Il governo israeliano ha annunciato domenica un blocco totale degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, chiudendo tutti i valichi di confine.
Fonte: Engllish version
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 4 marzo 2025
Immagine di copertina: I camion della Mezzaluna Rossa egiziana che trasportano aiuti umanitari per la Striscia di Gaza attraversano il valico di confine di Rafah, a Rafah, Egitto. (AP Photo/Mohammed Asad)
Territorio Palestinese – La decisione di Israele di interrompere tutti gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza fino a nuovo avviso è profondamente preoccupante. Questa pericolosa recrudescenza accentua la crisi umanitaria in corso e trasforma la fame in un’arma come strumento di Genocidio. La decisione coincide con dichiarazioni sempre più incendiarie da parte di funzionari israeliani, sottolineando un’intenzione deliberata di continuare il Crimine di Genocidio di Israele privando i palestinesi dei loro bisogni più basilari e imponendo condizioni che minacciano la loro sopravvivenza.
Il governo israeliano ha annunciato domenica un blocco totale degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, chiudendo tutti i valichi di confine. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha anche pubblicamente dichiarato piani per “ulteriori conseguenze”, ignorando la terribile crisi umanitaria che colpisce oltre due milioni di persone.
L’aiuto umanitario è un diritto fondamentale dei civili ai sensi del Diritto Umanitario Internazionale, senza eccezioni, e non vi è alcuna giustificazione legale per cui Israele neghi ai palestinesi l’accesso agli aiuti essenziali. Israele non sta solo usando l’aiuto umanitario come merce di scambio per vantaggi politici e militari, ma sta anche deliberatamente applicando una politica di Carestia sistematica, creando condizioni pericolose per la vita progettate per rendere impossibile la sopravvivenza nella Striscia di Gaza.
Le ripetute dichiarazioni di Israele che annunciano il suo pieno coordinamento con l’amministrazione degli Stati Uniti, che ha esplicitamente dichiarato la sua intenzione di sfollare l’intera popolazione della Striscia, confermano che i Crimini di Carestia e blocco degli aiuti umanitari non sono incidenti isolati o strumenti di negoziazione. Al contrario, fanno parte di un Piano deliberato allineato alla strategia statunitense di sfollare e spopolare con la forza la Striscia di Gaza.
Le dichiarazioni dei ministri israeliani e dei membri della Knesset (Parlamento) rivelano un intento premeditato di Sterminare la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Il silenzio internazionale ha permesso a Israele e agli Stati Uniti di andare oltre le minacce e di attuare il blocco totale degli aiuti umanitari, riavviando il Genocidio durato 16 mesi attraverso il blocco e la fame, con apparente impunità.
La maggior parte delle dichiarazioni rilasciate da alti funzionari israeliani, tra cui una sull’aprire le “porte dell’inferno” sull’enclave e il blocco di tutti gli aiuti umanitari ai suoi residenti, insieme alle azioni di Israele sul campo, equivalgono a un incitamento diretto e pubblico al Genocidio. Il Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha dichiarato che fermare l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza è un “passo importante nella giusta direzione”, affermando inoltre che Israele deve “aprire quelle porte il più rapidamente e letalmente possibile al crudele nemico, fino alla vittoria assoluta”.
Il Ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha respinto gli avvertimenti delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali in merito al rischio di una nuova Carestia nella Striscia di Gaza in mezzo al blocco rafforzato e all’interruzione degli aiuti umanitari. Sa’ar ha affermato di considerare questi avvertimenti “solo una bugia” e ha affermato che il governo israeliano non ha alcun impegno a fornire aiuti umanitari.
Inoltre, il parlamentare ed ex Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che ora è il momento migliore per “aprire le porte dell’inferno” e interrompere le forniture di elettricità e acqua alla Striscia di Gaza, sollecitando continui sforzi per attuare piani per lo sfollamento forzato dei suoi residenti. Il parlamentare Almog Cohen ha esortato le forze israeliane a uccidere i palestinesi a Gaza “senza pietà” durante il mese sacro del Ramadan, affermando che “è il momento migliore per ucciderli perché sono deboli e stanchi”.
