Il parlamentare israeliano Bezalel Smotrich si rammarica che Ben-Gurion non abbia “finito il lavoro”

Il membro della Knesset Bezalel Smotrich continua a fomentare il razzismo anti-palestinese di Israele, questa volta promuovendo gli orrori della Nakba.

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Di Michael F. Brown – 15 ottobre 2021

Immagine di copertina: Bezalel Smotrich acclamato dai suoi sostenitori in mezzo a decine di bandiere israeliane. (Ziv Koren / Polaris)

Bezalel Smotrich, un parlamentare israeliano, ha ammesso ciò che ogni storico serio, e ogni palestinese, già sa: la pulizia etnica di 800.000 palestinesi da parte delle milizie sioniste prima e dopo la fondazione di Israele nel 1948 è innegabile. Dopo l’istituzione dello Stato nel maggio 1948, l’esercito israeliano stesso prese parte all’espulsione.

“Siete qui per sbaglio, è stato un errore che Ben-Gurion non abbia finito il lavoro e non vi abbia epurato nel 1948”, ha urlato Smotrich, che dirige il Partito Sionista Religioso, ai membri palestinesi della Knesset, mercoledì in Parlamento.

David Ben-Gurion, il primo Primo Ministro israeliano, è stato l’architetto della campagna di espulsione organizzata, l’espropriazione che i palestinesi chiamano Nakba.

Smotrich era arrabbiato perché alcuni membri della Knesset stavano respingendo il suo appello razzista affinché Israele avesse una “maggioranza ebraica”.

Li ha attaccati come “antisionisti, sostenitori del terrore, nemici”, osservando: “Non parlo con voi”.

Ma ha parlato loro in un linguaggio agghiacciante per rammaricarsi che l’eliminazione di centinaia di migliaia di palestinesi dalla loro patria da parte delle milizie sioniste non fosse continuata.

Questo tipo di razzismo non è una novità per Smotrich.

Nel 2015, affermò  che Dio avrebbe comandato agli ebrei di non vendere case agli arabi.

“Credo nelle parole di Dio”, ha dichiarato Smotrich. “Preferisco che gli ebrei si guadagnino da vivere senza vendere case agli arabi”.

È un appello che viene accolto dal Fondo Nazionale Ebraico sostenuto dallo Stato di Israele, le cui politiche discriminatorie sono concepite per impedire ai cittadini palestinesi di Israele di affittare terre e case, comprese le proprietà confiscate durante la Nakba.

Tre anni dopo, Smotrich chiese che la giovane attivista palestinese Ahed Tamimi fosse fucilata o almeno gambizzata.

Smotrich sostiene la segregazione e l’espulsione dei palestinesi. Daniel Blatman, un eminente studioso israeliano dell’Olocausto, ha definito le sue idee potenzialmente genocide.

“Anti-razzismo” quando è conveniente

Sarebbe difficile concedere un’attenuante all’ultimo sfogo di Smotrich, ma ciò non ha impedito a Democratic Majority For Israel (Maggioranza Democratica Per Israele – DMFI), un gruppo di lobby affiliato l Partito Democratico al governo del Presidente Joe Biden, di provarci.

DMFI ha sollevato un’obiezione a quelle che ha definito osservazioni “razziste” e “disgustose” di Smotrich, prima di citare rapidamente quella che considera la dichiarazione vincente permanente della coalizione di governo del Primo Ministro Naftali Bennett: Israele è “l’unico paese nella regione in cui ebrei e arabi governano insieme”.

DMFI può obiettare al tono dei commenti di Smotrich, presumibilmente per la cattiva pubblicità che fanno a Israele, ma i suoi precedenti dimostrano che non è in disaccordo con la loro sostanza, in particolare il razzismo.

Tuttavia, DMFI è probabilmente meno onesto di Smotrich.

Mentre il parlamentare israeliano ammette che Israele ha espulso i palestinesi e si rammarica non siano stati espulsi tutti, il gruppo di lobby del Partito Democratico afferma solo che i palestinesi “sono fuggiti”.

La realtà della pulizia etnica è scomoda per chi, come il DMFI, mira a giustificare o negare la Nakba.

Né DMFI ha fatto menzione del fatto che l’anno scorso ha citato una mappa prodotta da Regavim, un’organizzazione che Smotrich ha co-fondato e che in passato ne fu il suo direttore operativo.

Lo ha fatto nel contesto dell’invio di un promemoria ai membri del Congresso che difende la deportazione di massa da parte di Israele della comunità occupata di Khirbet Humsa in Cisgiordania.

DMFI, infatti, ha ritenuto i residenti di Khirbet Humsa responsabili della propria espulsione forzata da parte delle forze di occupazione israeliane.

La presunta organizzazione di sinistra del centro vanta anche Archie Gottesman, un promotore del genocidio contro i palestinesi, come membro del consiglio. Nel giugno 2018 ha twittato: “Gaza è piena di mostri. È ora di fare terra bruciata”.

Per mantenere una parvenza di credibilità a sinistra, DMFI ha bisogno di rimproverare occasionalmente un politico israeliano razzista. Ma questo non dovrebbe ingannare nessuno.

L’Anti-Defamation League (Lega Anti-Diffamazione – ADL) ha adottato un approccio simile a DMFI, twittando che “i commenti odiosi e razzisti di Smotrich non trovano posto nella Knesset”.

L’ADL ha anche affermato che “trattare i cittadini arabi di Israele come qualcosa di meno che uguale agli ebrei va contro i principi democratici fondanti di Israele e non può assolutamente essere tollerato”.

Ma questo presunto impegno per l’uguaglianza contrasta con il fatto ovvio che ci sono decine di leggi israeliane che discriminano i palestinesi. Affermare il contrario, come tenta di fare l’ADL, non significa che sia così.

L’ADL, come il DMFI, si oppone al ritorno in patria dei profughi palestinesi espulsi da Ben-Gurion e dai suoi successori, solo perché non sono ebrei.

Se queste organizzazioni fossero seriamente intenzionate a combattere la discriminazione israeliana contro i palestinesi, allora farebbero molto di più che aspettare che le più eclatanti dichiarazioni di razzismo vengano condannate. Ma poiché la loro missione è negare, difendere e giustificare le violazioni dei diritti dei palestinesi da parte di Israele, ciò non accadrà.

Come Smotrich, sostengono Israele come un’etnocrazia che discrimina i nativi palestinesi. Sono solo più abili nel cercare di avvolgere questo in un linguaggio più appetibile per un pubblico liberale americano.

Nonostante i loro rimproveri, in pratica rimangono molto vicini a Smotrich, insistendo sul fatto che Israele sia “uno Stato ebraico”, una situazione che può essere mantenuta solo perpetuando massicce violazioni dei diritti dei palestinesi, in particolare di quelli dei rifugiati.

A partire da venerdì pomeriggio, il New York Times non aveva ritenuto opportuno pubblicare nulla sull’appoggio di Smotrich alla pulizia etnica. Né l’aveva fatto il Washington Post.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org