Il Genocidio in corso a Gaza non ha precedenti. Niente di ciò che Israele e i suoi sostenitori possono dire o fare eviterà la responsabilità storica dello Sterminio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza.
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Di Ramzy Baroud – 3 dicembre 2024
La suddetta affermazione è fondamentale, sia per porre fine all’Occupazione Israeliana della Palestina sia per ottenere la libertà palestinese. Ecco perché.
In tutte le guerre passate e nei Crimini di Guerra correlati, Israele è riuscito a premere il pulsante di azzeramento nel suo rapporto con i Palestinesi Occupati. Dopo ogni guerra, la macchina israeliana dell’Hasbara (Propaganda) scatta in automatico, utilizzando i principali canali mediatici occidentali sempre disponibili, per dipingere i palestinesi in una luce negativa e per presentare Israele come la vittima perpetua in uno stato permanente di autodifesa, o persino l’unico difensore della civiltà occidentale.
Questa campagna corre sempre parallelamente all’abbellimento di Israele nell’intrattenimento popolare, dai film di Hollywood alle commedie televisive e alle copertine delle riviste con titoli come: “Foto meravigliose catturano le vite invisibili delle donne soldato in Israele”. In genere, i politici occidentali di varie ideologie, insieme a intellettuali, opinionisti nei notiziari e leader della chiesa, tutti lodano il “miracolo” che è Israele.
All’inizio della Guerra Genocida di Israele nell’ottobre 2023, ad esempio, il drammaturgo britannico Tom Stoppard disse che: “Prima di prendere posizione su ciò che sta accadendo ora, dovremmo considerare se questa è una lotta per il territorio o una lotta tra civiltà e barbarie”. Lui, ovviamente, propendeva per la seconda ipotesi.
Questa tattica israeliana include sempre la demonizzazione dei palestinesi, dove la vittima diventa il “terrorista” e coloro che sono sotto assedio diventano gli assedianti. Quest’ultima affermazione, in particolare, è stata espressa nelle parole dell’ex Segretario di Stato americano Madeline Albright che ha affermato, in un’intervista dell’agosto 2000 con la NBC, che: “Gli israeliani si sentono sotto assedio dai lanciatori di pietre palestinesi e dalle varie bande che la circondano”.
Perché queste tattiche israeliane falliranno questa volta?
Non falliranno per mancanza di tentativi. Infatti, Israele si sta già preparando per la lotta Hasbara definitiva.
Una nuova tattica che Israele sta già impiegando in Paesi “amici”, come gli Stati Uniti, è quella di spingere i suoi politici eletti e pagati ad approvare leggi per bloccare qualsiasi discussione sul Genocidio israeliano a Gaza. Solo Israele deve avere accesso esclusivo al pubblico americano attraverso i media e il dibattito politico.
Il 14 novembre, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato due progetti di legge: H.R.6408 e H.R.9495. Quest’ultimo, in particolare, mira a dare al Segretario del Tesoro l’autorizzazione a revocare lo status di esenzione fiscale di un’organizzazione e a decidere quando la designazione potrebbe terminare. Una volta che questi progetti di legge saranno approvati dal Senato e dal Presidente, le espressioni più democratiche e pacifiche di rifiuto dell’Occupazione Israeliana della Palestina e di richiesta di una politica estera statunitense sensata saranno equiparate a una violazione diretta della legge e, in alcuni casi, a terrorismo, come definito dal Dipartimento del Tesoro e su richiesta della Lobby pro-Israele.
Tuttavia, anche questi tentativi disperati non placheranno la rabbia pubblica né distoglieranno l’attenzione dalla necessità di conversazioni aperte su ciò che viene fatto nella Palestina Occupata (gran parte del quale per gentile concessione dei dollari delle tasse statunitensi). Ecco perché: non solo Israele sta commettendo un Genocidio nella Striscia di Gaza, ma questo Genocidio è anche oggetto di indagine ed è riconosciuto dalle più alte istituzioni giuridiche del mondo, vale a dire la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale.
A differenza delle indagini precedenti, ad esempio il Rapporto Goldstone che indaga sulla guerra a Gaza del 2008-2009, la comunità internazionale ha già adottato alcune misure pratiche per chiamare a rispondere i Criminali di Guerra israeliani. La Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant.
Inoltre, coloro che di solito si schierano in difesa di Israele, come gli Stati Uniti e altri governi occidentali, ora si scontrano direttamente con lo stesso canone di Diritto Internazionale che hanno contribuito ad articolare dopo la Seconda Guerra Mondiale, privandoli di qualsiasi credibilità come parti “neutrali” in questa questione. Ad esempio, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito i mandati “oltraggiosi”, mentre il Ministero francese per l’Europa e gli Affari Esteri ha affermato che Netanyahu e altri ministri godono dell’immunità poiché Israele non è parte della Corte Penale Internazionale.
C’è anche il fatto che, nonostante l’intrinseca parzialità pro-Israele dei media occidentali, i giornalisti palestinesi, isolati e uccisi in gran numero, sono comunque stati in grado di comunicare i dettagli del Genocidio al resto del mondo, rendendo impossibile per Israele nascondere i propri Crimini.
Infatti, molti soldati israeliani hanno pubblicato video e foto di se stessi mentre commettevano Crimini di Guerra sui social media.
L’impatto del Genocidio israeliano su Gaza ha quindi già penetrato molti strati dell’opinione pubblica, un fatto senza precedenti nella storia.
Finora, il dibattito sulla Palestina è stato generalmente confinato a specifiche fasce della società, raggiungendo accademici, attivisti per la giustizia sociale e altri gruppi interessati alla politica e alle questioni globali. Oggi, tuttavia, la gente comune è stata informata del dibattito, al punto che si ritiene ampiamente che la rabbia per Gaza abbia contribuito a determinare l’esito delle ultime elezioni presidenziali statunitensi e di altre elezioni.
In Africa, il crescente interesse politico e pubblico per la Lotta Palestinese ha ravvivato lo spirito delle lotte anticoloniali e di liberazione nel continente, riportando molti Paesi, dal Sudafrica all’Algeria, in prima linea nella solidarietà globale.
Nessuna quantità di Propaganda Israeliana, leggi ingiuste, categorizzazioni ingiuste dei palestinesi o affermazioni sull'”esercito più morale” di Israele riuscirà mai a cambiare queste realtà. Non ci possono essere pulsanti di azzeramento. Piuttosto, lo slancio globale della liberazione della Palestina accelererà nei prossimi mesi e anni.
Il prezzo pagato dal popolo palestinese per questo momento sconvolgente è stato alto e doloroso, ma la storia di tutte le lotte di liberazione nazionale, compresa la Palestina, dimostra che la libertà non è a buon mercato.
Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Ramzy Baroud è un ricercatore senior non di ruolo presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), dell’Università Zaim di Istanbul (IZU).
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org