Fondamentalismo israeliano su WEB

“…propaganda da uomo di sinistra imbottito di boiate che si sente pure offeso… Gli fan cagare gli ebrei vivi ma che il 27 gennaio piange quelli già morti” – Copertina: MK Oren Hazan (Likud) scatta un selfie con il presidente Donald Trump al suo arrivo in Israele, il 22 maggio 2017. (photo credit: TWITTER)

 

Roma 7 gennaio 2018

Ieri abbiamo tradotto, sottotitolato e pubblicato il video nel quale si vede un ministro israeliano che in streaming sulla sua pagina Facebook trasmette il maltrattamento inflitto a una coraggiosa donna palestinese in viaggio per far visita al figlio incarcerato per atti di resistenza all’occupazione israeliana, giudicati atti di terrorismo dal tribunale militare. Sicuramente non c’è nessun confronto fra la nobiltà d’animo della mamma e il comportamento arrogante e fondamentalista del ministro collegato in diretta con i   103.000 fans che seguono la sua pagina Facebook.

Come ha sottolineato  il nostro lettore Marco Lo Bue con un commento sulla pagina di Invictapalestina, sono altrettanto oltraggiosi i commenti dei lettori esaltati in una spirale di odio verso gli arabi.

Marco Lo Bue – Mi sono collegato alla pagina di Oren Hazan e, fra i primi e più recenti post, c’è un suo messaggio in cui inneggia alla pena di morte per i terroristi. Poichè non parla mai di palestinesi, deduco che si riferisca a questi ultimi, definendoli tout court “terroristi”. Anche se in ebraico, il traduttore di Google è sufficiente per capire il livello criminoso di questo deputato della Knesset. Ma la cosa più preoccupante sono i commenti; andate a leggerli, sempre con Google; non credo di aver mai letto nulla di più schifoso.

Gideon Levy, giornalista israeliano, in diversi suoi articoli lancia messaggi di allarme che rimangono inascoltati nel suo stesso paese perché l’occupazione, la violenza,  il razzismo, l’apartheid prevalgono su qualsiasi altro progetto.

Gideon Levy – Ogni israeliano con un po’ di coscienza dovrebbe leggere il testamento di Omar al Abed, il palestinese che il 21 luglio ha ucciso tre israeliani in Cisgiordania. Non leggere le sue parole è un tradimento. Pensare che metal detector e uccisioni mirate, un maggior numero di detenzioni e demolizioni di case, la tortura e l’oppressione possano evitare i molti attentati che ancora devono succedere è un tradimento. Girare la testa dall’altra parte è un tradimento…

…la disperazione è profonda in Cisgiordania. Nella Striscia di Gaza lo è anche di più. La cosa dovrebbe impedire a ogni israeliano di prendere sonno la notte, poiché la responsabilità per questa situazione è perlopiù del loro stato. Ma se il fatto di essere i responsabili morali della disperazione dei palestinesi non basta a togliere il sonno agli israeliani, dovrebbe bastare il fatto che una simile disperazione annuncia disgrazie anche per loro. (articolo completo: https://www.internazionale.it/opinione/gideon-levy/2017/07/25/israele-ascoltare-palestinesi)

Qual’è la situazione in Italia?

Roma, 3 gen. (AdnKronos) – “Israele, Stato democratico e repubblicano, sta per ripristinare la pena di morte contro i responsabili di attacchi terroristici. Perché ‘quanti tagliano la gola e al tempo stesso ridono non trascorreranno la loro esistenza fra le mura di una prigione ma saranno messi a morte’. Sono parole pronunciate oggi dal premier israeliano Netanyahu e francamente non posso che trovarmi in totale accordo con questa sua frase e con il voto espresso oggi dalla Knesset. Mi chiedo se davvero non si sia fatta una sciocchezza, quando si è voluta abolire la pena di morte da noi, perché politicamente scorretta”. Lo afferma Roberto Calderoli, esponente della Lega e vicepresidente del Senato.

L’atteggiamento non cambia tra le varie comunità italiane che sostengono a prescindere israele con aggressioni verbali, denigrazione, provocazione verso chiunque osi criticare israele e/o qualsiasi associazione fiancheggiatrice. Il 20 dicembre 2017 Rosario, leggendo alcuni post su una di queste pagine Facebook, ha “osato” fare un’osservazione e una valutazione citando le parole dell’ arcivescovo anglicano e attivista sudafricano Desmond Tutu. Senza ulteriori commenti ogni lettore può verificare direttamente il grado di provocazione e rispondere alla domanda: “Qual’è l’aiuto, il contributo che le comunità israeliane italiane (occidentali) possono dare – come scrive Gideon Levy-  senza girare la testa dall’altra parte e tradire il loro stesso paese?”

I post che seguono  (screenshot  integrali) sono in risposta al commento/valutazione di Rosario Citriniti a una pagina Facebook. Letti con attenzione è facile capire sia quali sono gli argomenti della propaganda israeliana, sia le modalità di approccio provocatorio, offensivo, fuorviante per spostare il focus dell’argomento.

 

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