PRIMA O POI CAMBIEREMO IL MONDO. PER IL MOMENTO, COMINCIAMO A LAVORARE PER CAMBIARE NOI STESSI

Agenti israeliani travestiti da palestinesi

13/10/2016

Nel variegato mondo della controinformazione, in tutte le sue svariate sotto-correnti (signoraggio, scie chimiche, vaccini, ecc.), si trovano un sacco di attori, studiosi, ricercatori. Molte volte dicono cose simili, a volte qualcuno si distingue per capacità di ricerca, abilità espositiva, dono della sintesi, ma tutti, apparentemente, lavorano nella stessa direzione: per portare un po’ di sana informazione in un mondo che fino a poco tempo fa, era dominato dai cosiddetti mainstream media (mezzi di comunicazione di massa) e chi li controllava era in grado di formare le coscienze filtrando le notizie da dare e da non dare.


Esistono due fenomeni che impongono un po’ di discernimento in questo mondo.
Innanzitutto  esiste il fenomeno dell’infiltrazione. Molte volte, per combattere un movimento, un gruppo di pensiero, la cosa migliore è infiltrarlo. Infiltrarlo con personaggi che, opportunamente spinti e pagati, riescano a prendere delle posizioni di leadership e riescano a dirottare i gruppi verso battaglie secondarie ed inutili. Secondo me, ad esempio, nella Lega furono infiltrati elementi controllabili e di spessore infinitamente più basso di un Miglio, ad esempio, che fu messo da parte, al fine di disinnescare il potenziale rivoluzionario del movimento, che infatti in oltre 15 anni di partecipazione ai governi riuscì a non far fare un singolo passo nella direzione del federalismo.
La seconda strategia è quella di creare dei finti movimenti che, all’apparenza facciano le stesse battaglie, ma in realtà si appoggino ad elementi incosistenti e facilmente smontabili. In tal modo discreditando tutta la battaglia in questione. Si è verificato per l’11 settembre, ad esempio, ma falsi analoghi si ritrovano anche in altri temi.
Ma forse questi due tipi di strategie  sono superflue.

Esiste infatti un elemento, che riscontro sempre più spesso, che rischia di far saltare per aria ogni seria battaglia per il cambiamento. Si chiama personalismo, voglia di primeggiare, protagonismo. Vuoi perchè sono stato il primo a dire queste cose, vuoi perchè le dico meglio, vuoi perchè non so rinunciare al mio momento di gloria sotto i riflettori, chiunque dice le stesse cose che dico io mi dà fastidio. E allora lo devo attaccare. Il mio bianco è più bianco del tuo.
Non credo che ci sia della malizia o del doppiogiochismo, se non in casi eccezionali, credo che il più delle volte questi atteggiamenti sono figli di una educazione deficitaria, che insegna che solo nella competizione e nella contrapposizione agli altri si può raggiungere la propria realizzazione. Non c’è colpa, solo ignoranza e incapacità di vedere i benefici di un lavoro collettivo, comunitario e unito per raggiungere un fine. Siamo tutti figli del nostro passato, e il passato di questi poverini si riflette nelle loro azioni attuali.
Ricordo che un sito di controinformazione di un amico, qualche anno fa, fu preso in gestione da una personalità disturbata che, incapace di creare squadra e di motivare le persone, stava mandando tutto in malora. Cattiveria? Doppiogiochismo? Non credo, ancora una volta, solo l’incapacità di vedere nell’altro un fratello ed un collaboratore ma sempre e solo, ostinatamente, un avversario da battere e da scavalcare.
Pazienza.
Prima o poi cambieremo il mondo. Per il momento, cominciamo a lavorare per cambiare noi stessi.
Fonte:http://www.complottisti.com/cambieremo-mondo-momento-cominciamo-lavorare-cambiare/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam