Il prezzo dell’impunità a Gaza

Sebbene la giustizia possa essere ritardata, finché ci saranno degli inseguitori, un giorno verrà ottenuta.

Fonte: English version

Di Ramzy Baroud – 13 gennaio 2025

I media israeliani hanno citato il modo in cui Yuval Vagdani, un soldato dell’esercito israeliano, è riuscito a sfuggire alla giustizia in Brasile. Vagdani è stato accusato da un gruppo di difesa palestinese, la Fondazione Hind Rajab, di aver commesso Crimini ben documentati a Gaza.

Non è l’unico soldato israeliano ricercato per Crimini simili. Secondo l’Ente Radiotelevisivo Pubblico Israeliano, più di 50 soldati israeliani sono ricercati in Paesi che vanno dal Sudafrica allo Sri Lanka e alla Svezia.

In un caso, la Fondazione Hind Rajab ha presentato una denuncia presso un tribunale svedese contro Boaz Ben David, un cecchino israeliano del 932° Battaglione della Brigata Nahal. È anche accusato di aver commesso Crimini di Guerra a Gaza.

La Brigata Nahal è stata al centro di numerosi Crimini di Guerra a Gaza. Fondata nel 1982, è nota per la sua violenza sfrenata contro i palestinesi sotto Occupazione. Ma il ruolo della Brigata nelle ultime atrocità Genocide nella Striscia ha superato di gran lunga il suo oscuro passato.

Anche se questi 50 individui circa venissero arrestati e condannati, il prezzo imposto all’esercito israeliano impallidisce in confronto ai Crimini che ha commesso.

I numeri, sebbene utili, raramente sono sufficienti a trasmettere il dolore collettivo. L’ultimo rapporto della rivista medica The Lancet merita comunque una riflessione. Utilizzando un nuovo metodo di raccolta dati denominato analisi cattura-ricattura, il rapporto indica che nei primi 9 mesi di guerra, tra ottobre 2023 e giugno 2024, sono stati uccisi 64.260 palestinesi.

Tuttavia, catturare e processare i Criminali di Guerra israeliani non riguarda solo il destino di questi individui. Riguarda la responsabilità, qualcosa che è assente nella storia delle violazioni dei diritti umani, dei Crimini di Guerra e dei ricorrenti Genocidi contro i palestinesi da parte di Israele.

Il governo israeliano capisce che la questione ora va oltre gli individui. Riguarda la perdita dello status storico di Israele come Paese al di sopra della legge.

Di conseguenza, la scorsa settimana l’esercito israeliano ha annunciato di aver deciso di non rivelare pubblicamente i nomi dei soldati coinvolti nella guerra e nel Genocidio di Gaza, temendo possano essere perseguiti nei tribunali internazionali.

Tuttavia, è improbabile che questo passo faccia molta differenza per due motivi. Primo, numerose prove contro singoli soldati, le cui identità sono note al pubblico, sono già state raccolte o sono disponibili per future indagini. Secondo, gran parte della documentazione dei Crimini di Guerra è stata inconsapevolmente prodotta dagli stessi soldati israeliani.

Rassicurati dalla mancanza di responsabilità, i soldati israeliani hanno pubblicato innumerevoli filmati che mostrano abusi e Torture sui palestinesi a Gaza. Questa autoincriminazione probabilmente fungerà da importante corpo di prove nei processi futuri.

Questo non può essere visto separatamente dall’indagine in corso sul Genocidio israeliano a Gaza da parte della Corte Internazionale di Giustizia. Inoltre, sono stati emessi mandati di arresto dalla Corte Penale Internazionale contro i principali leader israeliani, tra cui il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.

Sebbene questi casi si siano mossi lentamente, hanno creato un precedente secondo cui persino Israele non è immune da una certa misura di responsabilità e giustizia internazionale.

Inoltre, questi casi hanno concesso ai Paesi firmatari di queste due corti mondiali l’autorità di indagare su singoli casi di Crimini di Guerra presentati da gruppi per i diritti umani e di difesa legale.

Sebbene la Fondazione Hind Rajab non sia l’unico gruppo che persegue i Criminali di Guerra israeliani a livello globale, il nome del gruppo deriva da una bambina palestinese di cinque anni di Gaza che è stata assassinata dall’esercito israeliano nel gennaio 2024, insieme alla sua famiglia. Questa tragedia ci ricorda che la morte di palestinesi innocenti non sarà vana.

Sebbene la giustizia possa essere ritardata, finché ci saranno degli inseguitori, un giorno verrà ottenuta.

Perseguire i presunti Criminali di Guerra israeliani nelle corti internazionali e nazionali è solo l’inizio di un processo di responsabilità che durerà molti anni. Con ogni caso, Israele imparerà che decenni di veti degli Stati Uniti e di cieca protezione e sostegno occidentale non saranno più sufficienti.

È stata la spudorata protezione di Israele da parte dell’Occidente nel corso degli anni che ha permesso ai leader israeliani di comportarsi come ritenevano opportuno per la cosiddetta sicurezza nazionale di Israele, anche se ciò significava lo Sterminio del popolo palestinese, come accade oggi a Gaza.

Tuttavia, i governi occidentali, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, continuano a trattare gli israeliani ricercati come eroi santificati, non come Criminali di Guerra. Questo va oltre le accuse del doppio criterio. È la massima immoralità e disprezzo per il Diritto Internazionale.

Le cose devono cambiare; di fatto, stanno già cambiando.

Dall’inizio della guerra israeliana a Gaza, Tel Aviv ha imparato molte dure lezioni. Ad esempio, il suo esercito non è più “invincibile”, la sua economia è relativamente piccola e altamente dipendente e il suo sistema politico è fragile. In tempi di crisi, è a malapena operativo.

È tempo che Israele impari un’altra lezione: che l’era della responsabilità è iniziata. Ballare intorno ai cadaveri dei palestinesi morti a Gaza non è più un divertente post sui social media, come un tempo pensavano i soldati israeliani.

Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Ramzy Baroud è un ricercatore senior non di ruolo presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), dell’Università Zaim di Istanbul (IZU).

Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org