Dichiarazione di Ronnie Barkan alla prima udienza del processo ai “Tre di Humboldt” a Berlino.

“Dove, se non a Berlino, come nipote  di quei sopravvissuti che avevano bisogno solo del mondo per parlare, dovremmo esprimere a voce alta il nostro messaggio, ovvero che non staremo in silenzio e che chiederemo agli altri di non  stare mai più in silenzio?”

Ronnie Barkan – Berlino, 4 marzo 2019

Foto di copertina: Ronnie Barkan (da Fresno People’s Media)

Questa è la mia dichiarazione alla Corte, rilasciata  in ebraico (e tradotta in tedesco) il 4 marzo 2019, # Humboldt3 a Berlino.

“Sono qui oggi con un senso di orgoglio.

Non l’orgoglio della vanità, ma l’orgoglio di sapere che quello che ho fatto era fondamentalmente giusto e fatto per il bene superiore.

Oggi sono qui come accusatore, non come accusato.

Se da parte mia c’è stata una qualche violazione della legge, non sto comunque facendo abbastanza per porre fine ai gravi crimini di cui lo Stato di Israele è responsabile. Vostro Onore,oggi l’accusato è lo Stato criminale d’Israele e i suoi complici che saranno  nominati in questa aula di tribunale per aver favorito i crimini israeliani contro l’umanità.

Sono anche qui come Ebreo israeliano privilegiato che lavora per smantellare l’apartheid.

” Ebreo israeliano privilegiato”, proprio come il termine “apartheid”, non è una questione di opinione personale, ma di stretta definizione legale. Vedete, Vostro Onore, io non mi definisco Israeliano o Ebreo, poiché questo è il modo in cui lo Stato di Israele mi definisce,questo è il mio status legale sotto l’apartheid israeliano.

La mia cittadinanza è “israeliana”. Ma io non  ho una nazionalità israeliana perché tale nazionalità non esiste. La mia nazionalità secondo lo Stato è “ebraica”. I miei concittadini che provengono da altri background etnici-razziali hanno una diversa nazionalità. Sono cittadini del mio stesso Stato ma cittadini soggiogati di seconda classe; avendo la stessa cittadinanza ma una diversa nazionalità possono essere “Arabi”, “Circassi” o “Drusi”. Questo sistema a due livelli afferma di concedere gli stessi diritti a tutti i suoi cittadini, ma il suo unico scopo è quello di  concedere in modo selettivo i diritti più importanti a un gruppo selezionato, negandolo a tutti gli altri.

Tuttavia, il passaporto che sto tenendo in mano sostiene che la mia nazionalità è “israeliana”. Ma questa è una bugia! Questo rende il mio passaporto e ogni altro passaporto israeliano un documento fraudolento. La Corte Suprema israeliana ha già respinto la nozione di nazionalità “israeliana” , affermando che minerebbe il vero carattere dello Stato di Israele! Questo è assolutamente vero. Avere una nazionalità “israeliana”, avere la stessa nazionalità per tutti i cittadini dello Stato significherebbe che ci sarebbe una qualche base per l’uguaglianza e ciò minerebbe TUTTO ciò che riguarda lo Stato di Israele. I loro documenti interni in ebraico possono dire tutto ciò che vogliono, ma il mio documento in lingua inglese è un documento fraudolento . immaginate come sarebbe se  dichiarasse effettivamente la verità!

Oggi, a più di 70 anni dalla colonizzazione e dall’occupazione della Palestina, esiste un regime che controlla la vita di circa 19 milioni di persone. Solo a un terzo di essi, circa 7 milioni, sono concessi diritti umani e collettivi di base. Quelli sono il gruppo privilegiato a cui appartengo.

I restanti 12 milioni vivono sotto diverse forme di oppressione:

6 milioni vivono in esilio forzato da 7 decenni. Molti di loro sono tutt’ora apolidi, in quanto Israele ha negato loro il diritto di tornare a casa con l’unico scopo di mantenere la purezza etnica in quella terra.

Altri 4 milioni di persone soffrono di un’occupazione militare brutale e barbarica da 5 decenni, un’occupazione che nega loro ogni diritto, incluso in molti casi il diritto alla vita.

