Sayed: gli USA ci hanno promesso denaro e potere per dissuaderci dal perseguire la resistenza contro il nemico sionista.

In un discorso pronunciato sabato 29 agosto, in occasione dell’ultima notte della commemorazione del lutto di Achoura, Sayed ha rivelato che dal 2000 gli americani stanno cercando di persuadere Hezbollah a rinunciare alla resistenza contro l’entità sionista

Nota di Zohra Credy all’articolo, 31 agosto 2020

Questo articolo è una trascrizione del discorso del Segretario generale di Hezbollah, il Partito della Resistenza libanese contro l’occupazione sionista del Libano. Questo movimento è nato nel 1982 durante la guerra devastatrice condotta da Israele contro il Libano per annientare il movimento di resistenza palestinese che si era rifugiato in Libano dopo l’occupazione della Palestina nel 1948, poi della Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza nel 1967, diventati territori occupati.

Questo movimento di resistenza libanese si è meglio strutturato tra il 1982 e il 2000, di fronte all’occupazione sionista del sud del Libano, al punto da costringere gli occupanti israeliani a ritirarsi incondizionatamente dal Libano meridionale il 25 maggio 2000. Questa data segna un’importante vittoria per la Resistenza libanese e una sconfitta senza precedenti per gli israeliani. È la prima volta che i sionisti lasciano un territorio arabo conquistato senza richieste e senza condizioni.

Questa sconfitta dei sionisti segna un cambiamento radicale negli equilibri di potere tra i sionisti e i vicini arabi. La vittoria della Resistenza libanese nel 2000 pose fine al mito dell’invincibilità dell’esercito israeliano, prima potenza militare del Medio Oriente, e scosso le coscienze dei popoli arabi bloccati nel disfattismo dai loro leader. È in questo contesto di cambiamento di giochi e equilibri strategici che sono intervenuti gli americani, come dichiara Sayed Hassan Nasrallah nel suo discorso del 29 agosto 2020, per aprire canali di negoziazione con la Resistenza libanese al fine di offrirle potere e potenza in cambio della sua neutralità nei confronti di Israele, essendo l’unica preoccupazione degli USA quella di garantire la supremazia militare dei sionisti sul Levante e dunque questa cultura della Resistenza viene percepita come una minaccia per il futuro dell’entità sionista.

Di conseguenza, tutti i mezzi politici e diplomatici sono stati mobilitati e utilizzati contro la Resistenza libanese: la risoluzione 1559 sul disarmo con la forza della Resistenza; l’assassinio del Primo Ministro Rafiq Hariri nel 2005; l’istituzione di una Corte penale internazionale per il Libano; e persino una nuova guerra contro il Libano per sradicare questo movimento nel 2006.

Ma di fronte a un nuovo fallimento militare dell’esercito sionista e alla sua cocente sconfitta nel 2006, i sionisti-imperialisti sono tornati alle sanzioni economiche, alla guerra mediatica di demonizzazione e alla censura contro i siti web della Resistenza, campagna in cui Facebook è fortemente coinvolto. Nessun articolo si può condividere da questi siti, soprattutto dal sito della Resistenza al-Manar, come l’articolo che vi proponiamo qui di seguito.

 

Sayed: gli USA ci hanno promesso denaro e potere per dissuaderci dal perseguire la resistenza contro il nemico sionista.

In un discorso pronunciato sabato 29 agosto, in occasione dell’ultima notte della commemorazione del lutto di Achoura, Sayed ha rivelato che dal 2000 gli americani stanno cercando di persuadere Hezbollah a rinunciare alla resistenza contro l’entità sionista, in cambio di promesse allettanti,
′′denaro, potere o addirittura un sistema politico a nostro favore′′.
Ha detto che ′′dal 2000 gli USA stanno cercando, attraverso una terza parte, di far sì che Hezbollah apra una linea con gli americani. Ci dicono che vogliono la sicurezza dell’entità sionista e in cambio ci concedono tutto ciò che vogliamo. Ci hanno offerto denaro, potere e sviluppo del sistema politico a nostro favore in cambio dell’abbandono della nostra causa (Resistenza). Una proposta da noi fermamente respinta”.

′′Quando si tratta di un confronto tra il bene e il male, non c’è posto per la neutralità. In passato i profeti non adottavano la neutralità nel conflitto tra bene e male. È nostro dovere religioso, razionale e morale difendere la verità e combattere il male”, ha inoltre lanciato il numero uno di Hezbollah in risposta all’appello alla neutralità del Libano difeso, tra l’altro, dal Patriarca maronita, Béchara Rai.

Il segretario generale ha inoltre segnalato una guerra mediatica senza precedenti contro la Resistenza.

′′Le voci e le menzogne, da sempre utilizzate nella storia, oggi lo sono come non mai. Ambasciate straniere e del Golfo pagano decine di milioni di dollari ai media per puntare il dito su Hezbollah, pubblicando menzogne e voci sul movimento della Resistenza, ha segnalato – ritenendo che questa campagna finanziata dagli USA e dai paesi del Golfo non ha raggiunto i suoi obiettivi.

′′Così smisero di dare denaro a molti siti di media, perché ritennero di aver fallito la missione di seminare zizzania nella base della resistenza. Ma oggi hanno ripreso a pagare questi media, perché stanno combattendo una nuova battaglia. Centinaia di canali satellitari, quotidiani, riviste, siti web, oltre a eserciti informatici sono mobilitati sulle reti contro Hezbollah e l’asse della Resistenza.

Hanno fallito nella loro guerra militare contro di noi… Le pressioni che abbiamo affrontato sono le più pericolose degli ultimi 50 anni. Una stessa cellula oscura dirige questa guerra mediatica su tutti i media internazionali, regionali e locali.”

E Sayed raccomanda:“Il nostro dovere è affrontarli. Lo sviluppo delle nostre capacità mediatiche e della nostra presenza sui social è di grande importanza in questa guerra del software. Preservare la nostra credibilità, impegno e lealtà sconfiggerà la loro guerra mediatica menzognera”.

A suo avviso occorre anche boicottare questi prodotti mediatici e questi media menzogneri:

′′Perché dovremmo seguire un media basato sulla menzogna e sull’ipocrisia?”, si è interrogato.

E chiarisce: “La nostra politica di non rispondere a determinati articoli, menzogne e accuse contribuisce a denigrarli per far fronte alle loro pressioni… Basta una semplice reazione spontanea da parte di una madre di un martire per distruggere l’impatto di centinaia di migliaia di dollari che possono avere speso sui loro canali e social ingannevoli per offuscare la nostra immagine.

E Sayed Nasrallah ha concluso: “Oggi dico loro, a nome di tutti voi, che la politica della carota e del bastone e quella degli omicidi politici non avranno successo e non ci spaventeranno. Le vostre voci e guerre psicologiche non influenzeranno la nostra volontà. Tutto quello che si sente nei media, come intimidazioni alla normalizzazione e l’arrivo in Libano di navi, di portaerei americane e eserciti stranieri e di paesi del Golfo non spaventerà i nostri combattenti. Da settant’anni resistitiamo con forza contro i vostri piani. Siamo pieni di speranza e di fiducia in Dio che ci ha concesso la Sua vittoria”.

 

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