In Palestina, cristiani e musulmani per un onore comune.

Sapete qual è la cosa più bella in tutto questo casino?
Non solo i Palestinesi di fede musulmana sono nelle strade a manifestare e ad urlare la loro rabbia, ma accanto a loro si uniscono i cuori e le ferite sanguinanti dei Palestinesi di fede cristiana e non-credenti. Così anche da rispondere a quel pensiero comune dettato e ben accolto dall’Occidente, soprattutto qui in Italia, dei Palestinesi come tutti musulmani e quindi, per tale pensiero, “terroristi”, le differenze si sprecano.
L’unione secolare tra i Palestinesi musulmani e cristiani è sempre stata uno degli elementi primari per la difesa della loro madre-patria, la Palestina. Perché se pensate che i Palestinesi di fede cristiana abbiano subito meno ingiustizie rispetto ai loro fratelli musulmani, vi sbagliate di grosso; se pensate che i Palestinesi di fede cristiana non siano parte di questa lotta per la libertà, vi state illudendo.

Donna palestinese di fede cristiana in preghiera nella Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme

Per la Palestina e per Gerusalemme, anche la più piccola differenza si annulla. Non ci sono più Palestinesi musulmani, cristiani e non credenti. Per la Palestina e per Gerusalemme ci sono i Palestinesi. Gerusalemme così non è semplicemente musulmana, cristiana ed ebraica. Gerusalemme è palestinese, perchè, come una persona a me molto cara disse poco giorni fa, “i palestinesi non hanno aspirazioni su Gerusalemme. Non sono un corpo estraneo ad essa. I palestinesi non hanno aspirazioni su Gerusalemme ma hanno dei diritti veri e propri in essa. I palestinesi non possono conquistarla come se fosse un oggetto di aspirazioni politiche. Non si può conquistare ciò che è già parte di te. I palestinesi sono parte di Gerusalemme.”
E chi ben conosce l’ospitalità e l’umanità del popolo palestinese, sa bene che palestinese è l’abbraccio di persone, religioni e culture diverse della Città Santa.
I Palestinesi inspirano ed espirano Gerusalemme; le strade della Palestina diramano la sua essenza a Betlemme, Nablus, Jenin, al-Khalîl, Nazareth, Acri, Haifa, Yafa, Ramallah, Gerico, Gaza, Rafah… Non esiste polizia, esercito o checkpoint che possa fermare lo scorrere della vita e dell’unione in tutta la Palestina.
Ed è per questo che il popolo palestinese è resiliente; è per questo che il popolo palestinese esiste e resiste. La resistenza è la sua essenza. La libertà è la sua dignità. La Palestina è la sua ragione di vita. Gerusalemme è il suo respiro.

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