Ziad Medoukh, coordinatore del Centre per la Pace di Gaza, non può ritirare il premio Gandhi

Immaginate cosa accadrebbe se a un docente israeliano fosse impedito di entrare in un paese per ricevere un premio da una Università.

5 novembre 2017 – Carmela Ieroianni

Immaginate cosa accadrebbe se a un docente israeliano fosse impedito di entrare in un paese per ricevere un premio da una Università.
Quel paese sarebbe tacciato di antisemitismo tutti gli ebrei del mondo verrebbero invitati a non comprare più prodotti di quel paese. Chiesto di non andare più in vacanza in quel covo di antisemiti.
Ziad Medoukhba professore nell’Università di Gaza, direttore di un centro per la PACE (avete letto bene, neanche resistenza, ma pace) insignito del premio da una istituzione indiana, dopo aver ottenuto tutti i permessi, con ogni carta in regola, non ci andrà. Israele non vuole.

Ne parleranno i media europei, grideranno contro l’ingiustizia tutti coloro che, anche se criticano Israele, non vogliono sentir parlare di boicottaggio culturale?

A centinaia di palestinesi viene impedito di godere delle borse di studio all’estero. Israele non vuole, cultura=terrorismo. Lo sa bene. Le università israeliane infatti, loro si, collaborano con l’esercito, forniscono innovazione, tecnologia e tutto ciò che possono fare con le loro menti illuminate e “addestrate”.

Agli intellettuali gazawi non è concesso uscire dalla prigione a cielo aperto. Avevano un bellissimo aeroporto, un documentario proiettato a Londra, racconta i ricordi e le immagini dell’aeroporto di Gaza, pagato con i soldi europei, ma l Europa non ha mosso un dito né richiesto il risarcimento, quando l’ aviazione israelina lo ha bombardato nel 2001.

Non per nulla israele è un popolo eletto, eletto a fare quello che vuole, tanto il mondo si piegherà sempre ai tuoi soprusi.

Ziad Medoukh, direttore del dipartimento francese dell’università di Al-Aqsa a Gaza in Palestina, Coordinatore del Centro per la Pace, è stato designato come vincitore del Premio Internazionale della Fondazione indiana Jamnalal Bajaj per il 2017 nella categoria “promozione dei valori gandhiani al di fuori dell’India”.

Per le sue azioni e attività con i bambini e la gioventù di Gaza, doveva ricevere il suo premio in India alla fine di ottobre 2017, in occasione di una cerimonia ufficiale a Mumbai. Egli non potrà farlo, purtroppo, perchè non può uscire da Gaza a causa del blocco israeliano e la chiusura delle frontiere che collegano Gaza col resto del mondo.

Malgrado abbia ottenuto tutti   i permessi necessari di uscita, Ziad Medoukh rimane bloccato nella sua prigione a cielo aperto, come l’intera popolazione civile della regione sotto blocco israeliano da oltre dieci anni.

Le difficoltà dell’uscita di questo accademico dimostrano la dura realtà vissuta da un’intera popolazione bloccata, che subisce un blocco inumano e che vive in condizioni insopportabili. La Striscia di Gaza è ancora occupata dall’esercito israeliano che controlla il cielo, i confini e il mare di questa regione.

Per viaggiare all’estero, i palestinesi a Gaza sono costretti a passare attraverso il valico di Rafah nella striscia meridionale di Gaza, al confine con l’Egitto, o attraverso passaggi israeliani spesso chiusi e a loro vietati.

Centinaia di studenti hanno perso le borse di studio e le iscrizioni alle università straniere e decine di studiosi non possono partecipare a conferenze e riunioni scientifiche all’estero a causa di questo blocco che viola il diritto internazionale e davanti alla complicità silenziosa una comunità internazionale che chiude un occhio.

L’esercito israeliano ha distrutto nel 2001 l’unico aeroporto internazionale di Gaza, un aeroporto costruito con soldi provenienti dall’Europa che non ha mai condannato la sua distruzione né chiesto indennizzo allo stato di Israele che continua ogni giorno a demolire case palestinesi.

 

È molto difficile immaginare che nel 2017 ci sia ancora un popolo, un intero popolo bloccato, circondato, che non può  lasciare il proprio paese  occupato. E’ una vera ingiustizia!

Il vincitore  palestinese del premio chiederà a uno dei suoi amici di leggere il suo discorso e   ricevere durante la cerimonia la medaglia e il diploma per lui. Spedirà una lettera che sarà letta, le sue parole attraverseranno i confini e supereranno il blocco della vergogna imposto dalle forze di occupazione israeliane su più di due milioni di palestinesi a Gaza, sotto l’occhio vigile di un mondo che si dichiara libero, ma che  sta in silenzio.

 

Malgrado le condizioni molto difficili e il particolare contesto segnato dal disumano blocco israeliano, Ziad Medoukh persegue instancabilmente il suo lavoro e il suo impegno con i giovani e i bambini di Gaza.

Ziad Medoukh ringrazia   tutti gli amici per il loro sostegno  e la solidarietà in tutto il mondo. Continuerà la sua lotta, le sue attività e le sue azioni con le sue parole, la sua poesia e la sua penna per il superamento del blocco israeliano, per la libertà della Palestina e per una pace duratura che si dovrà realizzare prima attraverso la giustizia.

 

Introduzione Carmela Ieroianni – Invictapalestina

trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://www.france-palestine.org/Ziad-Medoukh-ne-pourra-pas-recevoir-son-prix-international-en-Inde-a-cause-du

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