Le difficoltà raddoppiate: l’impegno delle donne durante la lotta contro la pandemia.

Molte donne lavoratrici stanno lottando per trovare un equilibrio tra le diverse responsabilità mentre affrontano il difficile contesto lavorativo a causa della pandemia

Fonte: english version

Karmel Najjar – marzo 2021

Immagine di copertina: Opera di Manal Deeb.

Le donne in Palestina sono vittime di molte forme di discriminazione di genere nella vita sociale, politica ed economica. L’ambiente impegnativo e restrittivo per le donne ha introdotto ulteriori barriere formali e informali che limitano le loro capacità di partecipare attivamente all’economia di mercato. La mobilità limitata, le ridotte opportunità di accesso al mercato e la scarsità di ricerche di mercato e risorse, nonché le norme e le tradizioni sociali stereotipate, ostacolano il potenziale contributo delle donne attraverso la partecipazione e la crescita delle imprese. Nonostante il fatto che le Micro, Piccole e Medie Imprese (MSME) costituiscano il 96% del settore privato palestinese, solo un quarto è di proprietà di donne e del 65% delle donne palestinesi che hanno espresso interesse a creare un’impresa, solo il 15% lo ha fatto [1]. Ciò si riduce a una miriade di sfide che le donne devono affrontare quando creano o conducono un’impresa, che vanno dall’accesso a finanziamenti e mercati alla scarsità di ricerche di mercato e risorse, nonché gli ostacoli giuridici e normativi che continuano a limitare la partecipazione delle donne all’economia e il loro sviluppo imprenditoriale.

Inoltre, per quanto riguarda il livello di partecipazione alla forza lavoro e all’economia le donne sono ancora sottorappresentate. Il divario tra uomini e donne nel tasso di occupazione in Palestina rimane molto ampio (secondo i risultati dell’Osservatorio sull’Occupazione 2019). Rispetto al tasso di occupazione maschile, il tasso di occupazione femminile era ed è ancora molto basso: 18% (17% in Cisgiordania e 19% nella Striscia di Gaza). Tra gli uomini, il tasso era del 70% (74% in Cisgiordania e 62% nella Striscia di Gaza) [2].

Tuttavia, lo scoppio della pandemia COVID-19 e gli impatti associati della crisi hanno aggravato le sfide già esistenti e aumentato le tensioni finanziarie, in particolare sulle fasce sociali già vulnerabili, comprese le donne. In Palestina, le MSME guidate da donne in quasi tutti i settori sono stremate dalla crisi, sopportando la persistente incertezza e affrontando conseguenze economiche disastrose a causa delle scorte invendute e del rallentamento delle attività commerciali. L’accesso al mercato è stato particolarmente impegnativo per le donne con piccole imprese alla luce delle restrizioni imposte dalla pandemia. Il lockdown totale di tre mesi e i successivi blocchi parziali, comprese le chiusure frequenti delle città, hanno gravemente colpito le MSME guidate da donne a diversi livelli, limitando la loro capacità di accedere ai mercati. Uno studio di UN Women condotto nel marzo 2020 ha dimostrato che il 95% delle MSME guidate da donne è stato penalizzato dalla pandemia: Il 27% ha dovuto chiudere all’inizio della pandemia e il 53% sta valutando la possibilità di licenziare i propri lavoratori. Inoltre, il 42% delle donne intervistate ha riportato una domanda inferiore per i propri prodotti, mentre il 9% ha riferito che le restrizioni ai movimenti imposte dal governo hanno limitato la loro capacità di accedere alle materie prime [3]. Inoltre, l’epidemia di COVID-19 e la crisi economica associata hanno aumentato la mole del lavoro non retribuito per le donne, nonché la domanda e la necessità sia di lavoro di assistenza non retribuito (poiché le donne sono percepite dalla società come le “principali tutrici”) e di lavoro retribuito. Secondo il sondaggio, il 9% delle donne intervistate ha riferito che l’onere della maternità limita le loro capacità di continuare a gestire la propria attività [4].

