C’è in Israele una strana sinistra che ragiona e si comporta come la destra.

Copertina: Uri Avnery (in lingua ebraica: אורי אבנרי, nome originario Helmut Ostermann) (Beckum, 10 settembre 1923 – Tel Aviv, 20 agosto 2018) è stato un giornalista e pacifista israeliano.

6 settembre 2006 –  Uri Avnery

Mi è capitato una volta di vedere un simpatico show di cabaret politico nel quale molte persone   parlavano tra loro emettendo sentenze sconnesse che, tutte quante, terminavano con la parola “ma” . Per esempio : “alcuni dei miei migliori amici sono ebrei, ma…” , ” io non ho niente contro i neri, ma…” , “Detesto davvero il razzismo, ma…” . Ho sentito tante volte ripetere la stessa frase in Israele durante la recente guerra : “io sono di sinistra, ma…”.

Uri Avnery (in lingua ebraica: אורי אבנרי, nome originario Helmut Ostermann) (Beckum, 10 settembre 1923 – Tel Aviv, 20 agosto 2018) è stato un giornalista e pacifista israeliano.

Le stesse identiche parole, seguite poi normalmente da una affermazione di destra. Sembra così che abbiamo una intera comunità di “sinistra-ma” che propone l’annientamento di tutti i villaggi libanesi,   trasformare quel paese in un ammasso di rovine,  abbattere ogni abitazione  sulla testa dei suoi abitanti, nella quale potrebbe (o non potrebbe) trovarsi Hassan Nasrallah. E, tanto che siamo lì, magari anche cancellare Gaza dalla faccia della terra.

Di fronte all’abbondanza di simili affermazioni su tv e giornali sono paradossalmente portato a pregare : “caro Dio, dammi un onesto e buon fascista piuttosto che questi “sinistri-ma”.

Analizzando questa seconda guerra in Libano infatti non possiamo ignorare il ruolo svolto da esponenti della sinistra israeliana, con o senza rilievo.

Alcuni giorni fa ho seguito una intervista televisiva con lo scrittore Joshua Sobol, una gradevole persona nota come esponente della sinistra. Ha affermato che questa guerra ci ha dato diversi e positivi benefici, e ha fatto gli elogi al ministro della difesa Amir Peretz. Sobol non è isolato in questa posizione. Il governo ha dato inizio alla guerra e un folto gruppo di scrittori l’ha sostenuta.

     

Amos Oz, A.B. Jehoshua e David Grossman, che ormai appaiono regolarmente in pubblico come un trio, si sono nuovamente ritrovati uniti nel sostegno del governo, e per giustificare la guerra hanno utilizzato tutto il loro consistente talento verbale.

E non solo questo: alcuni giorni dopo l’inizio della guerra i tre hanno pubblicato un appello nei giornali, esprimendo l’entusiastico sostegno per l’operazione. Un sostegno non solo passivo. Amos Oz, scrittore di notevole prestigio letterario nel mondo, ha scritto un articolo di esplicito sostegno della guerra apparso in diverse autorevoli testate giornalistiche a livello internazionale. Yehoshua e Grossman sono stati molto attivi nella propaganda a favore della guerra, assieme a un folto gruppo di altri scrittori, tra i quali Yoran Kaniuk. Artisti e intellettuali, veri e presunti, si sono trasformati in volontari della riserva per la propaganda, senza neppure essere arruolati. Io credo che questa guerra non avrebbe assunto le sue mostruose dimensioni senza il massiccio sostegno dei “sinistri-ma”, un sostegno che ha reso possibile l’affermazione della logica del muro contro muro, ignorando del tutto le proteste di consistenti aree pacifiste presenti nell’opinione pubblica israeliana.

Il consenso sulla guerra ha tagliato fuori il Meretz , il cui ” guru” è proprio Amos Oz, e Peace Now, ai cui raduni di massa Amos Oz ha spesso partecipato in qualità di speaker principale (quando ancora erano capaci di promuovere raduni di massa). Alcuni si sarebbero aspettati che questo gruppo si sarebbe schierato contro la guerra. Niente affatto. Alcuni giorni prima della fine della guerra il “tripartito” Oz, Yehoshua e Grossman ha pubblicato un secondo appello chiedendo una tregua. E nello stesso momento anche il Meretz e Peace Now hanno invertito rotta. Ma nessuno di loro ha chiesto scusa, ha dimostrato alcun rimorso per il sostegno a una guerra che ha determinato uccisioni e devastazioni.

La loro nuova posizione è stata: la guerra è stata una buona cosa, ma ora è arrivato il tempo di fermarla. Qual è la logica di questa posizione? Il governo ha deciso la guerra apparentemente come risposta alla cattura da parte di Hezbollah di due soldati israeliani, avvenuta in territorio israeliano, e dell’uccisone di altri soldati. L’opinione pubblica israeliana reagì, naturalmente, con rabbia e spirito di vendetta. Ci saremmo aspettati che gli intellettuali, specialmente quelli “di sinistra” , avrebbero ragionato con mente lucida, con senso di responsabilità, soprattutto nei momenti di più forte tensione emotiva e più pericolosi. In circostanze del tutto analoghe persino Ariel Sharon scartò la reazione più estrema e avviò le trattative per lo scambio di prigionieri. […]

 

trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://zope.gush-shalom.org/home/en/channels/avnery/1157640520/

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