Infine, ci sono 2 milioni di cittadini israeliani che, nel migliore dei casi,  sono cittadini di 2a classe. A loro è vietato, per legge,  chiedere uguaglianza, multiculturalismo e diritti delle minoranze, a loro è proibito trasformare Israele in una  democrazia.

Considerando tutto ciò, non sorprende che il rapporto delle Nazioni Unite sull’apartheid israeliano dei rinomati studiosi Tilley e Falk, concluda che lo Stato di Israele pratica il crimine dell’apartheid, uno dei pochi crimini che sono classificati come un crimine contro l’umanità.

Il rapporto conclude che tutti i 12 milioni di Palestinesi sono direttamente colpiti dalle pratiche israeliane di apartheid. Questo include anche i milioni di rifugiati palestinesi, alcuni dei quali  sono residenti in questa città e dovrebbero ricevere protezione come persone perseguitate.

Ma perché sono ancora rifugiati 70 anni dopo?

Per una e una sola ragione : vengono puniti per il reato di etnia sbagliata, così che io, a loro spese,  possa essere un Ebreo israeliano privilegiato.

Se lo Stato di Israele è effettivamente uno Stato di apartheid, allora tutti in questa stanza avrebbero l’obbligo morale e forse legale di opporsi a tali gravi crimini che vengono  perpetrati su base giornaliera e oraria. Questo è esattamente il motivo per cui sono stati redatti i principi di Norimberga, per spingere le persone come noi ad agire.

Quando la rappresentante dell’apartheid e membro della Knesset Aliza Lavie arrivò alla Humboldt University, arrivò esplicitamente per monitorare la campagna BDS che sfida le politiche criminali israeliane che Lavie cerca invece di proteggere e promuovere. Lavie non è solo presidentessa della lobby anti-BDS in Parlamento, è stata anche membro della Commissione Difesa e Affari Esteri che ha deciso e supervisionato il massacro di 2200 persone a Gaza nel luglio 2014, incluso l’omicidio di 551 bambine e bambini. Ironia della sorte, è stata anche il capo della missione al Consiglio europeo, dove è apparsa in diverse occasioni per difendere le violazioni israeliane, dalla difesa della sistematica incarcerazione di massa e tortura dei bambini palestinesi, alla difesa del massacro di manifestanti disarmati lungo la recinzione del ghetto di Gaza, dimostranti la cui semplice e fondamentale richiesta è di tornare alle loro case.

Quando ho affrontato Lavie alla Humboldt University, non solo mi sono opposto alla sua presenza criminale ma   sono andato oltre, cercando di spiegarle il rapporto delle Nazioni Unite che tenevo in mano, cercando di informarla sui suoi crimini. Mentre me ne andavo infatti le ho consegnato la relazione e le ho chiesto di leggerla.

Il fatto che noi siamo qui oggi dimostra che non  ha ancora letto il rapporto e che non ha manifestato rimorso per le sue azioni. Sappiamo anche che deve ancora essere processata.

Questo almeno fino ad oggi, dal momento che questa Corte è in grado di cambiare tutto. Mi aspetto quindi che Vostro Onore prenda sul serio le considerazioni legali relative al crimine dell’apartheid.

Perché dopotutto dove, se non a Berlino, dovrei essere in grado di parlare contro le espressioni più chiare della depravazione umana?

Dove, se non a Berlino, dovremmo essere in grado di opporci a un sistema barbaro che distingue tra “ubermenschen e untermenschen” , basato su caratteristiche razziali ed etniche?

Dove, se non a Berlino, come nipote di quei sopravvissuti che avevano bisogno solo del mondo per parlare, dovremmo esprimere a voce alta il nostro messaggio, ovvero che non staremo in silenzio e che chiederemo agli altri di non  stare mai più in silenzio?

E se questo tribunale sceglierà di guardare dall’altra parte, vorrei ricordare che ho una lunga lista di azioni di disturbo verso i rappresentanti ufficiali dell’apartheid e che non ci sono punizioni adeguate che mi impediranno di farlo in futuro – fino a quando i crimini israeliani contro l’umanità non saranno stati aboliti.

Questa sarà la mia eredità in quel caso.

Mi chiedo solo quale sarà l’eredità di questa corte?”

cc Ronnie Barkan

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org

Fonte : Pagina FB di Ronnie Barkan

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