Andiamo oltre la retorica degli anniversari.

17 Aprile 2017 – Aggiornamento ore 16,15/ 17 aprile.

 

Il 14 Aprile è stato il sesto anniversario dalla morte di Vittorio, Invictapalestina ripropone per l’occasione un vecchio dossier preparato con le  immagini di Vittorio, i suoi reportage, le poesie a lui dedicate e ci chiediamo come, a parte il ricordo doveroso del suo impegno, si possa portare avanti un percorso di lotta e documentazione che Vittorio stesso iniziò già nel luglio del 2004 col suo blog Guerrilla Radio.

“Dopo la morte di Vittorio avremmo voluto ridare vita a questo blog. I nostri tentativi sono stati inutili. Il blog non è ritornato in vita, ma è stato vivo quando Vittorio era in vita. Vi invitiamo a rileggere gli articoli di Vittorio che parlano di Palestina e dei Territori Occupati. Egidia Beretta, Alessandra Arrigoni.”
(23/12/2014 http://guerrillaradio.iobloggo.com)
dossier completo: www.invictapalestina.org/vittorio
Fumetto completo: https://www.invictapalestina.org/public/articoli_vik/biani.html

Anche se da una parte siamo consapevoli di guardare spesso al passato quando non abbiamo grandi progetti per il futuro e che ci aggrappiamo nostalgicamente al passato anziché elaborare obiettivi e strumenti efficaci per continuare la lotta, dall’altra siamo sempre più convinti che dal passato dobbiamo saper interpretare la storia, la peculiarità, i progetti interrotti, e in questo caso specifico cogliere gli stimoli per continuare ad utilizzare anche  l’informazione come arma strategica contro ogni tipo di oppressione  che tutti noi possiamo contribuire a combattere raccontando gli avvenimenti e denunciando ciò che i media censurano.

Lo sforzo collettivo dell’attivismo pro-Palestina dovrà essere quindi quello  di dare continuità al lavoro instancabile e quotidiano di Vittorio, ricreando i collegamenti interrotti e imparando da lui a raccontare in modo semplice e comprensibile la Palestina, le giornate dei pescatori, la quotidianità di un popolo sotto assedio, la barbarie dell’esercito occupante.
A che serve continuarci a ripetere “Restiamo Umani” mentre l’umanità sta scomparendo sotto i nostri occhi?
Affinché non rimanga solo uno slogan dobbiamo effettivamente mettere da parte ogni referenzialità, abbandonare le iniziative personali a vantaggio di quelle collettive, utilizzare i social per informare connettendoci in una rete organica per condividere contenuti, organizzare archivi, creare un fronte coeso per opporci alle censure spesso attuate dai “padroni” della rete. Quella stessa rete e le sue applicazioni  che utilizziamo quotidianamente trascurando i grandi interessi economici/politici delle multinazionali che la sostengono, che vanno da Mark Zuckerberg per Facebook a Susan Wojcicki per Google/YouTube passando per i proprietari dei sistemi operativi e browser che lasciano le porte aperte a ogni tipo di spionaggio per poter valutare  in tempo reale le nostre azioni/reazioni.
Sfruttando i giocattoli che la rete ci mette a disposizione  involontariamente  diamo informazioni gratuitamente ai “servizi”, indicando persino la nostra posizione col sistema GPS,  in  cambio ci lusinghiamo con i 100 like e più che ci arrivano ogni qualvolta si cambia la propria immagine del profilo. Chi sorveglia e sfrutta le informazioni della rete non è minimamente  preoccupato dai mille “Restiamo Umani” che circolano nelle nostre mail, che concludono i nostri articoli, le nostre presentazioni, le nostre serate. Sanno benissimo che difficilmente si va oltre e che la propria firma nel proprio blog o nella propria pagina è l’esasperazione di quell’io che difficilmente scommette su grandi progetti collettivi, quelli sì  potrebbero preoccupare!
Se veramente vogliamo ricordare Vittorio lo dobbiamo ricordare come un rivoluzionario dell’informazione,  un Media Attivista, sicuramente col tempo avrebbe creato un gruppo di fotografi, una redazione di giornalisti, un  gruppo di lavoro collettivo per dare continuità all’informazione sulla Palestina e superare la sua immagine iconica diventata leggendaria e come tale difficile da imitare ottenendo l’effetto contrario che Vik desiderava.
Forse è anche per questo che lo hanno ucciso.
Per concludere pensiamo che dobbiamo portare a termine il  lavoro iniziato da  Vittorio, non limitarci a stampare la sua immagine  sulle nostre magliette o negli striscioni commemorativi. Per raggiungere livelli di efficacia nell’informazione  dobbiamo imparare a lavorare insieme,  non disperdere l’informazione in 1000 canali fino a renderla inefficace, ricordiamoci sempre che  se “Cento mani scavano cento buche in cerca di una fonte irraggiungibile. Insieme troverebbero un’acqua sorgiva, da sole sguazzano ciascuna nel proprio stagno”.
Con l’augurio che il BLOG di Vittorio possa essere riattivato presto e che, insieme alla sua pagina Facebook con oltre 140.000 like, possa continuare ad essere una spina nel fianco del sionismo, ricordiamo Vittorio con le parole che avremmo voluto scrivere e che Alfredo, che lo accompagnò durante un suo viaggio per parlare di Gaza ai giovani piemontesi, conoscendolo bene  ha anticipato qualche giorno fa con una sua mail.

