La campagna militare di Israele a Jenin è una pericolosa recrudescenza contro il popolo palestinese che deve essere fermata immediatamente

Israele potrebbe potenzialmente estendere il Genocidio, a cui ha sottoposto i palestinesi nella Striscia di Gaza per più di 15 mesi, ai palestinesi in Cisgiordania.

Fonte: English version

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 24 gennaio 2025 

Territorio Palestinese: l’attacco israeliano in corso al campo profughi di Jenin nella Cisgiordania Occupata settentrionale è un’estensione della sua aggressione su larga scala contro il popolo palestinese e la sua terra.

Poiché la comunità internazionale è rimasta per lo più in silenzio sulla strategia aggressiva di Israele contro i palestinesi, l’Occupazione è stata in grado di intensificare il suo assalto militare e raggiungere nuove parti dei Territori Palestinesi Occupati. Con la sua ultima campagna a Jenin, Israele minaccia di allargare alla Cisgiordania il suo Genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, che ha ucciso e ferito circa 158.000 palestinesi e distrutto oltre il 70% degli edifici della Striscia.

L’Esercito di Occupazione Israeliano ha lanciato il suo attacco più recente martedì pomeriggio 21 gennaio, quando le forze speciali israeliane si sono infiltrate nel campo di Jenin. A ciò sono seguiti l’arrivo di numerosi soldati e veicoli militari, con l’utilizzo di aerei d’attacco e droni e la dichiarazione della dirigenza militare e politica israeliana che era iniziata una massiccia operazione militare nota come “Muro di Ferro”.

Come parte di un più ampio sforzo di sicurezza per cercare membri di fazioni palestinesi armate con il pretesto di mantenere la sicurezza, i servizi di sicurezza palestinesi avevano occupato il campo di Jenin per 48 giorni. I servizi di sicurezza si sono ritirati in concomitanza con l’incursione israeliana.

Nove palestinesi, tra cui un bambino, sono stati uccisi e altri 40 sono rimasti feriti quando le Forze di Occupazione Israeliane hanno lanciato molteplici attacchi aerei, sganciato bombe da droni quadricotteri e aperto il fuoco sui palestinesi che tentavano di fuggire dal campo.

Due membri di fazioni armate palestinesi sono stati assediati in una casa nella città di Burqin, a ovest di Jenin, e poi uccisi senza motivo dalle Forze di Occupazione il giorno dopo l’Operazione.

Sotto la supervisione di droni “quadricotteri”, le Forze di Occupazione Israeliane hanno anche ordinato illegalmente ai residenti di evacuare i quartieri che avevano invaso nel campo di Jenin. Le forze israeliane hanno condotto una campagna di incursioni, perquisizioni e rastrellamenti nelle case, arrestato civili e incendiato intenzionalmente le case dei civili e danneggiato le infrastrutture del campo. Decine di palestinesi sono stati abusati e interrogati dalle forze israeliane prima di essere autorizzati a lasciare il campo. Altri residenti sono stati costretti dai soldati dell’Esercito di Occupazione a seguire percorsi specifici e sono stati perquisiti e interrogati in gruppo.

Secondo un funzionario della sicurezza citato dal Canale 14 israeliano, la decisione del governo israeliano ha spinto l’inizio della campagna di Jenin. Il funzionario ha dichiarato: “Stiamo avviando una massiccia campagna nella Cisgiordania settentrionale che potrebbe durare diversi mesi. Agiremo lì proprio come abbiamo fatto a Gaza. Li annienteremo”.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo esprime profonda preoccupazione per una campagna parallela lanciata dai servizi di sicurezza palestinesi contro civili e membri di fazioni palestinesi mentre tentavano di fuggire dal campo di Jenin e da alcuni villaggi vicini nel Governatorato. Dopo l’incursione di Israele nel campo, le forze di sicurezza palestinesi si sono riposizionate fuori dal campo e nei villaggi vicini, dove hanno arrestato numerosi civili e membri di fazioni che erano riusciti a fuggire dal campo a causa della minaccia dell’assalto militare israeliano.

La pratica sistematica di effettuare arresti, in particolare di individui che tentano di fuggire da operazioni militari pericolose per la vita, è una grave violazione dei diritti umani che va contro gli obblighi legali locali e internazionali applicabili dell’Autorità Nazionale Palestinese.

