Dopo Gaza, vi è permesso fare tutto. Qualsiasi cosa.
Fonte: English version
Di Gideon Levy – 9 gennaio 2025 La scorsa settimana, il fotografo Alex Levac ed io abbiamo visitato il campo profughi di Balata nella città di Nablus in Cisgiordania per indagare sulle circostanze dell’uccisione di due civili innocenti in un’operazione dell’Unità antiterrorismo sotto copertura dell’esercito Duvdevan. Uno era una donna di 80 anni che camminava innocentemente per strada. L’altro era un barbiere di 25 anni che era seduto a casa con la sua famiglia e faceva colazione in cucina.
Dopo l’operazione, le Forze di Difesa Israeliane e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno affermato che “il comandante dell’ala militare di Fatah, ucciso dall’Unità”, riceveva “finanziamenti iraniani, aveva legami con il Libano e pianificava attacchi all’interno di Israele”. Che schifezza. Gli uomini assassinati stanno sempre “pianificando attacchi”. Anche i due bambini piccoli, di 8 e 10 anni, che l’esercito ha ucciso in un attacco aereo mercoledì a Tammun stavano pianificando attacchi.
Testimoni oculari a Balata ci hanno detto che i soldati sono scesi da un veicolo e hanno iniziato a sparare ai passanti. Ed è così che sono stati uccisi la donna anziana e il barbiere.
Questa settimana, un ricercatore sul campo dell’organizzazione per i diritti umani B’Tselem, Abd al-Karim Sa’adi, ci ha inviato un video che ha gettato questa dubbia operazione di assassinio, questa uccisione in pieno giorno nel mezzo di un campo profughi affollato, in una luce ancora più tetra. L’Unità Duvdevan è arrivata al campo travestita da squadra medica e i soldati sono usciti da un’ambulanza palestinese.
Il video mostra l’ambulanza che si fa strada lungo un vicolo affollato, oltrepassando chioschi e pedoni. Era mattina e l’ambulanza era nuova, con targhe palestinesi. Forse erano state rubate, o forse erano state fatte appositamente per questa operazione di assassinio. Circa una mezza dozzina di soldati sono usciti, con grande sorpresa delle persone in strada. Il video li mostra mentre corrono per salvarsi la vita.
Quindi l’IDF sta usando le ambulanze per le operazioni di assassinio. È difficile pensare a un modo più spregevole di invadere un campo profughi affollato in una bella mattina per uccidere uomini ricercati, e anche persone innocenti, che usare le ambulanze. Non solo è vile e criminale, ma mette anche in pericolo ogni vera ambulanza che da ora in poi viaggerà in Cisgiordania.
Proprio come a Tammun martedì, anche a Balata il 19 dicembre era impossibile portare a termine queste operazioni senza uccidere innocenti. Ma l’uso di un’ambulanza da parte di un’unità d’élite porta il disprezzo totale dell’IDF per il Diritto Internazionale a un altro livello.
La risposta dell’IDF ha solo peggiorato le cose: “L’IDF è impegnata nel rispetto del Diritto Internazionale e opera di conseguenza.” Blah, blah, blah. “L’episodio in questione sarà oggetto di un’indagine. L’inchiesta esaminerà l’uso fatto del veicolo nel video e le affermazioni secondo cui civili non coinvolti sono stati feriti”. Ancora blah, blah, blah.
Non c’è quasi una sola parola di verità in quella risposta. L’IDF è impegnata nel rispetto del Diritto Internazionale ed esaminerà l’uso fatto del veicolo, senza nemmeno ammettere che il “veicolo” fosse un’ambulanza.
Guardate quelle abominevoli organizzazioni terroristiche nella striscia di Gaza. Guardate come si nascondono negli ospedali, trasformano le sale di ricovero in posti di comando e le sale parto in arsenali di missili. La loro brutalità non conosce limiti: mettere in pericolo i pazienti in questo modo, disprezzare il Diritto Internazionale così. E guardate la purezza delle nostre armi. Non c’è nessuno più puro di noi, nessun esercito più morale dell’IDF.
L’Unità del Portavoce dell’IDF spiegherà senza dubbio che l’uso da parte dell’esercito di ambulanze palestinesi, come l’uso di droni, è finalizzato a tutelare la vita dei soldati. E perché Hamas si nasconde negli ospedali se non per salvare la vita dei suoi combattenti? Qual è la differenza tra un combattente palestinese che si nasconde nel seminterrato di un ospedale e un soldato israeliano che si nasconde in un’ambulanza?
“Hey, la jeep, hey la jeep”, cantava una canzone scritta da Haim Hefer nel 1948 ed eseguita dal complesso Chizbatron. “Hey, l’ambulanza”, cantavano i soldati Duvdevan quasi otto decenni dopo, diretti a un altro assassinio.
Un maqama (opera in prosa rimata) scritto da Yossi Ben-Ezra, “La mia unità”, appare su un certificato di apprezzamento che una volta ho ricevuto dai soldati Duvdevan, in un momento molto diverso, dopo aver parlato con loro. “Porterò i tuoi valori in tutti i miei 248 organi / e con coraggio intraprenderò tutte le mie missioni. Non chiederò perché e le porterò a termine scrupolosamente”, dice.
Non chiedete perché, soldati di Duvdevan. Nascondetevi nelle ambulanze e uccidete una vecchia per strada. Dopo Gaza, vi è permesso fare tutto. Qualsiasi cosa.
Gideon Levy è editorialista di Haaretz e membro del comitato editoriale del giornale. Levy è entrato in Haaretz nel 1982 e ha trascorso quattro anni come vicedirettore del giornale. Ha ricevuto il premio giornalistico Euro-Med per il 2008; il premio libertà di Lipsia nel 2001; il premio dell’Unione dei giornalisti israeliani nel 1997; e il premio dell’Associazione dei Diritti Umani in Israele per il 1996. Il suo ultimo libro, La punizione di Gaza, è stato pubblicato da Verso.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org