Il leader palestinese rifiuta compromesso sul sostegno ai detenuti e alle famiglie dei martiri

Il leader palestinese Mahmoud Abbas ha pronunciato il 20 settembre un forte discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite fortemente incentrato sulla soluzione dei due stati, mentre rifiuta qualsiasi compromesso sulla questione del sostegno ai detenuti e alle famiglie dei martiri.

di Daoud Kuttab, 21 settembre 2017

Copertina – Il presidente palestinese Mahmoud Abbas si rivolge alla 72a Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sede dell’ONU a New York, Stati Uniti, il 20 settembre 2017.

Il leader palestinese Mahmoud Abbas il 20 settembre ha pronunciato  un forte discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite fortemente incentrato sulla soluzione dei due stati, mentre rifiuta qualsiasi compromesso sulla questione del sostegno ai detenuti e alle famiglie dei martiri.

In un discorso di 3.047 parole a New York City, Abbas ha fatto riferimento all’occupazione israeliana 28 volte, criticando l’allusione dell’ambasciatore statunitense in Israele David Friedman ad una presunta occupazione.

“È molto strano ascoltare alcuni di coloro che hanno la responsabilità di porre fine a questa occupazione fare riferimento ad una “presunta occupazione “,

ha detto Abbas.

Il presidente palestinese ha anche usato il termine “pace” 27 volte e fatto riferimento a “Israele” e “Palestina” 26 volte ciascuno. Lo “Stato di Palestina” è stato richiamato 18 volte, mentre il termine “soluzione a due stati” è stato menzionato 13 volte. Né il presidente degli Stati Uniti Donald Trump né il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha parlato prima di Abbas, hanno mai menzionato la Palestina, l’occupazione o la soluzione dei due stati nei loro rispettivi discorsi presso l’Assemblea generale.

Forse la parte più forte del discorso di Abbas è stata il suo riferimento ai prigionieri e ai martiri. Alla fine del suo discorso ai membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha lodato i gerosolimitani, i palestinesi in esilio e nella diaspora e i palestinesi in Cisgiordania e Gaza, incoraggiandoli a essere pazienti con la promessa che “la libertà sta arrivando ed è inevitabile.” Abbas ha usato il termine “Saluto” nel rivolgersi ai gruppi, compreso un gruppo speciale che è stato oggetto di critiche congressuali israeliane e statunitensi.

“Saluto i nostri gloriosi martiri e i nostri coraggiosi prigionieri nelle prigioni israeliane”, ha dichiarato Abbas, come provocazione contro un disegno di legge congressuale anti-palestinese degli Stati Uniti, il Taylor Force Act, che taglierà gli aiuti statunitensi ai palestinesi se l’Autorità palestinese continuerà nella sua decennale politica di fornire stipendi ai prigionieri e alle famiglie di coloro che sono stati uccisi nella lotta palestinese. Mentre il sostegno procede da cinque decenni, il Fondo del prigioniero e del martire è stato istituito come parte della Palestinian Basic Law e recentemente è stato attaccato dal governo israeliano e dal Congresso degli Stati Uniti. Il Comitato degli Esteri del Senato degli Stati Uniti ha approvato il progetto di legge anti-palestinese con un voto di 17- 4 il 3 agosto. Sia gli Stati Uniti che Israele non si sono fatti un grande problema nel passato delle leggi palestinesi che provvedono un sostegno per i prigionieri e le famiglie di coloro che sono uccisi. L’articolo 22 della Basic Palestinian Law, approvato dal Consiglio legislativo palestinese nel 1997 e ratificato dal presidente Yasser Arafat nel 2002, richiama “il mantenimento della protezione sociale alle famiglie di martiri, prigionieri di guerra, feriti e disabili”.

Il Dipartimento di Stato americano il 14 settembre ha dichiarato che l’amministrazione Trump “sostiene con forza il Taylor Force Act, che è una conseguenza della politica di (AP) e OLP di pagare i terroristi e le loro famiglie.”

Reuters il 4 agosto ha stimato che se emanato, il disegno di legge avrebbe come conseguenza la riduzione del sostegno degli Stati Uniti ai palestinesi di 300 milioni di dollari all’anno.

Il sostegno dell’amministrazione Trump al Taylor Force Act è in totale contrasto con le parole e le azioni di Trump e dei suoi aiutanti. In un incontro con Abbas dopo il suo discorso in cui ha salutato prigionieri e martiri, Trump ha elogiato il leader palestinese. “È un grande onore avere il Presidente Abbas dell’AP con noi e i suoi rappresentanti, che hanno lavorato molto duramente con tutti coloro che sono coinvolti nella direzione della pace”, ha detto Trump il 20 settembre nell’accogliere Abbas e la sua delegazione a New York dopo il discorso di Abbas.

Presente all’incontro tra Trump e Abbas c’era Jason Greenblatt, assistente di Trump e rappresentante speciale per i negoziati internazionali. Greenblatt aveva parlato il 19 settembre a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite all’Ad Hoc Liaison Committee, dicendo che gli Stati Uniti lavoreranno con la comunità dei donatori per aiutare a sostenere l’economia palestinese.

Forse per mostrare che, pur sostenendo pubblicamente il Taylor Force Act, l’amministrazione Trump ha indirizzato silenziosamente altri 20 milioni di dollari verso progetti di cui avrebbe “beneficiato direttamente” l’AP. Il Jewish Insider, a New York, ha citato fonti congressuali statunitensi affermando che i soldi sono stati trasferiti senza fanfara e prima che l’atto anti-palestinese entri in vigore. “Significa che l’amministrazione Trump sta cercando di fare uscire soldi fuori dalla porta prima che il Taylor Force Act entri in vigore”, ha riferito un assistente congressuale al giornalista del Jewish Insider di Washington Aaron Magid.

La questione dei prigionieri e dei martiri è una forte linea rossa nella società palestinese. Forse è questo il motivo per cui, dopo anni di quiete, la leadership israeliana ha cercato di utilizzare questo argomento facendo pressione su di esso per fare progressi nei colloqui di pace, nel tentativo di mostrare i palestinesi come l’ostacolo per la pace. Abbas, che potrebbe fare uno dei suoi ultimi discorsi alle Nazioni Unite, ha respinto qualsiasi compromesso su questo tema e ha tentato di riportare l’attenzione sul problema principale dell’occupazione e della soluzione a due stati. Mentre è improbabile che il Congresso americano filoisraeliano e la Casa Bianca non seguiranno questa legge, i segnali contrastanti al riguardo sembrano mostrare lo scisma tra la retorica e la realtà di Trump nel mettere in pratica il continuo parlare di un “definitivo accordo di pace” israelo-palestinese.

 

 

Traduzione di Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

Fonte: http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2017/09/unga-abbas-taylor-force-act-two-state-solution-prisoners.html?utm_source=Boomtrain&utm_medium=manual&utm_campaign=20170922&bt_ee=sIr4KU3SUlc3GT5ErsKdYS1+RQegfoQzYWa5eFPY+feQ8thRiz2uxN05aadyhNOo&bt_ts=1506092246166

 

 

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