L’Osservatorio Euro-Mediterraneo invita le Nazioni Unite a includere Israele nella sua lista nera di entità coinvolte nella violenza sessuale nei conflitti.
Fonte: English version
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 10 gennaio 2025
Territorio Palestinese – Le continue ostruzioni di Israele a tutte le indagini delle Nazioni Unite sulle accuse di violenza sessuale dal 7 ottobre 2023 sono profondamente preoccupanti. Queste ostruzioni, unite a prove sostanziali che indicano atti sistematici e diffusi di stupro e altre forme di violenza sessuale da parte delle forze israeliane contro i palestinesi, compresi prigionieri e detenuti, costituiscono gravi violazioni del Diritto Internazionale Umanitario e dei diritti umani. Le motivazioni per l’inclusione di Israele nella lista nera delle Nazioni Unite delle entità sospettate di perpetrare violenza sessuale nei conflitti sono convincenti.
Negli ultimi 15 mesi, Israele ha costantemente rifiutato di collaborare con tutti gli organismi delle Nazioni Unite con un mandato investigativo per esaminare le accuse di stupro e altre forme di violenza sessuale derivanti dagli attacchi del 7 ottobre.
Mercoledì scorso è stato reso noto che Israele ha nuovamente negato l’autorizzazione per un’indagine da parte della Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale correlata al conflitto, Pramila Patten. Questo rifiuto deriva presumibilmente dalle preoccupazioni che un’indagine completa avrebbe esposto l’uso sistematico di stupri di massa da parte di Israele contro i palestinesi, comprese donne e bambini, poiché Patten aveva insistito sul fatto che l’accesso ai centri di detenzione israeliani per indagare sulle accuse contro i soldati israeliani era un requisito fondamentale per il procedimento.
Il rifiuto di Israele è particolarmente sorprendente dato che la società civile israeliana, fino a poco tempo fa, aveva una visione generalmente favorevole di Patten e l’aveva persino invitata a tornare in Israele.
Il precedente rapporto di Patten, pubblicato l’11 marzo 2024, segna l’unico caso in cui il governo israeliano ha fornito informazioni a un’inchiesta delle Nazioni Unite sulle accuse di violenza sessuale. Tuttavia, come chiaramente affermato nel rapporto, il mandato della missione in quel momento non era investigativo. Il rapporto raccomandava al governo israeliano di collaborare con la Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta sui Territori Palestinesi Occupati, tra cui Gerusalemme Est e Israele, nonché con l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, per facilitare indagini esaustive su tutte le presunte violazioni, soprattutto dopo che Israele ha negato a queste entità l’accesso e la collaborazione, come evidenziato nel rapporto.
L’ostruzione israeliana della verità in questo contesto è stata evidenziata per la prima volta nel gennaio 2024, quando il governo israeliano ha espressamente proibito ai medici israeliani e alle autorità competenti di collaborare con la Commissione d’Inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, etichettando la commissione come “anti-israeliana e antisemita”. Da allora, il governo israeliano ha mantenuto costantemente questa posizione ostruzionistica, minando gli sforzi della Commissione di condurre un’indagine approfondita e imparziale, il che costituisce un’omissione da parte di Israele nel rispettare il suo obbligo ai sensi del Diritto Internazionale di collaborare con gli organismi delle Nazioni Unite. Israele sta inoltre negando alle vittime di entrambe le parti il loro diritto alla giustizia e alla responsabilità per le presunte violazioni.
“Il ripetuto rifiuto di Israele di collaborare con tutte le indagini delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale evidenzia lo sfruttamento da parte del governo israeliano delle accuse di questo grave Crimine come strumento di propaganda per fabbricare il consenso per il suo Genocidio a tutti gli effetti trasmesso in diretta”, ha affermato Ramy Abdu, presidente dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo. “Israele usa semplicemente queste accuse per denigrare e diffamare i critici e deviare la colpa dai suoi spaventosi Crimini contro l’Umanità”.
Negli ultimi 15 mesi, il personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato numerosi casi di violenza sessuale perpetrata da Israele, tra cui stupri e altre forme di Tortura sessualizzata, contro civili palestinesi, tra cui individui rapiti nel Campo di detenzione e Tortura israeliano di Sde Teiman.
In almeno un caso, un detenuto palestinese è stato sottoposto a stupro da cani poliziotto israeliani come parte della loro aggressione. “A Sde Teiman, i soldati ci hanno tolto per la prima volta le bende che ci coprivano gli occhi”, ha raccontato l’avvocato Fadi Saif al-Din Bakr, rilasciato il 22 febbraio 2024 dopo 45 giorni di detenzione. “In seguito, i soldati hanno trascinato un giovane seduto alla mia destra, lo hanno costretto a dormire per terra legandogli mani e piedi. All’improvviso, i soldati dell’Occupazione hanno aizzato dei cani poliziotto addestrati contro il giovane, che è stato stuprato dai cani. Durante l’intero calvario che ho sopportato, questa è stata una delle cose più orribili a cui abbia mai assistito”.
