La decisione di vietare l’ingresso a due eurodeputate riflette la strategia israeliana di nascondere i crimini contro i palestinesi

Le autorità israeliane hanno fermato l’eurodeputata Lynn Boylan, capo della delegazione UE-Palestina del Parlamento Europeo, e l’eurodeputata Rima Hassan al loro arrivo all’aeroporto Ben Gurion.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 27 febbraio 2025

Immagine di copertina: L’Eurodeputata Lynn Boylan (a sinistra) e l’Eurodeputata Rima Hassan (a destra)

Ginevra – La decisione di Israele di vietare l’ingresso nel suo territorio a due membri del Parlamento europeo a causa della loro posizione filo-palestinese è arbitraria e ingiusta. Riflette inoltre la strategia di Israele di nascondere i suoi Crimini contro i palestinesi ed è una reazione prevista agli eurodeputati che respingono il ruolo complice che la maggior parte dei politici europei ha assunto in risposta al Genocidio israeliano dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

Le autorità israeliane hanno fermato l’eurodeputata Lynn Boylan, capo della delegazione UE-Palestina del Parlamento Europeo, e l’eurodeputata Rima Hassan al loro arrivo all’aeroporto Ben Gurion. Le legislatrici dell’Unione Europea sono state rimpatriate in Europa a causa della presunta campagna “ostile” di Hassan per boicottare e sanzionare Israele.

Questa decisione rivela il disprezzo dei decisori israeliani per i diritti umani fondamentali, come la libertà di movimento e la libertà di opinione ed espressione. Incarna anche l’insistenza delle autorità israeliane sulla sua politica di censura e sulle restrizioni sistematiche nel Territorio Palestinese Occupato. Queste restrizioni mirano a impedire qualsiasi controllo indipendente o divulgazione dei fatti; proibendo l’ingresso di attivisti per i diritti umani, squadre di investigazione indipendenti, politici, giornalisti e individui contrari alle sue politiche, Israele sta tentando di nascondere le prove delle sue violazioni e monopolizzare la percezione pubblica per evitare il controllo e la responsabilità internazionali.

Questa misura arbitraria è anche utilizzata per mantenere il controllo illegale di Israele sui confini e gli attraversamenti palestinesi. Come parte del suo Crimine di Apartheid e di altre violazioni dei diritti umani contro i palestinesi, Israele usa il suo controllo totale sui movimenti dentro e fuori dal Territorio Palestinese Occupato per perseguitare organizzazioni e individui semplicemente per essersi opposti alle politiche illegali israeliane. Nega inoltre ai palestinesi il loro diritto naturale di comunicare con il mondo esterno, ad esempio ricevendo delegazioni internazionali e interagendo con istituzioni per i diritti umani e i media.

Inoltre, l’impedimento all’eurodeputata Hassan di entrare nel Territorio Palestinese Occupato è la prova della sistematica politica israeliana di prendere di mira e perseguitare i palestinesi della diaspora negando loro il Diritto al Ritorno nella loro Patria e imponendo restrizioni arbitrarie alla loro capacità di incontrare le proprie famiglie. Ciò fa parte di una strategia israeliana più ampia per isolare i palestinesi dalle loro radici culturali e identità nazionale, distruggere il loro rapporto storico con la loro terra e impedire il mantenimento o l’istituzione di qualsiasi collegamento tra i palestinesi sfollati e le generazioni future e la loro Patria.

Dato che l’eurodeputata Boylan aveva in programma di svolgere compiti essenziali per il suo lavoro, come incontrare rappresentanti della società civile, funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese e civili palestinesi colpiti dall’Occupazione Israeliana, la decisione israeliana renderà inevitabilmente più difficile per le due eurodeputate europee svolgere i loro compiti.

La posizione esitante e spesso complice dell’Unione Europea nei confronti dei Crimini israeliani nei Territori Palestinesi Occupati, in particolare il Genocidio nella Striscia di Gaza per oltre 15 mesi, non solo ha protetto Israele dalla responsabilità, ma lo ha anche incoraggiato a intensificare le sue tattiche repressive per includere i cittadini dell’Unione Europea. Sfruttando direttamente il silenzio europeo, Israele è in grado di sostenere il suo spudorato Sistema di Oppressione e punire illegalmente tutti coloro che si oppongono all’Occupazione Israeliana e alle violazioni contro i palestinesi.

Le due eurodeputate sono state bandite dopo che la Knesset israeliana (Parlamento) ha approvato un emendamento alla “Legge sull’ingresso in Israele” il 19 febbraio. L’emendamento proibisce di concedere visti d’ingresso a chiunque neghi l’Olocausto o gli attacchi del 7 ottobre, o che sostenga l’azione penale contro gli israeliani in base al loro servizio militare o alla loro sicurezza.

Il nuovo emendamento sancisce una politica arbitraria e discriminatoria che viola i diritti dei palestinesi e il Diritto Internazionale. Manca inoltre di meccanismi indipendenti di revisione e appello, ed è chiaramente uno strumento per punire i difensori dei diritti umani, mettere a tacere i critici di Israele ed escludere ulteriormente i palestinesi dal sistema di protezione internazionale.

Oltre a monopolizzare l’accesso alle informazioni per controllare la narrazione e ignorare o distorcere i fatti che non servono ai suoi interessi, la politica di Israele di proibire o limitare l’ingresso di individui ed entità indipendenti interessati ai diritti umani, agli sforzi di soccorso e al giornalismo imparziale nel suo territorio colpisce le vittime più vulnerabili dei suoi Crimini più di chiunque altro. Questa politica mina principalmente le operazioni di soccorso umanitario e il lavoro dei comitati indipendenti di inchiesta e indagine che si occupano di intervistare le vittime e documentare le violazioni.

Poiché l’Unione Europea è il principale alleato commerciale di Israele e rappresenta circa il 29% del suo commercio di merci, l’Unione ha deliberatamente evitato di utilizzare uno qualsiasi dei suoi strumenti di pressione contro Israele. Anche potenti nazioni dell’Unione come la Germania hanno insistito nell’inviare ingenti spedizioni di armi a Israele nonostante sapessero che sarebbero state utilizzate nel Genocidio nella Striscia di Gaza.

Israele è una Potenza Occupante illegale senza autorità legale per imporre la sovranità o regolamentare l’accesso di chiunque al Territorio Palestinese Occupato. Pertanto, la comunità internazionale deve agire rapidamente per costringere Israele a revocare il suo blocco illegale sul Territorio Palestinese Occupato, in particolare la Striscia di Gaza, e per fermare le restrizioni arbitrarie e illegali imposte alla capacità di individui e organizzazioni di recarsi lì.

È fondamentale porre fine alle politiche di censura e rifiuto di cooperazione di Israele, poiché questi sono chiari tentativi di isolare il Territorio Palestinese Occupato e ostacolare qualsiasi controllo internazionale indipendente sulle violazioni israeliane. Non c’è dubbio che i divieti imposti a giornalisti, sostenitori dei diritti umani e organizzazioni umanitarie hanno lo scopo di garantire che la popolazione palestinese non tragga beneficio dai meccanismi di protezione internazionale, oltre a impedire la documentazione dei Crimini israeliani contro i palestinesi.

L’Unione Europea deve porre fine al suo inutile ciclo di denunce seguite da inazione e applicare una seria pressione su Israele affinché cessi le sue flagranti trasgressioni dei principi di partenariato dell’UE. Anche l’Unione Europea deve essere indotta a sospendere tutte le attività di importazione ed esportazione che coinvolgono armi e tecnologie che Israele utilizza per perpetrare Crimini contro il popolo palestinese.

Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org