
«Anni fa facevamo cose insieme, da tanto non si fanno sentire. Due Stati: e le condizioni? La Cisgiordiania ormai è ridotta all’osso. Del 22% della Palestina storica oggi resta solo la metà, coloni permettendo, cinque o sei città, come Nablus, Ramallah, Betlemme e Gerico e nemmeno collegate tra loro. Che condizioni ci sono?».
Un attivista ma non un assassino La giustizia sommaria non è la nostra
Secondo Mara Carfagna l’antisionismo sarebbe «una nuova pericolosa forma di antisemitismo».
«Anche i palestinesi sono semiti. Io sono semita. Palestinesi e ebrei discendono dallo stesso ceppo di Abramo, dovremmo essere cugini. E a Nablus c’è una comunità ebraica, i samaritani, che non riconoscono il governo israeliano ma sono tantissimi che non si riconoscono nell’ideologia sionista di occupazione e repressione, aggressione e lesione dei diritti, nel mancato rispetto di 78 risoluzioni delle Nazioni Unite. In Iraq ne è bastata una, quella sugli armamenti di distruzione di massa, per scatenare una guerra che ha aperto le porte all’Isis. L’antisemitismo è quello di Hitler. Stiamo parlando di due cose diverse».
Intanto l’amministrazione comunale di Napoli con l’azienda idrica Acqua Bene Comune (Abc) partecipa all’acquisto di cisterne per i rifornimenti d’acqua nella Striscia di Gaza assieme alla Onlus Oxfam. Un intervento, spiega un comunicato della municipalizzata, che darà da bere a cinquemila famiglie palestinesi». (Correzione di Invictapalestina: l’intervento OXFARM coinvolgerà 500 famiglie, circa 4000 persone).
Il progetto L’Abc annuncia un intervento per garantire acqua nella striscia di Gaza
Fonte: Corriere del Mezzogiorno