Al-Din Bakr ha aggiunto: “Tutto era troppo da sopportare, e questo è stato solo un altro episodio aggiunto alla moltitudine di tormenti. Speravo di morire affinché questo non mi accadesse, ma uno dei soldati mi ha detto di prepararmi. Eppure è successo qualcosa di miracoloso in prigione; la sessione di Tortura terminò rapidamente e fummo riportati nel capannone”.
In alcuni casi, i palestinesi sono stati stuprati a morte da personale dell’esercito israeliano. Questi episodi documentati forniscono una prova evidente della natura sistematica e diffusa di tali atrocità, rivelando che Israele ha trasformato la violenza sessuale in un’arma come tattica deliberata per distruggere il morale della popolazione palestinese.
Tra gli almeno 36 detenuti morti oggetto di inchiesta nel famigerato centro di detenzione israeliano di Sde Teiman, si dice che un uomo palestinese sia morto in seguito a un orribile atto di stupro con un manganello elettrico. È improbabile che questo atto brutale, insieme a molti altri, venga indagato o perseguito in Israele e sarà impedito venga sottoposto a investigazione internazionale poiché Israele continua a bloccare le indagini su tali Crimini.
Numerosi rapporti di organizzazioni internazionali, delle Nazioni Unite e israeliane per i diritti umani, tra cui l’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Amnesty International e B’Tselem, hanno documentato l’uso sistematico e diffuso di Tortura e violenza sessuale contro i palestinesi da parte di Israele.
Inoltre, il rapporto di giugno 2024 della Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, tra cui Gerusalemme Est e Israele, è giunto a conclusioni simili. Ha documentato un “aumento significativo della portata, della frequenza e della gravità della violenza sessuale e di genere perpetrata dalle Forze di Occupazione Israeliane contro i palestinesi” dal 7 ottobre 2023. Il rapporto ha inoltre affermato che questo aumento era “collegato all’intento di punire e umiliare i palestinesi”.
Di recente, il personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato orribili testimonianze presso l’ospedale Kamal Adwan in merito alle aggressioni sessuali su civili, tra cui personale medico femminile e bambini. Le vittime sono state costrette a togliersi i vestiti e il velo e sottoposte a umilianti perquisizioni corporali da parte di personale maschile dell’esercito israeliano. Una donna, evacuata con la forza dall’ospedale, ha raccontato: “Un soldato ha costretto un’infermiera a togliersi i pantaloni e poi le ha messo una mano sui genitali. Quando ha cercato di resistere, l’ha colpita duramente in faccia, facendole sanguinare il naso”.
I Crimini israeliani che comportano l’uccisione di palestinesi e l’inflizione di gravi danni fisici e psicologici tramite Tortura, maltrattamenti e violenza sessuale, tra cui lo stupro, vengono perpetrati con estrema brutalità e in modo sistematico, il che è chiaramente indicativo di un intento specifico di distruggere il popolo palestinese. Questi atti costituiscono componenti del Crimine di Genocidio, come delineato nella Convenzione sulla prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo invita le Nazioni Unite a includere Israele nella sua lista nera di entità coinvolte nella violenza sessuale nei conflitti. Questa richiesta giunge alla luce di prove sostanziali che documentano l’uso sistematico della violenza sessuale da parte di Israele, tra cui lo stupro e altre forme di abuso sessuale, come parte della sua più ampia Campagna di Annientamento contro il popolo palestinese.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo sottolinea l’urgente necessità di una responsabilità internazionale e di un’indagine completa su queste atrocità per garantire giustizia alle vittime e prevenire ulteriore impunità. Abbiamo documentato, nel corso di diversi decenni, che Israele ha costantemente dimostrato sia una mancanza di volontà che una mancanza di capacità di incriminare o perseguire coloro che sono implicati in Crimini commessi contro i palestinesi, con i responsabili che hanno ricevuto protezione giudiziaria, politica, militare e persino popolarità.
La comunità internazionale deve adottare misure urgenti e decisive per affrontare e fermare i gravi Crimini di Israele contro i prigionieri e i detenuti palestinesi. Ciò include il rilascio immediato e incondizionato di prigionieri detenuti arbitrariamente, la cessazione dei rapimenti che facilitano ulteriori atrocità e la concessione dell’accesso al Comitato Internazionale della Croce Rossa e ad altre organizzazioni locali e internazionali competenti a tutte le strutture di detenzione israeliane. Inoltre, alle vittime deve essere concesso il diritto alla rappresentanza legale.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo chiede inoltre che questi Crimini siano indagati tempestivamente, imparzialmente, approfonditamente e in modo indipendente, affinché tutti i responsabili siano ritenuti responsabili e che a tutte le vittime e alle loro famiglie venga pienamente garantito il diritto alla verità, a rimedi efficaci e a risarcimenti completi, assicurando giustizia e dignità per coloro che sono stati colpiti da questi Crimini efferati.
È fondamentale che la comunità internazionale sostenga la Corte Penale Internazionale nel condurre un’indagine completa su questi Crimini, nonché nel garantire la loro inclusione nelle accuse mosse contro i funzionari israeliani dinanzi alla Corte e nel garantire la responsabilità e il perseguimento penale di tutti i responsabili.
Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org