Israele sostiene che Hamas ha ucciso due bambini della famiglia Bibas, ma non ha fornito alcuna prova. La loro morte è diventata un altro pezzo di propaganda di atrocità che Israele sta usando per giustificare il genocidio a Gaza.
Fonte: English version
di Jonathan Ofir, 23 febbraio 2025
Immagine di copertina: Manifestazione organizzata dal Forum sugli ostaggi e famiglie scomparse di NY davanti alla residenza di Antònio Guterres, segretario generale delle NU, per chiedere il suo aiuto per il rilascio della famiglia BIBAS, 8 dicembre 2023 (Foto: Wikimedia Michelle Sahar)
Dopo l’attacco del 7 ottobre a Israele, c’è stata una famiglia israeliana che è diventata oggetto di attenzione da parte degli apologeti come cosiddetta prova del fatto che Hamas è un “animale umano”, al fine di legittimare il genocidio israeliano. Questa famiglia è la famiglia Bibas.
I suoi quattro membri, il padre Yarden, la madre Shiri e i due figli piccoli, Ariel di 4 anni e Kfir di 9 mesi, sono stati presi in ostaggio il 7 ottobre nel kibbutz Nir Oz. La madre e i due bambini sarebbero stati trattenuti separatamente dal padre dalle Brigate Mujahideen (una propaggine del movimento principale Fatah). Alla fine di novembre 2023, Hamas ha affermato che la madre e i due bambini erano stati uccisi insieme ai loro rapitori sotto i bombardamenti israeliani e ha offerto di consegnare i loro corpi. Israele ha respinto l’offerta come “propaganda” e non ha voluto confermare la loro morte. Il padre è stato liberato durante lo scambio di prigionieri del 1° febbraio e a quel momento era “ancora aggrappato” alla speranza che il resto della sua famiglia fosse vivo.
La settimana scorsa, i corpi dei tre membri della famiglia morti sono stati consegnati a Israele. Venerdì, il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha affermato che i due fratelli Bibas sono stati “brutalmente assassinati mentre erano tenuti in ostaggio a Gaza non più tardi del novembre 2023”. Hagari è stato molto esplicito e preciso in ciò che ha affermato essere “confermato”:
“Contrariamente alle bugie di Hamas, Ariel e Kfir non sono stati uccisi in un attacco aereo – Ariel e Kfir Bibas sono stati assassinati dai terroristi a sangue freddo. I terroristi non hanno sparato ai due bambini – li hanno uccisi a mani nude. In seguito, hanno commesso atti orribili per coprire queste atrocità. Questa valutazione si basa sia sui risultati forensi del processo di identificazione, sia sull’intelligence che li supporta. Abbiamo condiviso questi risultati, di intelligence e forensi, con i nostri partner in tutto il mondo, in modo che possano verificarli e che tutto il mondo sappia esattamente come opera l’organizzazione terroristica di Hamas…”.
È una bella affermazione. Ma dove sono le prove che confermano questi risultati? Non sembrano essercene, a parte le promesse che tali prove esistono da qualche parte.
La mancanza di prove da parte di Israele
Sabato, il capo dell’Istituto israeliano di medicina legale, Chen Kugel, ha realizzato un video di un minuto per sostenere le affermazioni. La presentazione di Kugel curiosamente non si è concentrata su ciò che ha trovato, ma su ciò che non ha trovato. “Non ci sono prove di danni dovuti al bombardamento”, ha detto.
Ricordiamo che si tratta di corpi di persone morte circa un anno e mezzo fa. Come si determini esattamente che una persona non sia morta a causa di un bombardamento (che non sempre significa morte per trauma diretto) non è chiaro, ma certamente richiede ulteriori spiegazioni su come sia stato definitivamente escluso.
La cosa strana è che Kugel non ha stabilito di cosa sono morti. Invece, il medico ha usato la sua breve presentazione per parlare di quanto si stia lavorando duramente per identificare tutti, e ha aggiunto che “abbiamo incontrato abissi di malvagità e cattiveria che non potevamo immaginare che esistessero”.
Quest’ultima affermazione è forse adatta a un politico, non a un esperto di medicina. L’intera dichiarazione è così vacua e priva di contenuti forensi (al di là dell’iniziale “nessuna prova”), che puzza semplicemente di pregiudizio politico.
E questa dovrebbe essere la conferma dell’affermazione di Hagari che i fratelli Bibas sono stati uccisi a “mani nude”.
Nella sua dichiarazione, Kugel ha anche affermato che il suo ufficio ha identificato con certezza il corpo di Shiri Bibas, la madre dei bambini. C’era stato un errore iniziale nella consegna della salma, che il Primo Ministro israeliano Netanyahu aveva dichiarato essere una deliberata violazione dell’accordo di cessate il fuoco e che Hamas avrebbe “pagato il prezzo pieno” per questo. Hamas ha corretto l’errore e ha restituito il corpo giusto, che Kugel ha confermato.