La pandemia ha anche aumentato l’onere complessivo per le donne che lavorano come tutrici non retribuite nella società, il che costituisce un lavoro che va oltre il loro normale impegno quotidiano e un ulteriore livello di carico in termini di istruzione domiciliare e accudimento dei figli alla luce della chiusura delle scuole. Molte donne lavoratrici stanno lottando per trovare un equilibrio tra le diverse responsabilità mentre affrontano il difficile contesto lavorativo a causa della pandemia. Pertanto, è necessario che il governo promuova accordi di lavoro flessibili e la parità di trattamento per i lavoratori, sia uomini che donne, in particolare quelli che hanno figli, per alleviare gli oneri delle donne che lavorano, soprattutto dopo aver introdotto l’istruzione domestica e la didattica a distanza a causa di  chiusure scolastiche.

Dolci fatti in casa (الكم من بيتي) in risposta alla pandemia COVID-19. La campagna mira a mitigare i rischi delle imprese a conduzione femminile e ad aiutarle a commercializzare i loro prodotti immagazzinati durante la pandemia.

Mentre gli impatti negativi del Covid-19 dureranno per gli anni a venire, le donne continueranno a essere in prima linea nella lotta contro la pandemia, subendo contemporaneamente diverse forme di discriminazione e affrontando ostacoli su più livelli. Molte opportunità di sostentamento su cui fanno affidamento le donne, in particolare le proprietarie di piccole imprese, saranno a rischio a causa dei livelli più elevati di vulnerabilità e della minore solidità di queste imprese a causa delle loro dimensioni aziendali. Ciò richiede diversi sforzi e interventi di risposta, che dovrebbero essere mirati dal governo a sostenere le MSME guidate da donne per far fronte alla crisi e mitigare i rischi di chiusura delle imprese gestite da donne.

Rafforzare economicamente le donne integrandole e aumentando la loro partecipazione e capacità di competere sui mercati, e quindi aumentare il loro reddito è una strategia praticabile e collaudata per raggiungere l’emancipazione femminile ed eliminare la disuguaglianza di genere, che può fornire una piattaforma per una maggiore fiducia per promuovere, sostenere e aumentare la partecipazione economica delle donne durante e dopo la crisi. Una ripresa reattiva e significativa dalla crisi deve garantire che sia le donne che gli uomini possano tornare alle attività economiche partecipando equamente all’economia di mercato e alla vita sociale come dipendenti, imprenditori e cittadini attivi nelle loro comunità.

Note:

[1]Caso di  Studio: La Banca di Palestina sostiene le imprese di proprietà delle donne e l’economia, Società Finanziaria Internazionale (International Finance Corporation – IFC), Gruppo Banca Mondiale, disponibile su https://www.ifc.org/wps/wcm/connect/15aac7bd-de60-44fb-884a-02eb30d11743/Bank_of_Palestine_English_Case_Study_FINAL.pdf?MOD=AJPERES&CVID=m6mdkGE

[2] PCBS: In occasione della Giornata Internazionale della Popolazione 11 luglio 2020 (12 ottobre 2020), recuperato dall’Ufficio Centrale di Statistica Palestinese (Palestinian Central Bureau of Statistics – PCBS): http://www.pcbs.gov.ps/post.aspx?lang=en&ItemID=3774

[3]Un sondaggio lampo: Impatto del COVID-19 sulle micro, piccole e medie imprese guidate da donne in Palestina, UN Women, marzo 2020. I risultati evidenziano solo le risposte di 301 donne imprenditrici di tutta la Palestina.

[4]Ibid.

Karmel Najjar è responsabile del monitoraggio, della valutazione e della rendicontazione presso l’Associazione delle imprenditrici palestinesi-Asala, una delle principali ONG femminili che si concentra sull’emancipazione sociale ed economica delle donne.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org