UNIFIL: mantenere la pace o consentire un’Occupazione?

Con un cessate il fuoco in atto, la neutralità dell’UNIFIL è di nuovo sotto esame. Accusata da tempo in Libano di proteggere gli interessi israeliani, ignorare ripetute violazioni israeliane e impedire le azioni di Resistenza, questa nuova fase getta seri dubbi sul suo ruolo di vera forza di mantenimento della pace.

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Di Zeinab Akil – 29 novembre 2024

Durante l’aggressione israeliana contro il Libano, è riemerso il dibattito sul ruolo della Forza Interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), il contingente di mantenimento della pace delle Nazioni Unite istituito nello stato levantino dopo la prima invasione di Israele nel 1978, con diversi eventi che evidenziano una parzialità verso la protezione degli interessi di Tel Aviv.

Sebbene apparentemente di stanza nelle aree di confine meridionali del Libano per mantenere la pace, queste forze hanno affrontato per molti anni accuse di aver aiutato Israele a violare la sovranità libanese. Ora, con l’entrata in vigore di un nuovo accordo di cessate il fuoco, l’UNIFIL deve affrontare la sfida di dimostrare di essere un autentico garante della stabilità lungo il confine.

Fin dalla sua istituzione nel 1978, l’UNIFIL ha ricevuto il mandato di monitorare il cessate il fuoco tra Libano e Israele. Tuttavia, la realtà sul campo racconta una storia diversa, con migliaia di violazioni israeliane dello spazio aereo libanese ogni anno.

Solo quest’anno, i rapporti delle Nazioni Unite hanno documentato oltre 22.000 violazioni israeliane dello spazio aereo libanese, eppure l’UNIFIL ha semplicemente espresso “profonda preoccupazione” senza adottare misure significative per prevenire queste violazioni, nonostante il fatto che le stesse forze dell’UNIFIL siano state prese di mira dagli attacchi israeliani, con sette attacchi intenzionali verificatisi solo in ottobre. Quando interrogato sulla possibilità di ricorrere all’autodifesa contro Israele, il Portavoce dell’UNIFIL Andrea Tinetti ha detto a Reuters: “È importante allentare la tensione”.

I DOPPI CRITERI ABBONDANO

Nel dicembre 2018, l’esercito israeliano ha lanciato l’Operazione Scudo del Nord, volta a scoprire e distruggere i tunnel presumibilmente scavati da Hezbollah dal Libano meridionale verso i Territori Palestinesi Occupati.

Il 6 dicembre di quell’anno, l’UNIFIL ha confermato la presenza di un tunnel vicino alla Linea Blu sul lato israeliano del confine dopo che una squadra tecnica ha visitato il sito. In netto contrasto, un anno prima, nell’agosto 2017, l’UNIFIL ha mostrato scarso interesse nel documentare l’installazione di dispositivi spia israeliani all’interno del territorio libanese. Hezbollah aveva annunciato la scoperta di un dispositivo spia a Jabal Barouk, che supervisionava una vasta area del territorio libanese, ma l’UNIFIL non ha nemmeno rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla violazione.

Nell’ottobre 2024, un reparto speciale navale israeliano ha effettuato un’operazione di sbarco sulla città costiera di Batroun nel Libano settentrionale, durante la quale ha rapito il cittadino libanese e capitano di marina Imad Amhaz, accusandolo falsamente di appartenere a Hezbollah.

Secondo i resoconti, i “funzionari dei servizi segreti” israeliani avevano monitorato Amhaz per un periodo di tempo non specificato prima del rapimento. Informazioni successive indicavano che il battaglione tedesco in UNIFIL avrebbe facilitato l’operazione fornendo informazioni a Israele. Sebbene il governo tedesco neghi l’accusa, i dubbi permangono in assenza di indagini trasparenti.

Il Ministro dei Lavori Pubblici e dei Trasporti libanese, Ali Hamiyah, ha accennato alla responsabilità di UNIFIL per il rapimento, poiché le forze ONU sono responsabili del monitoraggio della fascia costiera libanese.

In un altro caso, sono stati scoperti dispositivi spia israeliani posizionati all’interno del territorio libanese vicino ai siti UNIFIL. Come al solito, le forze internazionali hanno rilasciato solo dichiarazioni generali sul caso, sostenendo che questi dispositivi erano stati installati durante la guerra del luglio 2006, ignorando le prove che suggerivano la loro recente installazione. La parte libanese ha criticato questa posizione come una “parzialità inaccettabile”.

Il 5 ottobre 2024, dopo l’inizio dell’ultima aggressione di Israele contro il Libano, l’esercito libanese ha messo in guardia dai tentativi israeliani di attirare i cittadini in aree designate per lo spionaggio e la raccolta di informazioni.

I cittadini sono stati invitati a essere cauti ed evitare di interagire con contenuti sospetti sui social media. Questo avvertimento è arrivato in mezzo a crescenti timori di violazioni della sicurezza che si ritiene siano state condotte da Israele tramite reti di spionaggio locali.

Resoconti di parte al massimo organo delle Nazioni Unite

Nelle sue relazioni periodiche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’UNIFIL spesso evidenzia ciò che considera infrazioni libanesi al cessate il fuoco, minimizzando le ripetute, spesso quotidiane, violazioni israeliane. Ad esempio, un rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite sull’attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, che copre il periodo tra il 21 giugno e il 20 ottobre 2023, si è concentrato principalmente sui lanci di razzi dal Libano meridionale, con solo un riferimento limitato ai continui bombardamenti aerei israeliani sui villaggi di confine libanesi.