L’intenzione di commettere un Genocidio è stata pubblicamente espressa dal governo israeliano e dai principali media israeliani sin dall’inizio del Genocidio a Gaza il 7 ottobre 2023, e anche prima. Il Ministro dei Servizi Religiosi israeliano, Matan Kahana, aveva precedentemente espresso il suo desiderio di poter espellere tutti i palestinesi solamente “premendo un pulsante”. Dopo il 7 ottobre, la retorica Genocida è aumentata e rilasciare dichiarazioni contenenti tale retorica è diventata una consuetudine quotidiana per gli alti funzionari israeliani, tra cui la famigerata dichiarazione dell’ex Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant: “Stiamo imponendo un assedio totale a Gaza. Non ci sarà elettricità, cibo, acqua, carburante, tutto sarà tagliato. Stiamo combattendo contro delle bestie e stiamo agendo di conseguenza”. Le dichiarazioni incendiarie dei funzionari israeliani potrebbero aprire la strada a un’intensificazione del Genocidio nella Striscia di Gaza, comprese le condizioni create da Israele per causare la distruzione fisica della popolazione palestinese in tutto o in parte. Il deliberato peggioramento di queste condizioni viene attuato attraverso il blocco in corso e la negazione degli aiuti umanitari, dopo oltre 15 mesi di aggressione incessante che ha preso di mira strutture civili, infrastrutture, ospedali, scuole e tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Il blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele costituisce una Guerra di Carestia contro i residenti della Striscia di Gaza, poiché dipendono interamente da questi aiuti per il sostentamento. In particolare, le Nazioni Unite hanno confermato tre giorni fa che ci sono molte difficoltà nel fornire aiuti ai residenti della Striscia e che le condizioni umanitarie hanno raggiunto livelli catastrofici.
Non solo Israele ha inflitto uccisioni diffuse e massicce distruzioni alla Striscia di Gaza per oltre 15 mesi, ma continua a implementare politiche che porteranno effettivamente all’annientamento della popolazione palestinese senza un rapido intervento internazionale. Ciò include l’attuale politica israeliana di graduale uccisione dei palestinesi attraverso un blocco illegale completo che ostacola il flusso di aiuti umanitari e materiali essenziali, impedisce la riparazione di infrastrutture vitali e interrompe la fornitura di servizi di base necessari per la sopravvivenza della popolazione.
Questa politica israeliana può essere interpretata solo come un deliberato atto di Genocidio, come definito dalla Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio, che proibisce di imporre condizioni di vita a un gruppo con l’intento di distruggerlo, in tutto o in parte. Nonostante il cessate il fuoco, Israele ha continuato a creare condizioni che potrebbero portare alla distruzione fisica dei palestinesi a lungo termine, data la natura globale delle sue azioni, che influenzano tutti gli aspetti della vita dei palestinesi, in particolare a causa della prolungata durata per cui sono stati sottoposti a tali condizioni.
Tutti gli Stati e gli organismi interessati devono adempiere alle proprie responsabilità legali e adottare misure immediate per fermare il Genocidio nella Striscia di Gaza, costringere Israele e gli Stati Uniti ad aderire al Diritto Internazionale e attuare misure efficaci per proteggere i palestinesi dai piani di uccisioni lente e spostamenti forzati di Stati Uniti e Israele. Ciò include l’attivazione di una risposta urgente per soddisfare le esigenze immediate della popolazione, la ripresa dell’ingresso senza restrizioni di tutti gli aiuti umanitari, la rimozione di eventuali blocchi o restrizioni che ostacolano gli sforzi di soccorso in corso e la garanzia della fornitura di servizi essenziali come assistenza sanitaria, acqua, istruzione e alloggi temporanei e adeguati.
Esortiamo la comunità internazionale ad adempiere alle proprie responsabilità legali e umanitarie assicurando l’attuazione della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 28 marzo 2024. Ciò include l’emissione di misure precauzionali che richiedono a Israele di adottare le azioni necessarie ed efficaci, in cooperazione con le Nazioni Unite, per garantire l’ingresso senza ostacoli e tempestivo degli aiuti nella Striscia di Gaza, in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org