Dovremmo onorare la Striscia di Gaza

Lo spirito di Gaza non è interrotto da nessun assedio e la vita continua nella causa disperata e persa della lotta palestinese. Copertina: la reazione del fratello di un adolescente palestinese  ucciso durante un attacco aereo israeliano a Gaza City   il 14 luglio 2018. \ MOHAMMED SALEM / REUTERS

Gideon Levy Jul 15, 2018 2:28 AM

 

Se non fosse per la striscia di Gaza, l’occupazione sarebbe stata da tempo dimenticata. Se non fosse stato per la Striscia di Gaza Israele avrebbe cancellato il problema palestinese dalla sua agenda e avrebbe continuato a organizzare  i suoi crimini e le sue annessioni, con la sua routine, come se 4 milioni di persone non vivessero sotto il suo tallone.

Se non fosse per la Striscia di Gaza, anche il mondo avrebbe dimenticato. La maggior parte lo ha già fatto. Ecco perché ora dobbiamo salutare la Striscia di Gaza, in particolare lo spirito della Striscia di Gaza, l’unico sopravvissuto nella causa disperata e persa della lotta palestinese per la libertà.

La lotta risoluta della Striscia di Gaza dovrebbe suscitare ammirazione anche in Israele. Le poche  persone informate dovrebbero ringraziare lo spirito ininterrotto della Striscia di Gaza, quello della Cisgiordania si è accartocciato dopo il fallimento della seconda intifada, così come quello dei mediatori di pace israeliani, la maggior parte dei quali sono andati in frantumi molto tempo fa. Solo lo spirito della Striscia di Gaza è risoluto nella sua lotta.

E così, chiunque non voglia vivere per sempre in un paese malvagio deve rispettare i giovani della Striscia di Gaza che stanno ancora cercando di lottare. Se non fosse per gli aquiloni, gli incendi, i razzi Qassam, i palestinesi sarebbero stati completamente estinti con consapevolezza di tutti in Israele. L’interesse sarebbe stato solo per  la Coppa del Mondo e l’Eurovision Song Contest.

Se non fosse per i campi incendiati nel sud ci sarebbe solo un’enorme bandiera bianca alzata non solo sulla Striscia di Gaza, ma su tutto il popolo palestinese. Chi vuole giustizia, anche in Israele, non può aspettare questo tipo di resa.

È difficile, persino insolente, scrivere queste parole nella città tranquilla e sicura di Tel Aviv, dopo un’altra notte insonne e da incubo nel sud,  a causa della politica disumana di Israele supportata dalla maggior parte dei suoi cittadini, compresi quelli che vivono nel sud.

Loro non dovrebbero sostenerne il prezzo, ma ogni lotta richiede vittime innocenti, contro la loro volontà.

Sabato, la 139ª vittima del fuoco israeliano lungo il confine è morta. Aveva 20 anni. Venerdì era stato ucciso un ragazzo di 15 anni. La Striscia di Gaza sta pagando interamente il prezzo col sangue. Questo non la fa desistere. Questo è il suo spirito. Non si può non ammirare.

Lo spirito della Striscia di Gaza non è interrotto da nessun assedio. I demoni di Gerusalemme hanno chiuso il passaggio al confine di Kerem Shalom e Gaza ha sparato. La malvagità nel complesso governativo Kirya a Tel Aviv impedisce ai giovani di ricevere cure mediche in Cisgiordania per salvare le loro gambe dall’amputazione.

Per anni hanno impedito ai pazienti oncologici, tra cui donne e bambini, di ricevere trattamenti salvavita. Lo scorso anno sono state accolte solo il 54% delle richieste di lasciare la Striscia di Gaza per ragioni mediche, rispetto al 93% del 2012. Questo è malvagio. Bisognerebbe leggere la lettera scritta a giugno da  31 oncologi israeliani  che chiedono  la cessazione degli abusi sulle donne di  Gaza malate di cancro i cui permessi per uscire da Gaza richiedono mesi per essere esaminati, decidendo così il loro destino.

I 31 razzi lanciati  dalla Striscia di Gaza venerdì sera verso Israele sono una risposta moderata a questa malvagità. Non sono altro che un tenue promemoria del destino della Striscia di Gaza, indirizzato alle persone che pensano che 2 milioni di persone possano essere trattate in questo modo da oltre 10 anni mentre tutto continua come se nulla stesse accadendo…

La Striscia di Gaza non ha scelta. Neanche Hamas. Ogni tentativo di incolpare l’organizzazione – che desidero solo fosse più laica, più femminista e più democratica – è un’evasione di responsabilità. Non è stato Hamas ad assediare la Striscia di Gaza. Né gli abitanti della Striscia di Gaza si sono rinchiusi.

Israele (e l’Egitto) l’hanno fatto. Ogni esitante tentativo di Hamas di fare qualche progresso con Israele riceve automaticamente il rifiuto israeliano.

Né  il mondo è disposto a parlare, chissà perché.

FOTO – Un drone dell’esercito israeliano vola vicino a un aquilone palestinese lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza, a est di Gaza City, 14 maggio 2018. (AFP)

Tutto ciò  è affidato agli aquiloni, e potrebbe portare a nuovi bombardamenti senza pietà  da parte di Israele, che ovviamente Israele non vuole. Ma quale scelta ha la Striscia di Gaza? Una bandiera bianca di resa sui suoi confini, come i palestinesi della Cisgiordania? Un sogno di un’isola verde al largo delle coste del Mediterraneo, dove il ministro israeliano Yisrael Katz costruirà per loro?

La lotta è l’unica strada che rimane, un percorso che dovrebbe essere rispettato, anche se sei un israeliano e potresti essere la sua vittima.

 

Trad. Invictapalestina.org

Fonte: https://www.haaretz.com/opinion/.premium-we-should-be-saluting-the-gaza-strip-1.6270636

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam