I Palestinesi dovrebbero sostenere la comunità LGBTQ per meglio affrontare l’occupazione.

Una società in grado di  sostenere le differenze dei suoi membri e delle loro libertà è una società interdipendente in grado di meglio affrontare l’aggressione esterna.

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Ghadir Al Shafie – 8 agosto 2019

A Tel Aviv un ragazzo palestinese di 16 anni è stato pugnalato dai suoi due fratelli a causa della sua sessualità. Come in molti casi di violenza avvenuti nella comunità araba dei palestinesi del 1948, l’incidente aveva suscitato  poca attenzione, anche  perché si  era trattato di un attacco LGBTQ. Ma questa volta, le organizzazioni della società civile palestinese hanno espresso la loro solidarietà  alla vittima e hanno fortemente condannato la violenza contro individui di orientamenti sessuali considerati “non conformi” , indicendo  una protesta per il 1 ° agosto nella città di Haifa.

Cosa ha reso significativa la protesta.

Questa veglia è la prima del suo genere per i palestinesi ed esprime un’importante presa di posizione di un settore di attivisti palestinesi che vedono le libertà personali, comprese le questioni di genere, come parte integrante della loro lotta per la libertà collettiva.

Quando gli uomini e le donne palestinesi affrontano questioni che s’intersecano con l’occupazione, la discriminazione razziale e la persecuzione basata sull’identità sessuale e di genere, non solo danno potere ai movimenti femministi e LGBT nella battaglia per rimuovere queste strutture di violenza e di razzismo, ma si impegnano anche attivamente in  queste battaglie. Questo è il vero cambiamento per il quale dobbiamo lottare.

Cosa significa per la società il modo in cui si è svolto questo episodio di violenza.

La violenza contro la comunità LGBTQ non è nuova, ma questa è la prima volta che assume questa svolta pericolosa e che è chiaramente diretta verso qualcuno a causa della sua sessualità, al fine di scoraggiarne l’omosessualità.

La particolarità di questo incidente è ulteriormente evidenziata dalla solidarietà della società civile palestinese in generale che esprime chiaramente il suo rifiuto e la sua condanna verso tali crimini d’odio.

Inoltre, alcuni politici hanno  parlato della questione della violenza di genere contro le donne e i transessuali  e della necessità di affrontarla. Per la prima volta, assistiamo a una copertura mediatica obiettiva e responsabile dell’evento e alla partecipazione di professionisti dei media a un’iniziativa lanciata dalla società civile, vale a dire la promozione di un video di sensibilizzazione che invita le persone a partecipare alla protesta e spiega l’importanza della lotta contro la violenza verso le persone LGBTQ.

 Il ruolo di quelle istituzioni attive nel raggiungimento della giustizia di genere.

Le organizzazioni della società civile che si occupano di genere e sessualità hanno la responsabilità di condurre un dibattito su tali questioni e dovrebbero essere attive nel creare una società palestinese liberale che abbracci la diversità di genere, una pluralità di identità sessuali e combatta contro ogni forma di oppressione, violenza e discriminazione.

Queste istituzioni mirano a rendere capaci i giovani attivisti di unire e sfidare gli stereotipi e di cambiarli e di presentare una retorica progressista che lotti per il cambiamento, nonché per la giustizia politica e sociale.

Lo sfortunato incidente evidenzia la nostra responsabilità  nel continuare con le attività educative e di sensibilizzazione e per  rafforzare i partenariati tra le istituzioni della nostra società. Sottolinea inoltre l’importanza di evidenziare l’intersezione delle lotte sociali e politiche e di collegarle per combattere tutte le forme di repressione e violenza.

” Perché la società palestinese deve sostenere le persone LGBTQ. Una società in grado di  sostenere le differenze dei suoi membri e delle loro libertà è una società interdipendente in grado di meglio affrontare l’aggressione esterna”.

“La nostra società deve svolgere un ruolo ben preciso nell’affrontare il fenomeno della violenza contro i suoi membri LGBTQ, fornendo loro protezione. Non possiamo contare sulle autorità israeliane, che spesso ostacolano le iniziative palestinesi che si sforzano di frenare questi fenomeni”

L’episodio mostra la necessità di continuare a fornire supporto e sostegno alle persone per promuovere i diritti individuali e collettivi e creare spazi e opportunità per discutere di identità sessuali e di genere, spostando la questione dai margini al centro dell’agenda per il cambiamento sociale.

