Il New York Times distorce la realtà sui muri di Israele

FOTO – Con una grave distorsione della realtà, il New York Times afferma che è Israele, non i palestinesi, ad essere “circondato da muri”. Shadi Hatem/APA Images

di Michael F. Brown, 18 agosto 2017

Isabel Kershner, scrivendo sul The New York Times, ha recentemente travisato la realtà sui muri costruiti dagli israeliani e il fatto che sono i palestinesi ad essere rinchiusi dentro e non gli israeliani.

Stabilito che trascorre troppo tempo in un ambiente israeliano e troppo poco in un territorio palestinese occupato, capovolge la realtà e scrive: “Sfidato da forze ostili nella maggior parte dei suoi fronti, Israele è già alquanto murata”.

Eppure è proprio Israele ad avere scelto di costruire muri. Le persone da descrivere come “murate” sono palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. I palestinesi sono forzatamente rinchiusi all’interno di bantustan come parte di un sistema globale di apartheid – non gli israeliani.

In tutto l’articolo, Kershner omette a più riprese informazioni vitali su un muro sotterraneo che Israele sta costruendo per ostacolare ulteriormente l’uscita dei palestinesi dalla Striscia di Gaza che tiene saldamente bloccata.

Omissioni

Israele ha accordi di pace con Egitto e Giordania e misure di sicurezza con l’Autorità palestinese perchè sorvegli la propria gente sotto occupazione israeliana.

Anche nelle Alture del Golan occupate, sul suo fronte con la Siria, dove una devastante guerra civile ha ucciso centinaia di migliaia di persone, Israele finanzia gruppi armati di opposizione siriani per mantenere una zona cuscinetto controllata da “forze amiche.”

Eppure questi fatti sono esclusi nella decisione presa dalla Kershner di fare un giro d’orrizonte nei dintorni violenti di un Israele “sfidato da forze ostili sulla maggior parte dei suoi fronti.”

La maggior parte di quei fronti – oltre a quelli in cui il governo israeliano ha firmato accordi di pace con altri Stati – sono territori occupati controllati da Israele da oltre 50 anni.

Considerare delle persone occupate come “ostili” è simile all’equivalenza morale offerta dal presidente americano Donald Trump nell’equazione antifascisti e anti-razzisti con nazisti e suprematisti bianchi.

In quale altro modo, persone sotto un’occupazione militare oppressiva che le priva dei loro diritti più elementari mentre sistematicamente si colonizza la loro terra, si suppone che sentano i loro occupanti?

Eppure Kershner utilizza il termine riduttivo “forze ostili”, sottovalutando milioni di persone occupate che chiedono pari diritti e un ritorno a case e proprietà rubate.

Omessa è anche una citazione razzista che risale all’inizio dello scorso anno quando il primo ministro Benjamin Netanyahu parlò della sua determinazione a costruire muri in tutto Israele, anche se alcune di queste costruzioni saranno chiaramente in territorio palestinese occupato.

Paragonando i palestinesi agli animali, Netanyahu dichiarò: “Nei nostri dintorni abbiamo bisogno di proteggerci da bestie selvagge.”

Il muro di Israele con l’Egitto, anche se i lettori non lo apprenderanno in questo articolo della Kershner, è stato costruito in buona parte per impedire a migranti e rifugiati africani, principalmente dall’Eritrea e dal Sudan, di fuggire dalla guerra e da altri pericoli.

Lo stesso Netanyahu lo ha ammesso.

Il presidente Trump ha ragione. Ho costruito un muro lungo il confine meridionale di Israele. Si è fermata tutta l’immigrazione clandestina. Grande successo. Grande idea.

Non rilevato nell’articolo della Kershner che l’anno scorso gli Stati Uniti hanno stanziato 120 milioni di dollari in tre anni per gli Stati Uniti e le forze armate israeliane per sviluppare congiuntamente un sistema per individuare i tunnel. Il New York Times ha riferito di quel finanziamento, ma nel contesto di un articolo sui tunnel tra il Messico e gli Stati Uniti.

Accaparramento di terre non dichiarato

La Kershner sostiene che le “recinzioni e le sezioni in superficie di muro di cemento che attraversano le parti della Cisgiordania” sono “un’eredità degli attacchi suicidi palestinesi durante la seconda intifada”.

Ma manca di annotare l’opinione di molti osservatori che, per il fatto che l’85% della barriera corre all’interno della Cisgiordania occupata, la costruzione di Israele sembra essere molto più un accaparramento di terra che non una qualsiasi cosa che abbia a che fare con la sicurezza.

Rimangono numerosi varchi e altre vulnerabilità che decine di migliaia di palestinesi usano per aggirare ogni anno la barriera incompiuta in Cisgiordania.

Questo fatto mina l’affermazione di Israele – ripetuta anche da Trump per giustificare il suo progetto di costruire un muro lungo il confine tra Usa e Messico – che la barriera è una misura di sicurezza efficace.

L’evidenza indica che ciò che ha fermato gli attacchi suicidi non è il muro, ma la decisione delle fazioni palestinesi di abbandonare questa tattica.

Né la Kershner menziona che la Corte internazionale di giustizia ha stabilito nel 2004 che la barriera di Israele corre “all’opposto del diritto internazionale”.

Questo risulta da un articolo di marzo del New York Times di cui Electronic Intifada ha riferito.

Lì, Russell Goldman scriveva che le finestre di una “guest house di nove camere” a Betlemme “si affacciano sulla barriera che separa il territorio [della Cisgiordania] da Israele”.

In realtà, il muro fuori dall’hotel separa territorio della Cisgiordania occupata da territorio della Cisgiordania occupata. La mancanza di volontà del New York Times di correggere l’articolo può lasciare ai lettori l’impressione che non conosca la geografia del luogo o che abbia ceduto almeno una parte della Cisgiordania a Israele.

Travisare i tunnel

La Kershner è anche vaga sul modo in cui i tunnel furono utilizzati da Hamas durante l’attacco israeliano del 2014 a Gaza.

Scrive: “Nel 2014, dopo 50 giorni di combattimenti, Israele dichiarò di aver messo fuori uso decine di tunnel di Hamas, tra cui diversi che si addentravano in territorio israeliano minacciando le comunità civili vicine. Alcuni erano stati utilizzati per attaccare soldati.”

Dovrebbe essere più chiara. Qualcuno di questi tunnel è stato usato per attaccare civili? La risposta dell’inchiesta indipendente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla guerra 2014 è no.

Il rapporto del 2015 ha dichiarato che “i tunnel sono stati utilizzati solo per condurre attacchi diretti alle posizioni dell’esercito israeliano in Israele in prossimità della linea verde, legittimi obiettivi militari”.

Kershner ha l’obbligo verso i suoi lettori di dichiararlo, in particolare dopo il massacro che ha visto sei civili israeliani uccisi, contro i 1.462 civili palestinesi – di cui 551 bambini – che hanno perso la vita durante l’assalto di Israele.

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

fonte: https://electronicintifada.net/blogs/michael-f-brown/new-york-times-distorts-reality-israels-walls