La UEFA (Unione delle Associazioni Calcistiche Europee) ha vietato all’emittente pubblica israeliana di trasmettere le partite negli insediamenti illegali della Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est.
Foto di copertina: Una partita della UEFA Champions League [UEFA Champions League / Facebook]
8 ottobre 2018
La Israel’s Public Broadcasting Corporation, conosciuta come Kan, ha vinto i diritti per trasmettere le partite preliminari della Coppa del Mondo e del Campionato Europeo dopo aver offerto l’anno scorso 5,8 milioni di dollari. Tuttavia, il contratto della UEFA afferma che Kan ” può trasmettere le partite solo all’interno della cosiddetta Green Line, e non in quelli che la UEFA ha definito come i Territori Palestinesi”, ha riferito il Times of Israel. A seguito di questo disaccordo, il contratto non è stato firmato.
La posizione della UEFA è stata presumibilmente assunta per volere del Qatar, il cui canale sportivo è in possesso dei diritti di trasmissione per le partite UEFA in Africa del Nord e in Medio Oriente, compresi i Territori Palestinesi Occupati. “La UEFA ha detto che è stata la rete del Qatar a richiedere che i giochi non vengano trasmessi negli insediamenti ebraici della Cisgiordania”, ha scritto Haaretz.
Il ministro della Cultura e dello Sport israeliano, Miri Regev, ha criticato ieri la dichiarazione della UEFA affermando:
“Le organizzazioni sportive non decidono i confini dello Stato di Israele. L’emittente pubblica israeliana finanziata dal pubblico [Kan] deve lottare per la realizzazione dei diritti di trasmissione in Giudea e Samaria e non arrendersi alle futili richieste della UEFA, che sostiene i tentativi di minare la sovranità israeliana e che chiede la delegittimazione dello Stato di Israele”.
Regev ha aggiunto: “Giudea e Samaria [la West Bank occupata] non sono affatto negoziabili. Fanno parte dello Stato di Israele. Pertanto, i diritti di trasmissione devono includere anche le centinaia di migliaia di cittadini che vivono lì – non sono cittadini di seconda classe “, ha dichiarato al Jerusalem Post.
La presenza di coloni israeliani che vivono oltre la linea verde – la linea dell’armistizio imposto sulla scia della guerra del 1948 – è considerata illegale secondo il diritto internazionale. L’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra stabilisce che “la Potenza occupante non deve deportare o trasferire parti della propria popolazione civile nel territorio che occupa”. Da quando Israele ha occupato la Cisgiordania, così come la Striscia di Gaza, le alture del Golan e Gerusalemme Est nel 1967, qualsiasi insediamento israeliano in questi territori è considerato illegale.
Nonostante questo, Israele ha perseguito la politica di insediamenti illegali e considera questi coloni cittadini israeliani. Secondo l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem “ci sono circa 588.000 coloni in Cisgiordania”. B’Tselem aggiunge che “il tasso di crescita annuale della popolazione dei coloni (esclusa Gerusalemme Est) nel 2015 era più di due volte superiore a quello della popolazione complessiva in Israele: rispettivamente il 4,1% e il 2%% “.
La notizia delle restrizioni della UEFA arriverà come un duro colpo a Israele dopo gli eventi di questa estate, quando la squadra di calcio argentina ha annullato la sua amichevole con Israele prima della Coppa del Mondo. La cancellazione è arrivata dopo che i Palestinesi avevano chiesto al calciatore argentino Lionel Messi di ritirarsi, citando il fatto che giocare a Gerusalemme avrebbe legittimato la rivendicazione di Israele di considerarla come sua capitale e denunciando la violenza israeliana contro i manifestanti palestinesi nella Grande Marcia del Ritorno di Gaza. La cancellazione è stata salutata come una vittoria per il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) e come uno ” spettacolare autogol” per Israele.
TRAD: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org
FONTE: https://www.middleeastmonitor.com/20181008-uefa-bans-israel-from-broadcasting-games-to-illegal-settlements/