Samira Nattat, palestinese di Hebron – che combatte da 3 anni contro un cancro all’intestino e che ha subito i lunghi controlli ai posti di blocco, quando non addirittura i rifiuti per andare a farsi curare a Gerusalemme – è stata costretta, per poter beneficiare di un trattamento, a cambiare di nome perché gli israeliani non gradiscono quello di suo marito.
Nattat Ahmad nel 2011 fu imprigionato per due anni (dopo un interrogatorio di 60 giorni!) da Israele per avere ospitato nei primi anni 2000 dei resistenti.
A Samira, durante quei due anni, è stato permesso di fargli visita solo tre volte. Ahmad è poi stato inviato a Gaza e non ha alcun diritto di raggiungere in Cisgiordania la moglie, che ha sempre più bisogno della sua presenza dato che è malata e sofferente.
E’ un colpo al cuore per la coppia, sposata da 15 anni e che passa il tempo al telefono.
“E’ la decisione più difficile che ho dovuto prendere in vita mia”, ha dichiarato Samira, 37 anni, a cui Israele non ha lasciato altra scelta che un divorzio, dato il peggioramento delle sue condizioni di salute.
Trad. Invictapalestina.org
Fonte:http://oumma.com/223875/israel-oblige-une-palestinienne-a-divorcer-pouvoir-ac