Il portavoce militare Hagari ha dichiarato che la restituzione dei resti di una “donna anonima” era “un’ulteriore prova della barbara crudeltà di Hamas”, ma come sappiamo i palestinesi di Gaza sono già abituati a farsi consegnare sacchi di carne per la sepoltura, e non è difficile immaginare lo stato di un corpo del genere sotto i bombardamenti indiscriminati di Israele. Ma Hagari ha una storia da raccontare, e il flusso di propaganda sulle atrocità era già ben avviato.
Israele era già impegnato in una disgustosa propaganda di atrocità relativa alla famiglia Bibas, quando venerdì ha cambiato i colori dell’account Twitter/X del Ministero degli Esteri in arancione, per ricordare il colore rosso dei capelli della madre e dei bambini. Se si trattasse di un Paese normale, questo dettaglio sarebbe probabilmente considerato superfluo da sottolineare, ma Israele non è un Paese normale ed è stato impegnato in una diffusa e del tutto screditata propaganda di atrocità incentrata proprio sui bambini piccoli come motore del suo genocidio a Gaza. Da storie inventate di bambini cotti nei forni, a 40 bambini decapitati, a bambini appesi a un filo, a bambini gettati nei bidoni della spazzatura, e così via. Ecco perché dovremmo essere estremamente cauti con qualsiasi narrazione ufficiale proveniente da Israele.
Eppure questa storia senza prove è già stata trasformata in un fatto. Si veda, ad esempio, il modo in cui la campionessa di propaganda Fania Oz-Salzberger usa questa affermazione per diffamare chiunque sostenga i palestinesi:
“Incapaci di ammettere che i bambini Bibas sono stati strangolati con le mani, ripetono la menzogna che le IDF li hanno uccisi. Un’altra teoria ‘filopalestinese’ è che Shiri Bibas abbia ucciso i propri figli. Peccato per la nazione che ha tali sostenitori”.
Ora, sono solo i palestinesi che sono “incapaci di ammettere”, mentre lei ripete la propaganda israeliana.
Ma lo abbiamo già visto in passato. Israele lancia accuse sensazionali contro i palestinesi senza prove, finché la storia non prende vita propria. Quando la gente si rende conto che l’affermazione è priva di prove e che gli organi di informazione “non possono confermare” l’affermazione israeliana, è già troppo tardi – è diventata una storia a sé stante.
Stiamo assistendo all’ennesimo utilizzo da parte di Israele della famiglia Bibas per creare consenso per un genocidio. Qualcuno tra i media si alzerà per denunciare la loro menzogna?
Aggiornamento (26/2/25):
Dopo la pubblicazione di questo articolo, ci sono stati alcuni sviluppi drammatici nel caso.
Domenica Netanyahu ha parlato ai soldati durante una cerimonia di laurea per ufficiali. Durante il suo discorso ha mostrato una foto dei tre membri della famiglia Bibas uccisi e ha detto che “loro [Hamas] hanno ucciso Shiri e i suoi figli a sangue freddo… hanno soffocato i bambini a mani nude e, se solo potessero, ci ucciderebbero tutti con la stessa crudeltà”.
In risposta a ciò, lunedì la famiglia Bibas ha inviato una lettera ufficiale, tramite il proprio avvocato, a vari funzionari: Netanyahu, il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, il capo di stato maggiore dell’esercito Herzl Halevy e altri – facendo notare che la famiglia riceve ripetutamente richieste dal Ministero degli Esteri, da altri ministeri del governo e da altri, per “il (presunto) scopo di hasbara (o per soddisfare la voglia nazionale di curiosare)”. La famiglia ha sottolineato la richiesta di rispettare la propria privacy e dignità.
Nella loro richiesta di non essere contattati hanno anche chiesto:
“di non discutere con nessun professionista incaricato di condurre gli esami relativi alle circostanze dell’omicidio e allo stato del defunto, prima che la famiglia Bibas conduca i funerali [il 26 febbraio] e ne sia in lutto, riceva nelle sue mani il rapporto dell’Istituto di Medicina Legale, che sarà trasmesso per un ulteriore controllo, studi il rapporto, in tutti i suoi dettagli, e decida quali dettagli pubblicizzare”.
La famiglia Bibas sostiene di non aver ancora visto nemmeno un rapporto della polizia scientifica sulla morte dei loro cari. E questa ammissione è arrivata mentre tutti i dettagli sul presunto omicidio venivano “condivisi” da funzionari militari, forensi e governativi.
La famiglia ha chiesto che nessun funzionario governativo partecipi ai funerali di oggi.
Jonathan Ofir, Musicista, direttore d’orchestra e blogger/scrittore israeliano che vive in Danimarca.
Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org