Decine di corpi di palestinesi uccisi durante la seconda intifada “persi” dalle autorità israeliane

“Israele riconosce di avere perso i resti di sette terroristi palestinesi”

L’annuncio ha provocato uno scandalo e testimonia una visione dell’avversario a cui si nega l’essere uomo. Pubblichiamo qui di seguito un articolo di Haaretz, di cui noi ovviamente non approviamo il titolo sui “terroristi palestinesi”.

Il numero attuale di corpi perduti è quasi certamente più alto, mentre solo due dei 123 corpi richiesti dai membri delle famiglie palestinesi sono stati localizzati.

Israele ha riconosciuto di avere perso i resti di sette palestinesi che hanno effettuato atti terroristici durante la seconda intifada. L’ammissione è arrivata in una risposta data dall’Ufficio del procuratore dello Stato alle richieste depositate dinanzi all’Alta Corte di Giustizia dalle famiglie di quelle persone, che reclamano i corpi.

Presumibilmente il numero di persone il cui luogo di sepoltura è sconosciuto è in realtà molto più alto: il mese scorso, nel corso di un’udienza presso l’Alta Corte, i ricorrenti hanno affermato che su 123 richieste avanzate dal 2015 da famiglie palestinesi e incluse in una diversa richiesta, solo due corpi erano stati localizzati. Diversi funzionari giudiziari e militari israeliani hanno dichiarato di credere che lo stato non ha alcuna informazione su dove si trovino molti dei corpi. In alcuni casi i resti sono trattenuti da Israele dal 1990.

Sembra anche che, nonostante le informazioni parziali sulla sepoltura dei corpi di palestinesi coinvolti in attentati terroristici, come rivelato dalle precedenti richieste presentate alla Corte, il governo non abbia ancora deciso quale organismo sarà nominato per gestire il dossier. Personalità del Ministero della Giustizia e dell’Ufficio del Primo Ministro stanno discutendo la questione da qualche mese.

“La verità va detta: le tracce di alcuni dei corpi si sono perse”, ha dichiarato un alto funzionario del Ministero della Giustizia, parlando in condizione di anonimato. Ha aggiunto che la ricerca dei resti perduti, iniziata recentemente, continua. “Il compito ora è quello di riunire tutto il personale intorno a un tavolo e decidere chi è il responsabile.”

Un altro funzionario del Ministero della Giustizia – anche lui ha chiesto di rimanere anonimo – ha detto: “Ora dobbiamo scoprire chi ha fatto le altre sepolture (quelle dei resti perduti) – alcune aziende lavorano per la Cassa Nazionale di Assicurazione coinvolta nelle sepolture, o la polizia.” In almeno un caso ci saranno difficoltà, dal momento che una società ha cessato la sua attività qualche anno fa e i documenti riguardanti l’identità della persona sepolta sono stati distrutti.

“Per molti degli anni negli anni ’90, l’atmosfera è stata diversa. Si dava meno importanza alle questioni riguardanti il sapere chi si stava seppellendo e come lo si sarebbbe potuto identificare in futuro”, ha dichiarato un’altra fonte.

Un’attivista fa il confronto con lapidi ebree vandalizzate

Dalia Kirshstein, direttrice del ‘Centro di difesa della persona’ [1] ha dichiarato: “Ogni pietra tombale ebraica distrutta nel mondo provoca scalpore in Israele, ma quando si tratta di decine di corpi di palestinesi scomparsi c’è completo silenzio. Ci auguriamo che lo stato si assumerà le proprie responsabilità e localizzerà i corpi. Siamo sicuri che questo è possibile.”

L’IDF ha risposto: “Dalle verifiche fatte fino ad ora, tra i corpi dei terroristi di cui hanno fatto domanda le famiglie nel quadro delle richieste rivolte all’Alta Corte, solo pochi sono stati sepolti dall’IDF. Sono stati sepolti in cimiteri per i nemici caduti in combattimento e sono stati identificati. Ora che l’Alta Corte ne è stata informata, sia il coordinamento del lavoro di localizzazione dei corpi dei terroristi la cui restituzione è stata richiesta che la loro identificazione saranno inviati dai responsabili dello Stato. L’IDF lavorerà in conformità con le decisioni prese su questa questione. Ci occuperemo dei corpi come indicato dal governo”.

Quando gli è stata chiesta la sua risposta a questo rapporto, il Ministero della Difesa ha rimandato al Ministero della Giustizia. Un alto funzionario del Ministero della Giustizia ha detto, “Dopo che si è vista la grande confusione che c’è su questo caso, ci siamo messi tutti quanti intorno a un tavolo. Ma ancora non abbiamo tutte le informazioni.”

Secondo il funzionario, la responsabilità in materia sarà apparentemente assunta sia dall’Ufficio del Primo Ministro che dal Ministro della Giustizia. “Alcuni dei corpi si sono persi, ma continuiamo a cercare e a trarne insegnamenti per il futuro,” ha detto.

 

[1] Il ‘Centro di difesa della persona’ è noto anche con il nome di Hamoked, associazione israeliana di difesa dei diritti umani fondata nel 1988, finalizzata a sostenere “i palestinesi sotto l’occupazione israeliana che provoca una grave e continua violazione dei loro diritti.” L’associazione è stata accusata dall’attuale Ministro della Giustizia di sostenere il movimento BDS.

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

fonte: http://www.france-palestine.org/Des-dizaines-de-corps-de-Palestiniens-tues-lors-de-la-2eme-intifada-perdus-par

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