23 giorni di sciopero della fame: l’occupazione israeliana continua a imporre restrizioni ai prigionieri.

09 maggio 2017
I prigionieri politici palestinesi nelle prigioni israeliane hanno lanciato uno sciopero della fame di massa il 17 aprile 2017 in occasione della Giornata dei prigionieri palestinesi. Il lancio dello sciopero della fame è conseguenza delle politiche e delle pratiche di Israele nei confronti dei prigionieri politici palestinesi, che continuano a subire sanzioni dall’Israeli Prison Service (IPS).

 

Si stima che 1700 prigionieri palestinesi abbiano annunciato l’inizio di uno sciopero della fame ad oltranza. Con lo sciopero della fame i prigionieri chiedono: la fine dell’uso abusivo dell’isolamento per motivi di “sicurezza” da parte dell’IPS ;  la fine della pratica israeliana di arrestare i palestinesi senza accusa o processo con la detenzione amministrativa in base alla quale sono attualmente detenuti 500 palestinesi; fine del divieto delle visite familiari e migliori condizioni all’interno delle prigioni e dei centri di detenzione israeliani.

Il 3 maggio 2017, importanti leader politici palestinesi hanno dichiarato di aderire  allo sciopero della fame in massa. In una conferenza stampa congiunta tenutasi a Ramallah nello stesso giorno,  il segretario generale Ahmad Sa’adat del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP), ha dichiarato di  unirsi allo sciopero assieme a decine di leader di diverse fazioni politiche palestinesi come Nael Barghouthi, Hassan Salameh, Ahed Abu Ghoulmeh, Abbas al-Sayed, Ziad Bseiso, Basem al-Khandakji, Mohammed al-Malah, Tamim Salem, Mahmoud Issa e Said al-Tubasi.

I detenuti, nel tentativo di isolarli dal mondo esterno, sono stati tutti puniti per lo sciopero della fame. Sono stati messi  in isolamento e sono state negate loro sia  le visite delle famiglie che quelle degli avvocati. I prigionieri che hanno aderito allo sciopero della fame  hanno già incominciato ad affrontare le punizioni dell’IPS, come il divieto del tempo di ricreazione; la negazione dell’accesso ai locali “canteen” (negozio dei prigionieri); il divieto di partecipare alle preghiere di gruppo del venerdì;  durante le prime giornate di sciopero  è stato anche sequestrato il sale . Più preoccupante è il fatto che l’IPS ha reso estremamente difficoltose  le visite agli scioperanti da parte di medici indipendenti  e fornito tazze di plastica ai prigionieri per bere dal rubinetto piuttosto che l’acqua potabile solitamente fornita.

Addameer condanna in particolare le restrizioni  imposte dall’IPS agli avvocati per le visite ai prigionieri a seguito del crescente numero di prigionieri palestinesi impegnati nello sciopero della fame. All’avvocato di Addameer Farah Bayadsi è stato impedito oggi,  9 maggio 2017, di recarsi dal leader del PFLP Ahmad Sadaat, che è stato trasferito in isolamento nella prigione di Ashkelon. Nonostante la sentenza dell’Alta Corte di Israele che consente ai prigionieri di vedere i loro avvocati, l’IPS ha spesso negato le visite richieste. Addameer riferisce che l’IPS continua ad utilizzare  tattiche per impedire sistematicamente agli avvocati di avere contatti con gli scioperanti, come spostare i detenuti in altre carceri senza informarne i loro avvocati, nel tentativo di isolare ulteriormente gli scioperanti della fame e vanificare il loro sciopero .

Tuttavia, l’avvocato di Addameer Farah Bayadsi è riuscito a parlare con Ghassan Zawahreh in sciopero nel carcere di Ofer.  Ghassan ha informato Bayadsi che le unità speciali israeliane devastano e saccheggiano costantemente  le sezioni dei prigionieri confiscando gli oggetti personali.  Ad ogni prigioniero è lasciata una sola coperta e un ricambio  di abbigliamento in aggiunta all'”abbigliamento shabas” o uniforme carceraria.

Agli scioperanti è stato  proibito di  lavare i loro abiti personali e indumenti intimi. In risposta a questo, i prigionieri hanno boicottato gli esami medici.  Zawahreh ha anche aggiunto che quattro prigionieri sono stati trasferiti in un ospedale a causa del deterioramento della loro condizione di salute, ma non ha saputo identificare chi fossero questi detenuti. Il trasferimento di diversi detenuti ad altre prigioni ha peggiorato la loro già precaria salute a causa dei lunghi e disagevoli viaggi.

Mentre sempre più prigionieri si uniscono allo sciopero della fame, Addameer (associazione che sostiene i prigionieri) invita i sostenitori della giustizia in tutto il mondo a intraprendere azioni per sostenere i prigionieri palestinesi che con i loro corpi e vite chiedono libertà e dignità. Addameer esorta tutte le persone a organizzare eventi in solidarietà con la lotta dei prigionieri e dei detenuti in sciopero. Addameer chiede alla comunità diplomatica di esercitare pressioni su Israele per permettere immediatamente l’accesso da parte degli scioperanti alle necessarie assistenza sanitaria e consulenza legale. Addameer invita ulteriormente tutti i partiti politici, le istituzioni, le organizzazioni e i gruppi di solidarietà che lavorano nel campo dei diritti umani nel territorio palestinese occupato e all’estero a sostenere i prigionieri nel loro sciopero della fame e fare in modo che le loro legittime richieste siano soddisfatte. Addameer continuerà a seguire da vicino lo sciopero dei prigionieri e fornirà aggiornamenti regolari sulla situazione e il suo sviluppo.

Trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://www.addameer.org/news/23-days-hunger-strike-israeli-occupation-continues-impose-restrictions-attorney-visits

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam