Dio…abbi pietà di Gaza!

Ho parlato con la mia famiglia a Gaza ieri, presto, e ho chiesto loro “Come dormite la notte senza elettricità?” Mia sorella, di dodici anni ha risposto: “Non dormiamo!”

Un articolo di Muhammad dal Blog di Norman G. Finkelstein del 7 luglio 2017 

Oggi, Israele ha chiuso l’accesso alla Spiaggia di Zikim per contaminazioni fecali provenienti dalla Striscia di Gaza.

Il comune della città non è riuscito a gestire una piccola percentuale di inquinamento residuo proveniente dal mare di Gaza, sovraccaricato di acque reflue, che ha raggiunto livelli infettivi allarmanti e senza precedenti, in seguito alla paralizzante crisi elettrica.

Gaza ha all’incirca le stesse dimensioni di Malta, ma il quadruplo della popolazione. Tempo fa, i due territori erano piuttosto simili per la loro atmosfera mediterranea e la smodata ambizione.

Ora, dopo tre grandi guerre che hanno portato la città indietro di cent’anni, l’assediata Striscia di Gaza differisce enormemente dal libero paese europeo per la totale  mancanza di mezzi di sussistenza e di verde. Abbondano solo le rovine, i vecchi droni di guerra, i tunnel, gli impiegati e tutto ciò che è anormale e può condurre un uomo a uscire di senno.

La normalità della vita a Gaza è sempre ostacolata dalla paranoia per cui “l’inevitabile è imminente”, e che “la guerra sta arrivando”, ma questa volta ”non ci saranno civili di mezzo!”

In questo caos psicologico, per rendere le cose peggiori, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha di recente ritenuto necessario mettere sotto pressione i suoi rivali politici punendo e degradando la sua angustiata popolazione per generare disordini tra le masse represse.

Abbas afferma che la popolazione di Gaza sta crescendo sempre di più e che l’Autorità Palestinese sta facendo troppi sacrifici per la sua sicurezza; ma ora è abbastanza! I cittadini di Gaza son stati viziati a lungo e adesso sono troppo grassi per marciare contro Hamas. Hanno bisogno di una dieta ristretta!

Come mai dopo tutti questi anni i livelli di disoccupazione a Gaza sono solo del 76 % tra la “popolazione dipendente dagli aiuti”?! Come mai hanno ancora qualche goccia d’acqua e qualche briciola di pane! Come mai stanno ancora respirando!

Abbas voleva dimostrare la sua forza e la sua sovranità politica al mondo. Voleva che il mondo vedesse come “Si! Anch’io mi arrabbio,” E solo perché non ha mai mostrato il suo sguardo aggrottato a Israele, non vuol dire mica che è un pacifista!

Quando non puoi andare via, perchè non ne hai le possibilità, il minimo di cui hai bisogno in un’estate estremamente calda e umida è un po’ d’acqua ed elettricità. Abbas ha pensato bene di privare la popolazione di Gaza di entrambi.

Ha passato gli ultimi pochi mesi a mettercela tutta cercando di affogare Gaza nell’oscurità e nelle acque di scarico, con successo.

Ha anche cercato di disfare il settore sanitario e l’economia e indovinate un po’! Ci è riuscito. Ora, il presidente dell’Autorità Palestinese può almeno vantarsi dei suoi “risultati” mentre il popolo di Gaza supplica in continuazione di porre fine a questo capitolo di agonia. Ma ormai, lui gli ha voltato le spalle come un vero dittatore.

Il peggio, però, deve ancora arrivare, come prometteva Abbas!

Ho parlato con la mia famiglia a Gaza ieri, presto, e ho chiesto loro “Come dormite la notte senza elettricità?”

Mia sorella, di dodici anni ha risposto: “Non dormiamo!”

Ha spiegato che quando cercano di dormire, aprono tutte le finestre, bevono molta acqua, ma non riescono comunque a respirare. Sudano tutta la notte, ascoltando il rumore intimidatorio dei droni.

Oppure provano a stare svegli tutta la notte fino a quando i loro corpi stanchi non resistono più. Allora, l’insonnia si ripresenterebbe comunque, svegliandoli più volte dal sonno… se non da un incubo insopportabile, dall’apnea, completamente ricoperti di sudore.

Al mattino, di solito vanno al centro commerciale della Capitale”, l’unico ipermercato di Gaza dotato di internet, condizionatori e generatori elettrici privati, per trascorrervi la giornata.

Oppure vanno a visitare qualche parente che magari ha una grande batteria in grado di azionare un piccolo ventilatore mentre si sta insieme e si parla.

Non possono più camminare e andare a sedersi vicino al mare dato che il rischio di contrarre malattie dalle acque contaminate è altissimo. Ma per alcuni non ha più importanza il fatto di essere in salute o no, come dice un mio amico “Il 99% del mare è inquinato, noi nuotiamo nel rimanente 1%”.

Nonostante sia ben consapevole di come le cose siano difficili oggigiorno a Gaza, non posso non cedere al mio puntuale senso di nostalgia; per Gaza, per i miei amici, per la mia famiglia, e anche per le sfide e le difficoltà.

Così ho chiamato un amico di Gaza, della famiglia Haniya, per avere una prospettiva più profonda della situazione, e dopo una lunga conversazione ho detto “Amico mio, sento che è stato un errore lasciare Gaza, forse dovrei tornare!”

Ho sentito la voce del mio amico cambiare improvvisamente. Sembrava stesse calpestando il suo cuore mentre diceva “NON ESSERE STUPIDO! Sei appena tornato dai morti. Perché mai vorresti tornare di nuovo in una tomba?”

Continuò poi “Ricordi le cose pazzesche, insopportabili e terribili che c’erano a Gaza prima che partissi?” Risposi “Si!”

Lui sospirò e disse “Non sono nulla rispetto ad adesso… ora si vive ancora peggio! Il peggio in assoluto!

La mia mente si allontanò un attimo dalla conversazione dato che mi ero ricordato di una e-mal speditami da un amico che all’età di 33 anni non è mai riuscito a trovare un lavoro, pur avendo alle spalle una buona formazione.

Si era laureato all’inizio del blocco, diventando così un altro tra i quattro milioni di disoccupati a Gaza.

In quella lettera le sue parole tremavano, i suoi sentimenti erano caotici. Diceva “Non c’è speranza, è troppo tardi ed è tutto morto. La guerra sta arrivando e ho iniziato a pensare che potrei morire prima ancora di aver capito cosa vuol dire vivere.

Non ho messo su famiglia; non ho concluso un granchè, la mia sola speranza è andarmene, lasciare questo carcere, ma… ci riuscirò mai?”

Ad un tratto, la mia distrazione mentale fu interrotta da una frase del mio amico al telefono: “Wallah, se domani Rafah verrà aperta, se ne andranno tutti. Primo fra tutti Hamas!”.

 

trad. Miriam Zatari – Invictapalestina.org

Fonte: http://normanfinkelstein.com/2017/07/07/dear-lord-please-have-mercy-on-gaza/

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