13 giornalisti palestinesi feriti durante il tentativo di documentare un sit-in a Gerusalemme

30 aprile 2017
BETLEMME (Ma’an) – Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha denunciato la violenta repressione avvenuta durante un sit-in pacifico a Gerusalemme Est occupata, tenutosi sabato pomeriggio, affermando in una dichiarazione che l’attacco “non impedirà ai giornalisti di far arrivare il messaggio dei palestinesi al mondo.” Il gruppo, in una dichiarazione di domenica mattina, ha riferito che 13 giornalisti palestinesi sono stati feriti durante il tentativo di coprire la manifestazione.


La polizia israeliana ha sgombrato con la forza un sit-in pacifico organizzato alla Porta di Damasco nella Città Vecchia, per esprimere il sostegno ai circa 1.500 prigionieri palestinesi che sono in sciopero della fame da 14 giorni nelle prigioni israeliane.
Dopo aver marciato per le strade, cantando slogan in solidarietà con gli scioperanti della fame, i dimostranti sono stati inseguiti dalla polizia israeliana a cavallo, mentre poliziotti israeliani hanno strappato e sequestrato le foto dei prigionieri palestinesi che i manifestanti portavano con sé.

Alcuni dimostranti hanno tentato di marciare anche verso la Porta di Erode e via Salah al-Din, ma sono stati fermati e trattenuti dalle forze israeliane.

Le forze israeliane hanno arrestato quattro attivisti, riconosciuti da abitanti del luogo come Yassin Subieh, Luay Jaber, Suhaib Saiyam e Amer al-Qawasmi, dopo essere stati aggrediti fisicamente e verbalmente da poliziotti israeliani, secondo quanto riferito da testimoni a Ma’an.

Le forze israeliane hanno anche assalito almeno 13 giornalisti nel tentativo di impedire loro di coprire gli attacchi ai manifestanti, come riporta il Sindacato palestinese dei giornalisti.
Tra i feriti c’è un giornalista, Ahmad Gharabla, gravemente ferito al petto dopo essere stato aggredito dalla polizia israeliana a cavallo, mentre la polizia israeliana ha colpito anche Ammar Awad, fotografo, con il calcio dei loro fucili.
I filmati pubblicati dal canale di informazione al-Quds Network di Gerusalemme mostrano la carica della polizia a cavallo contro dimostranti e giornalisti.

Secondo la dichiarazione del sindacato dei giornalisti le forze israeliane hanno anche sequestrato ai giornalisti presenti al raduno telecamere e altre apparecchiature.
“Questo attacco è solo uno di una serie di attacchi commessi dalle forze israeliane contro giornalisti nel tentativo di impedire loro di rivelare i crimini israeliani. Questi attacchi non impediranno ai giornalisti di far arrivare al mondo il messaggio dei palestinesi”, si legge nella dichiarazione.
La portavoce della polizia israeliana Luba al-Samri, sabato sera, ha rilasciato una dichiarazione scritta in cui si legge che gli agenti di polizia israeliani dispiegati nella zona hanno disperso la folla “senza che si siano verificati fatti degni di nota o eccezionali”.
L’assalto è avvenuto alcuni giorni dopo che Reporters Without Borders avevano denunciato le forze israeliane per aver violato i diritti di giornalisti palestinesi e stranieri, in particolare quelli che coprono le dimostrazioni, nell”Indice mondiale della libertà stampa 2017′ compilato dalla ONG internazionale della libertà di stampa.
“Secondo il sistema di detenzione amministrativa di Israele, i giornalisti palestinesi possono essere detenuti indefinitamente senza processo, senza un’accusa formale e senza la presenza di un avvocato. Sono spesso accusati di incoraggiare violenze, collaborare con organizzazioni terroristiche oppure rappresentare una minaccia per la sicurezza di Israele”, ha scritto il gruppo nella relazione, che ha classificato Israele al 91° posto su 180 paesi in base al livello della libertà garantita ai giornalisti.
Il Centro palestinese per lo sviluppo e le libertà dei media (MADA) ha documentato 249 violazioni della libertà di stampa commesse dalle autorità israeliane nella relazione annuale 2016 del gruppo.
Le violazioni israeliane hanno interessato “ferimento e arresto di decine di giornalisti palestinesi, incursioni, confisca e sabotaggio rivolti contro organi d’informazione, compresa la chiusura di 12 fra organi di stampa e tipografie palestinesi”.


Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
Fonte: http://www.maannews.com/Content.aspx?ID=776768

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