Il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a cui la Palestina ha aderito senza riserve, garantisce il diritto alla libertà e alla sicurezza della persona, nonché il diritto a essere liberi da arresti o detenzioni arbitrarie. Pertanto, la pratica della detenzione arbitraria senza un giusto processo è una palese violazione del Diritto Internazionale da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese.

Inoltre, la detenzione di questi individui è un tentativo pubblico di degradare e maltrattare i palestinesi, con foto orribili del loro arresto e della loro Tortura, ad esempio quando vengono picchiati, trascinati e presi a calci, pubblicate sulle piattaforme dei social media. Per diffondere il terrore tra i palestinesi e alimentare una cultura di paura, silenzio e impotenza, i detenuti vengono costretti a rilasciare false dichiarazioni, tra cui scuse ai servizi di sicurezza, nel tentativo di sminuire la loro dignità e approfittarsene sotto minaccia di Tortura.

Il fatto che queste foto vengano pubblicate con il consenso delle persone che commettono queste violazioni dimostra che le loro azioni sono premeditate, piuttosto che involontarie. Ciò indica che la decisione di pubblicare le immagini viene presa con l’esplicito scopo di compromettere la dignità umana dei detenuti.

Questi atti violano chiaramente gli obblighi dello Stato di Palestina nella veste dell’Autorità Nazionale Palestinese ai sensi del Diritto Internazionale e sono Crimini definiti sia dal Diritto Internazionale che dalla legislazione interna palestinese, in particolare dalla Legge fondamentale palestinese. Inoltre, contraddicono palesemente i principi fondamentali di dignità e libertà personale.

Data l’impunità decennale che gli è stata concessa dalla comunità internazionale, Israele viene incoraggiato ad aumentare la sua aggressione contro i palestinesi nella Regione. Israele potrebbe potenzialmente estendere il Genocidio, a cui ha sottoposto i palestinesi nella Striscia di Gaza per più di 15 mesi, ai palestinesi in Cisgiordania.

Nel suo parere consultivo del 2004 sulle ramificazioni legali della costruzione del muro nei Territori Palestinesi Occupati, la Corte Internazionale di Giustizia ha affermato che Israele, in quanto Potenza Occupante, non ha il diritto di difendersi quando si tratta di affrontare le minacce alla sicurezza che invoca, a condizione che le minacce provengano dai Territori Palestinesi Occupati che Israele controlla.

La comunità internazionale deve intervenire subito per proteggere i civili palestinesi e porre fine all’Operazione di Israele in Cisgiordania. Israele ha ripetutamente dichiarato la sua intenzione di annettere la Cisgiordania e stabilire la sovranità su di essa, il che ha portato all’Operazione militare.

La comunità internazionale deve sostenere il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione in conformità con il Diritto Internazionale, garantire il loro diritto a vivere in libertà e dignità e lavorare per porre fine al Colonialismo israeliano e all’Occupazione illegale israeliana dei Territori Palestinesi. Deve inoltre smantellare il Sistema di Apartheid e isolazionismo di Israele contro i palestinesi, revocare l’assedio illegale della Striscia di Gaza, garantire che tutti gli autori di Crimini israeliani siano ritenuti responsabili e perseguiti e garantire che tutte le vittime palestinesi ricevano un risarcimento e una riparazione.

Tutte le parti interessate devono inoltre esercitare pressioni sull’Autorità Nazionale Palestinese affinché cessi di effettuare arresti arbitrari e revochi qualsiasi misura che violi i diritti fondamentali del popolo palestinese e metta a repentaglio il suo diritto all’autodeterminazione.

Le indagini sulle circostanze che circondano l’arresto di cittadini in relazione all’Operazione Militare israeliana in corso e alla pubblicazione di fotografie degradanti, una pratica che è stata utilizzata ripetutamente da quando i servizi di sicurezza palestinesi hanno assediato il campo di Jenin, devono essere condotte dalle autorità competenti. L’unico modo per garantire la protezione dei diritti umani e la dignità dei cittadini palestinesi di fronte alle continue violazioni israeliane è ritenere gli autori dei Crimini responsabili di queste violazioni e assicurarsi che tali pratiche oppressive vengano fermate e non si ripetano in futuro.

Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org