«Noi palestinesi stiamo con il sindaco di Napoli, Bilal è un detenuto, non un terrorista»

Omar Suleiman, ex presidente della comunità napoletana: solo proteste e nessun dialogo

Luca Marconi Corriere del Mezzogiorno (Campania) 14 Aug 2016

omar
Omar Suleiman con il giornalista Stefano Chiarini in una foto di Invictapalestina del 2004 in Libano.

NAPOLI Sulla questione Bilal Kayed cittadino onorario di Napoli interviene Omar Suleiman, già presidente della comunità palestinese campana. Tiene a spiegare chi è l’uomo detenuto in Israele al centro di una campagna internazionale prima che oggetto delle proteste, indirizzate a de Magistris, delle presidenti della comunità ebraiche di Napoli e nazionale, bollato come «pericoloso estremista che gode del sostegno di un’organizzazione terroristica, Hamas, che non esita a uccidere civili innocenti, donne, anziane e bambini, pur di alimentare un conflitto permanente»: Kayed è attualmente in stato di “detenzione amministrativa”, cioè è rinchiuso senza accusa né processo dopo aver scontato interamente una condanna a 14 anni e mezzo.

E’ uno dei 700 «fermati» degli oltre 7 mila prigionieri palestinesi. Il Comune di Napoli aderì alla giornata mondiale, il 24 giugno, per la sua liberazione: con diecine di giorni di sciopero della fame Kayed e altri hanno attirato l’attenzione globale. Di Nablus, venne condannato a 19 anni quale membro delle Brigate Abu Ali Mustafa (l’ala militare del Fplp) e scontata la pena i giudici militari emettono l’ordine di “detenzione amministrativa”, una sorta di “custodia cautelare” rinnovabile ogni sei mesi che risale al Mandato Britannico, misura più raramente usata anche per i coloni sospettati di azioni sanguinarie nei confronti dei civili palestinesi. Kayed nel frattempo leader lo è diventato tra i compagni di prigionia.

Schermata 2016-08-16 alle 12.35.13.png

Omar Suleiman, Kayed è un assassino di donne e bambini?

«Assolutamente no, è uno dei 7500 palestinesi nelle carceri di Israele. Il piu vecchio, al mondo, che aveva 18 anni quando è stato rinchiuso e ne ha trascorsi in carcere 37, è della famiglia di Mustafa Barghouthi (medico e parlamentare, ndr). Kayed da giovanissimo è stato attivista politico, ma non è un assassino. La giustizia sommaria non è palestinese. Noi siamo gli occupati».

Perché queste accuse al sindaco de Magistris allora?

«Questi signori devono decidersi, o sono cittadini ebrei italiani, o sono ambasciatori di un governo che occupa una terra non sua, opprimendo e uccidendo e non rispettando ben 78 risoluzioni internazionali. E non lo dico io ma giornalisti come Ghidon Levi (Haaretz) che Israele è diventato ormai Stato dell’ apartheid. Hanno protestato anche per la cittadinanza onoraria ad  Abu Mazen che non è un certo un terrorista».

C’è dialogo con qualcuno della comunità ebraica, sul tema dei due Stati in pace?

«Anni fa facevamo cose insieme, da tanto non si fanno sentire. Due Stati: e le condizioni? La Cisgiordiania ormai è ridotta all’osso. Del 22% della Palestina storica oggi resta solo la metà, coloni permettendo, cinque o sei città, come Nablus, Ramallah, Betlemme e Gerico e nemmeno collegate tra loro. Che condizioni ci sono?».

Un attivista ma non un assassino La giustizia sommaria non è la nostra

Secondo Mara Carfagna l’antisionismo sarebbe «una nuova pericolosa forma di antisemitismo».

«Anche i palestinesi sono semiti. Io sono semita. Palestinesi e ebrei discendono dallo stesso ceppo di Abramo, dovremmo essere cugini. E a Nablus c’è una comunità ebraica, i samaritani, che non riconoscono il governo israeliano ma sono tantissimi che non si riconoscono nell’ideologia sionista di occupazione e repressione, aggressione e lesione dei diritti, nel mancato rispetto di 78 risoluzioni delle Nazioni Unite. In Iraq ne è bastata una, quella sugli armamenti di distruzione di massa, per scatenare una guerra che ha aperto le porte all’Isis. L’antisemitismo è quello di Hitler. Stiamo parlando di due cose diverse».

Intanto l’amministrazione comunale di Napoli con l’azienda idrica Acqua Bene Comune (Abc) partecipa all’acquisto di cisterne per i rifornimenti d’acqua nella Striscia di Gaza assieme alla Onlus Oxfam. Un intervento, spiega un comunicato della municipalizzata, che darà da bere a cinquemila famiglie palestinesi». (Correzione di Invictapalestina: l’intervento OXFARM coinvolgerà 500 famiglie, circa 4000 persone).

Il progetto L’Abc annuncia un intervento per garantire acqua nella striscia di Gaza

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam