Il genocidio di Israele a Gaza continua, ma l’Europa ne sta finalmente prendendo atto?

Un lungo e crudele assedio, costanti attacchi israeliani con conseguente uccisione di innumerevoli civili, distruzione di case e infrastrutture, estrema povertà e traumi rimangono il pane quotidiano dei palestinesi a Gaza.

Fonte: English Version

Di Miko Peled – 22 dicembre 2020

Foto di copertina: Palestinesi guardano dalla loro casa in una baraccopoli alla periferia del campo profughi di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, 25 novembre 2020. Khalil Hamra | AP

Un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2018 ha dichiarato che entro il 2020 la Striscia di Gaza sarebbe stata inabitabile. Citava specificamente che: “le Nazioni Unite hanno dichiarato che Gaza potrebbe essere invivibile entro il 2020”. Il rapporto sottolineava anche che “Michael Lynk, Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, ha richiamato l’attenzione sulla persistente mancata cooperazione di Israele con il mandato del Relatore Speciale. Come con i suoi due predecessori, Israele non gli ha concesso l’ingresso per visitare il paese, né il territorio palestinese occupato”. Chiunque pensi che la Striscia di Gaza fosse vivibile prima del 2020 è un folle.

Nella Striscia di Gaza si consuma un disastro umanitario da quando è stata creata artificialmente all’indomani della campagna sionista di pulizia etnica del 1948. È stata pensata principalmente come luogo di detenzione per le centinaia di migliaia di palestinesi cacciati dalle loro terre dai terroristi sionisti nel sud della Palestina. Impoveriti e senzatetto, questi profughi sono stati costretti a sopravvivere grazie a sussidi, e oggi costituiscono più della metà dei 2,2 milioni di abitanti della Striscia di Gaza. Considerando l’elevato tenore di vita dei cittadini israeliani in quella parte del paese, vivendo come fanno nelle stesse terre da cui i palestinesi furono esiliati, la “Striscia” non è mai stata “vivibile.”

Oramai il 2020 è passato, il rapporto delle Nazioni Unite è stato accantonato e non è cambiato nulla. Oltre due milioni di persone rimangono imprigionate da Israele nella Striscia di Gaza. Soffrono della mancanza dei bisogni più elementari come acqua potabile, elettricità, medicine e cibo. Israele nega loro anche i diritti umani fondamentali, mentre gli israeliani che vivono a pochi minuti di distanza godono di un tenore di vita che è, in ogni caso, invidiabile, con pieno accesso alle migliori cure sanitarie, alimentazione e acqua pulita.

Una delegazione europea in visita

Una delegazione di rappresentanti europei ha recentemente visitato Gaza, ma non hanno usato la loro influenza, politica o meno, per porre fine alle violazioni israeliane dei diritti umani e del diritto internazionale.

Non ci sarebbe voluto molto ai rappresentanti dell’Unione Europea per vedere la devastazione, la povertà e le gravi carenze vissute dalla popolazione di Gaza. Tutto quello che dovevano fare era guidare attraverso la Striscia di Gaza per averne le prove, eppure non sembra esserci alcun cambiamento di atteggiamento da parte degli europei.

Una famiglia prepara il tè in uno slum alla periferia del campo profughi di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, il 25 novembre 2020. Khalil Hamra | AP

Infatti, secondo la stampa israeliana, la Germania ha appena annunciato che, al fine di fornire a Israele un vaccino di fabbricazione europea per il Covid-19, “la Germania ha usato la sua influenza nell’Unione per  bypassare la regola secondo cui una vaccinazione prodotta in Europa spetterebbe prima ai paesi europei. La Germania ha in parte giustificato la decisione attraverso il suo “impegno storico a sostenere Israele”.Pur sapendo benissimo che la diffusione del Covid-19 tra i palestinesi è allarmante e che a milioni di essi viene negata l’assistenza sanitaria, nessun impegno del genere è stato preso per assistere i palestinesi nella loro lotta contro la malattia mortale.

Complicità

La solidarietà che gli europei dimostrano cooperando con lo Stato di Israele,  pur affermando di essere paladini dei diritti umani, equivale a complicità. Secondo la Convenzione di Ginevra, in particolare lo Statuto di Roma, la cooperazione europea con Israele costituisce complicità nel genocidio. Quando si guarda alla definizione di genocidio e la si confronta con le azioni di Israele a Gaza, è abbastanza chiaro che lo Stato sionista è impegnato in un genocidio.