Questo rapporto di parte supporta la disinformazione, rafforzando una narrazione israeliana grossolanamente inaccurata degli eventi sulla scena internazionale. Le minacce provenienti dal Libano sono evidenziate ed esagerate nei rapporti dell’UNIFIL, mentre le violazioni israeliane sono ignorate o minimizzate.

Gli abitanti dei villaggi del Sud del Libano si lamentano regolarmente dell’applicazione di rigide restrizioni alla loro circolazione nelle zone di confine, apparentemente per motivi di sicurezza, mentre le incursioni militari israeliane, come la costruzione di filo spinato all’interno del territorio libanese o la conduzione di ricognizioni, vengono ampiamente ignorate dall’UNIFIL.

Ironicamente, dall’Operazione Onda di Al-Aqsa del 2023, le Forze di Occupazione hanno bombardato e preso di mira le unità dell’UNIFIL ogni volta che venivano percepite come non cooperative o ostruzionistiche. Nonostante questi attacchi, la risposta dell’UNIFIL si è limitata a rapporti diplomatici.

Attuazione selettiva della Risoluzione 1701

Un recente episodio nella città di Qalawayh, avvenuto il 14 novembre, illustra ulteriormente l’applicazione selettiva del mandato dell’UNIFIL. Secondo le forze dell’ONU, una delle sue pattuglie ha notato un “deposito di munizioni” vicino a una strada, ha avvisato l’esercito libanese e poi ha proseguito lungo il suo percorso. Poco dopo, la pattuglia è stata colpita da “ignoti” e ha risposto sparando dai suoi veicoli prima di proseguire senza registrare feriti o danni.

Tuttavia, l’esercito libanese ha fornito una versione diversa dell’accaduto, affermando che l’UNIFIL ha tentato di condurre una ricognizione nella zona nonostante il precedente rifiuto dell’esercito, basato sul venir meno delle condizioni di sicurezza dovuto alle ripetute incursioni aeree israeliane.

In breve, l’UNIFIL ha deciso unilateralmente di procedere dal centro dell’unità francese senza un adeguato coordinamento con l’esercito libanese. Quando hanno tentato di sequestrare quello che percepivano come un deposito di munizioni della Resistenza, sono stati sparati colpi di avvertimento per costringerli a ritirarsi.

Dopo aver chiesto informazioni sulla violazione del coordinamento, il Comando dell’UNIFIL a Naqoura ha risposto che “l’UNIFIL ha libertà di movimento e non ha bisogno dell’approvazione dell’esercito libanese”.

Ciò rivela come l’UNIFIL attui selettivamente i suoi compiti, muovendosi rapidamente quando sono in gioco gli interessi israeliani. Durante l’ultimo ciclo di conflitto, la nave da guerra tedesca UNIFIL ha intercettato un drone della Resistenza senza intraprendere alcuna azione contro gli aerei da ricognizione e i droni israeliani, per non parlare di contrastare i bombardamenti incessanti e punitivi dello Stato di Occupazione su villaggi, aree residenziali, moschee, infrastrutture e siti storici libanesi.

Il ruolo di UNIFIL nel “dopoguerra” in Libano

In seguito al fragile accordo di tregua di questa settimana, UNIFIL presumibilmente parteciperà al monitoraggio del cessate il fuoco insieme a Libano, Israele, Stati Uniti e Francia. Tuttavia, il ruolo attuale dell’UNIFIL continua ad porsi fortemente a favore degli interessi israeliani, motivo per cui il Libano ha sollevato obiezioni e posto il veto alle disposizioni relative all’UNIFIL nell’accordo di cessate il fuoco, mentre Israele lo ha favorito.

L’attenzione su UNIFIL potrebbe essere superflua in futuro, poiché l’ultimo accordo ha stabilito il più grande fornitore di armi di Israele e il più fedele alleato, gli Stati Uniti, per guidare il panorama postbellico all’interno del Libano.

Ancora più inquietante per la sovranità del Libano e l’indipendenza del suo esercito è l’istituzione del Comitato Tecnico Militare per il Libano (MTC4L), che mira ad addestrare 10.000 soldati dell’esercito libanese per sorvegliare il Sud del Paese. Questo Comitato è composto da otto Stati membri della NATO: Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna, che assumeranno la guida nel determinare la composizione delle forze libanesi al confine con Israele. Aggiungiamo a questo un comandante dell’esercito libanese, Joseph Aoun, che è apertamente e aggressivamente sostenuto da Washington per la carica presidenziale vacante del Paese, il che significa che “la parzialità dell’UNIFIL” potrebbe non essere più il più grande problema di sovranità del Libano.

Qualunque sia l’esito, e nonostante la tregua negli scontri, il ruolo dell’UNIFIL nel Libano meridionale sarà inevitabilmente rimodellato in base all’ingresso di questi nuovi attori nell’equazione e all’esito a lungo termine della guerra.

Se Hezbollah dovesse riacquistare la sua capacità deterrente, la Resistenza potrebbe cercare di ridefinire la missione dell’UNIFIL per garantire che agisca in modo imparziale; in caso contrario, il ruolo dell’UNIFIL potrebbe spostarsi ulteriormente verso il consolidamento del vantaggio tattico israeliano.

Zeinab Akil è una scrittrice e ricercatrice libanese.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org