In memoria di Vittorio Arrigoni

Vik Utopia ci ha lasciato sei anni fa.

Ma abbiamo ancora bisogno di raccoglimento e di riflessione, di
proseguire quel lungo, interminabile minuto di silenzio, rotto, o
interrotto, da parole di verità, di condivisione e di commozione,
iniziato il 15 aprile 2011.
Ibrahim Nasrallah, tra i più noti poeti palestinesi, è uno dei
primi ad aver sentito questa esigenza. Ha scritto per Vittorio, Hanno
ucciso tutti, una poesia scandita tre volte dalle parole Per te sia
buono il mattino.
Vittorio aveva compiuto un atto autentico di “eresia”, separandosi
da questo stato di cose, da questa società, che anche in occasione della
sua scomparsa è stata capace di urlare tutto il suo cinismo e di
mostrare tutta la sua ipocrisia.
Un atto di “eresia” che conteneva in sé, per la sua radicalità,
anche questo esito tragico.
Una scelta compiuta serenamente e all’inizio quasi in silenzio.
Ma quando è giunto il momento della parola necessaria, Vittorio ha
scritto i 19 articoli pubblicati da il Manifesto durante l’operazione
Piombo fuso, raccolti poi successivamente in Gaza Restiamo umani.
Gaza. Restiamo umani rimarrà il nostro breviario laico, laico ma
pervaso da una religiosità autentica. Tradotto in tedesco, in inglese e
in spagnolo ha meritato una prefazione di Ilan Pappé, lo storico
israeliano autore de La pulizia etnica della Palestina.
Vittorio è stato un non-eroe, mite e positivo, che ha percorso
ogni angolo della Striscia di Gaza con la sua umanità, densa e intensa.
Non è stato un “cooperante”, come qualcuno ha scritto, e anche il
termine “pacifista” sembra per lui assai riduttivo.
Vittorio è stato un attivista, un attivista in difesa dei diritti
umani, dalla parte dei mondi offesi, dalla parte degli oppressi, dalla
parte dei deboli, praticando la nonviolenza, la non menzogna e la non
collaborazione.
I tre comandamenti delle minoranze etiche ed eretiche le quali, di
fronte alla miseria della politica e della non cultura, devono
necessariamente esprimere una radicalità, devono collocarsi “quasi ai
margini”, “luogo difficile da frequentare, soglia scabrosa che richiede
una rigorosa e continua vigilanza morale”.
E chi meglio di Vittorio ha rappresentato l’attore terzo, la voce che
si alza, nel deserto e dal deserto, tra gli oppressi e gli oppressori?

 

Giovanni e Alfredo Tradardi
Ivrea, 15 aprile 2017
 

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