Noi di “Aswat” – il Centro femminista palestinese per le libertà sessuali e di genere – ci impegniamo a collegare le lotte per le libertà sessuali, femministe e nazionali e a sviluppare meccanismi per combattere tutte le forme di oppressione al fine di raggiungere la libertà e la giustizia per il nostro popolo.

Perché un palestinese gay dovrebbe cercare protezione a Tel Aviv?

Nel tentativo di ridisegnare la sua immagine distorcendo l’immagine dell’arabo palestinese, Israele fabbrica menzogne ​​e inventa miti sul “salvare” i palestinesi dalle loro famiglie e comunità, offrendo loro protezione a Tel Aviv, “oasi di libertà per gli omosessuali”. Tel Aviv potrebbe essere un paradiso per gli israeliani, ma questo non è il caso degli omosessuali palestinesi, e questo accoltellamento lo dimostra.

Le economie indebolite delle città arabe, combinate con campagne di disinformazione e violenza sotto l’egida di Israele, rendono un rifugio LGBTQ in queste città un sogno apparentemente impossibile.

In queste circostanze, l’unica risorsa per coloro che vogliono mettersi al sicuro da attacchi è andare in Israele,  promossa attraverso campagne di “pinkwashing”  come gay-friendly , immagine ulteriormente  diffusa attraverso l’hasbara ,

Qual è il ruolo delle scuole nell’educazione al pluralismo e alle libertà?

Il Ministero della Pubblica Istruzione israeliano, che è responsabile di tutte le istituzioni educative, lavora per escludere le scuole e le associazioni palestinesi da qualsiasi progetto volto a promuovere la tolleranza e il rispetto della diversità e del pluralismo in materia di orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole arabe.

Come parte delle sue politiche, Israele ostacola gli sforzi delle scuole arabe per avviare corsi di formazione e giornate di studio sull’orientamento e l’identità di genere per professionisti e fornitori di servizi che lavorano negli istituti scolastici. Israele attua anche una serie di regole e procedure discriminatorie, in particolare la disparità di distribuzione delle risorse a favore delle scuole, delle istituzioni e delle associazioni israeliane a spese delle scuole e delle associazioni palestinesi, in particolare in progetti che coinvolgono cittadini palestinesi.

Perché la società palestinese deve sostenere  le persone LGBTQ.

Prima di tutto, perché ognuno ha il diritto di esprimere le proprie aspirazioni, orientamenti e sogni, ed è dovere di ogni società garantire questo diritto. Una società in grado di  sostenere le differenze dei suoi membri e delle loro libertà è una società interdipendente in grado di meglio affrontare l’aggressione esterna.

Indipendentemente dal loro orientamento sessuale, i palestinesi sono soggetti a  moltissime forme di discriminazione e a gravi violazioni dei diritti umani. L’incidente dell’accoltellamento conferma che Tel Aviv non offre una soluzione o un cosiddetto rifugio.

In una società in grado di accogliere le differenze (o per lo meno, in grado di rinunciare alla violenza) dovrebbe esistere un rifugio sicuro. Qui le forze di polizia dell’occupazione e le istituzioni perseguono i palestinesi semplicemente per essere palestinesi, indipendentemente dal loro genere o orientamento.

Come menzionato in materia nella dichiarazione congiunta delle nostre istituzioni: “La nostra società deve svolgere un ruolo di base nell’affrontare il fenomeno della violenza contro i suoi membri omosessuali e transgender e fornire loro protezione. Non è un segreto che non possiamo contare sulle autorità israeliane , che spesso ostacolano le iniziative e gli sforzi della comunità palestinese che mirano a frenare questi fenomeni. I rifugi a Tel Aviv e altrove non possono fornire una protezione completa a tutti coloro che sono minacciati e, sebbene importanti, affrontano solo un aspetto di questa poliedrica questione. La violenza di base è simile ad altri tipi di violenza, e occorre affrontarla a partire dalle sue radici.”

 

Trad: Grazia Parolari  “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” .-Invictapalestina.org

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