Convenzione sulla prevenzione e condanna del crimine di genocidio

Articolo II

Nella presente Convenzione, per genocidio si intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:

1.Uccidere membri del gruppo

2.Provocare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo

3.Infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita calcolate per determinarne la distruzione fisica in tutto o in parte

4.Imporre misure volte a prevenire le nascite all’interno del gruppo

5.Trasferimento forzato dei bambini del gruppo in un altro gruppo

Tre dei cinque esempi qui riportati sono tra i crimini costantemente commessi da Israele a Gaza. Inoltre, l’articolo II della Convenzione sul genocidio “contiene una definizione ristretta del crimine di genocidio, che include due elementi principali”, uno dei quali è “l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale.” Gli attacchi israeliani a Gaza per oltre sette decenni dimostrano chiaramente che fanno parte di una strategia più ampia e che c’è un chiaro intento di perpetrare la distruzione di un popolo.

Secondo un rapporto pubblicato da Human Rights Watch (HRW), la questione della complicità con il genocidio è abbastanza chiara.  “La giurisprudenza precedente ha definito il termine complicità come aiuto e favoreggiamento, istigazione e procacciamento. La complicità a commettere genocidio nell’articolo 2 (3) (e) si riferisce a tutti gli atti di assistenza o incoraggiamento che hanno contribuito in modo sostanziale, o hanno avuto un effetto significativo nella perpetrazione del crimine di genocidio”.

Il rapporto definisce quanto segue come elementi di complicità nel genocidio:

·         Complicità mediante l’acquisizione di mezzi, quali armi, strumenti o qualsiasi altro mezzo, utilizzati per commettere genocidio, con  a consapevolezza che tali mezzi sarebbero utilizzati per tale scopo.

·         Complicità, favorendo o aiutando consapevolmente l’autore di un genocidio nella pianificazione o nell’attuazione degli atti di tale genocidio.

Secondo tale definizione, sia gli Stati dell’Unione Europea che gli Stati Uniti sono complici del crimine di genocidio.

Human Rights Watch sostiene che Israele ha “radicati sistemi discriminatori che trattano i palestinesi in modo diseguale”. Comprende abusi sistematici dei diritti, comprese punizioni collettive, regolare uso eccessivo della forza letale contro i manifestanti e detenzione amministrativa prolungata senza accusa o processo per centinaia di persone”.

Continua affermando che Israele: “costruisce e sostiene insediamenti illegali espropriando la terra palestinese e imponendo oneri ai palestinesi ma non ai coloni, limitando il loro accesso ai servizi essenziali e rendendo loro quasi impossibile costruire.”

Per quanto riguarda la Striscia di Gaza, Human Right Watch scrive che: “la chiusura di Gaza da parte di Israele che dura da più di un decennio limita fortemente la circolazione di persone e merci, con un impatto umanitario devastante”.

Cosa costituisce un aiuto?

Il primo punto all’ordine del giorno deve essere la revoca immediata e incondizionata dell’assedio imposto alla Striscia di Gaza dal 2007. A tutti gli aerei israeliani deve essere imposta una no-fly zone monitorata dall’ONU o dalle forze navali europee. Oltre a queste misure, gli aiuti umanitari devono immediatamente essere messi a disposizione della popolazione di Gaza.

Israele deve essere sanzionato e ogni cooperazione militare ed economica con Israele deve essere interrotta fino a quando non si conformerà al diritto internazionale e metterà fine a tutte le sue violazioni dei diritti umani. Ciò dovrebbe essere seguito dal fissare una data per elezioni libere ed eque secondo: “una persona un voto”, in tutta la Palestina storica. Quindi devono essere messe in atto procedure per il rimpatrio dei profughi palestinesi e devono essere resi disponibili fondi per il pagamento di risarcimenti e restituzioni.

Una ragazza cammina accanto a un asino carico di pietre alla periferia del campo profughi di Khan Younis, nel sud di Gaza, 25 novembre 2020. Khalil Hamra | AP

Israele deve anche essere ritenuto responsabile per le sue violazioni del diritto internazionale dal 1948 e i politici israeliani, così come i comandanti militari, devono essere indagati e accusati di crimini di guerra.

I paesi europei sono pienamente consapevoli della realtà che esiste a Gaza. Un lungo e crudele assedio, continui attacchi israeliani che hanno portato all’uccisione di innumerevoli civili, distruzione di case e infrastrutture, estrema povertà e traumi sono il pane quotidiano dei palestinesi a Gaza.

La realtà a Gaza non è un segreto e le violazioni israeliane del diritto internazionale sono ben note. Tuttavia, i governi europei hanno l’abitudine di vedere le persone sottomesse, e precedentemente colonizzate, come bisognose di aiuto senza di fatto impegnarsi nel fornirlo. L’aiuto che forniscono è a volte monetario e talvolta umanitario sotto forma di prodotti alimentari, ma raramente è sufficiente. Nel caso della Striscia di Gaza, è necessaria una vera azione politica, ma non è chiaro se e quando l’Unione Europea sarà disposta ad agire.

Miko Peled è un autore e attivista per i diritti umani nato a Gerusalemme. È l’autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five”.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

 

 

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