Il mio amico Abdallah era un combattente per la libertà

Forse non sono coraggioso quanto Abdallah, che portava un’arma per combattere l’occupazione israeliana sul campo. Ma come ci ha insegnato il dottor Refaat, posso essere un combattente per la libertà e difendere la Palestina scrivendo e narrando la storia della nostra causa, della nostra terra, dei nostri martiri e di Abdallah.

Fonte: English version

di Khaled Al-Qershali – 3 Marzo 2025

La prima volta che ho incontrato Abdallah al Khaldi è stato nel 2019. Avevo 16 anni. Era una mattina di dicembre e stavo andando a scuola nel quartiere al-Nasr di Gaza City con il mio amico Muhammad. È iniziato a piovere a dirotto come fosse la prima pioggia invernale. Le strade hanno iniziato ad allagarsi ed arrivare a scuola era diventato pericoloso.  “Saltiamo scuola” mi disse Mohammad. ” Conosco un modo per intrufolarci in camera mia senza che i miei genitori lo scoprano”. Accettai visto che casa di Muhammad era a soli 5 minuti. Rimasi lì fino al suono della campanella,poi me ne andai a casa.

Un paio di minuti dopo aver lasciato casa di Muhammad, iniziò nuovamente a diluviare e mi riparai sotto la tenda di un negozio. Non sapevo dove andare né cosa fare. “Entra” disse una voce da sopra. “Ti apro la porta”.  Guardai su per capire chi stesse parlando e a chi. Vidi un ragazzo che non conoscevo che mi indicava.Aprì velocemente la porta e mi invitò a seguirlo e ad entrare nella sua calda casa finché non fosse finita la pioggia.

Un invito

Mi sedetti nella sua stanza interrogandomi su cosa avrei dovuto dire. A quel tempo non ero così socievole. “Grazie per avermi dato riparo durante la pioggia” riuscii a dire, ” me ne andrò appena smette”. Il ragazzo, che diceva di chiamarsi Abdallah, mi guardò sorridendo e disse: “cosa preferisci, tè o caffè?”

Volevo solo andarmene e non essere un peso. Così lo ringraziai per l’offerta e risposi:”nulla.”  Ridendo, rispose:” sai una cosa? Preparerò due belle tazze di nescafè per entrambi!” Il nescafe era la mia bevanda preferita ma non dissi nulla. Lui se ne andò e io rimasi nella sua stanza. Qualche minuto più tardi Abdallah arrivò con il caffè e si sedette di fronte a me. Ero imbarazzato perché non sapevo cosa fare nella casa di un ragazzo sconosciuto. Ma mi disse che anche lui e Mohammad erano amici.

Parlammo un po di come avevo conosciuto Muhammad. Quando la pioggia smise, mi alzai per andarmene ringraziandolo e dicendogli che dovevamo vederci di nuovo in circostanze migliori. “Muhammad viene a casa mia stasera alle 6″ disse Abdallah,”vieni se puoi”.  Gli dissi che avrei fatto del mio meglio. Mentre tornavo a casa a piedi continuavo a pensare se andare a trovare Abdallah o meno. Qualche minuto prima delle 6 decisi di andare. Muhammad era sorpreso. Abdallah gli aveva già raccontato cosa era successo. Ma, sapendo che non ero un tipo estroverso, Muhammad non si aspettava che sarei venuto. Passammo del tempo a chiacchierare di scuola e di compiti. Poi decidemmo di giocare a carte e ai videogiochi. Dopo aver osservato la Isha, preghiera serale, Abdallah ci disse che sua mamma ci aveva preparato la cena .

Io e Muhammad ci sentimmo in imbarazzo e dicemmo ad Abdallah che non doveva scomodarsi. Abdallah rispose che non era un problema e amava prendersi cura degli amici.

Un’amicizia di sostegno

Da quel giorno la mia amicizia con Abdallah è sbocciata. Eravamo soliti ritrovarci a casa di Abdallah o Muhammad per giocare e goderci il tempo in compagnia. Abdallah era un anno più piccolo di me . Quando finii gli esami tawjihi,  esame di maturità per l’immatricolazione  all’università,  è stato il primo a congratularsi con me .

Gli dissi che volevo visitare diverse università a Gaza prima di decidere dove mi sarei iscritto. Abdallah mi rispose allegro:” domani sono libero, voglio venire con te. Chiamami prima di andare!”.  Quando Abdallah era seduto a sostenere il suo esame Tawjihi, un anno più tardi, feci in modo di incoraggiarlo.  Ogni volta che andavo a trovarlo lo aiutavo a studiare.Mi chiese lezioni di inglese, dato che ero laureato in lingua inglese con specializzazione in letteratura. Ero più che felice di aiutarlo. Fui la prima persona a congratularsi con Abdallah quando si diplomò. Si iscrisse alla Al-Quds Open University per studiare marketing digitale, dato che non era disponibile all’Università islamica, dove finii per studiare io. Abdallah aveva un corso di inglese nel suo primo semestre. Ero impegnato con i miei studi, ma feci del mio meglio per aiutarlo con grammatica e lessico. A volte mi offriva di pagare le lezioni, ma io rifiutavo sempre.

Contatto perso

Abdallah è stato sepolto nella tomba del nonno. Khaled Al-Qershali

Il 7 ottobre 2023, quando la resistenza palestinese ha lanciato l’operazione Al-Aqsa Flood, ho contattato tutti i miei amici per sapere come stavano. Abdallah è stato uno dei pochi a non rispondere. Non gli avrei mai più parlato. Meno di una settimana dopo, la mia famiglia e io siamo stati costretti a fuggire nel sud di Gaza. Ho chiamato Muhammad e gli ho detto di chiedere di Abdallah nel quartiere. Mi ha risposto che la famiglia di Abdallah era andata in una zona più sicura a Gaza City, ma il nostro amico non era con loro. Dato che erano vicini di casa, Muhammad conosceva Abdallah meglio di me.

Poiché continuavo a chiedergli del nostro amico, alla fine mi ha detto che Abdallah era un combattente della resistenza, il che significava che non poteva lasciare la zona o avere contatti con nessuno.

Quando me l’ha detto, ho sentito la pelle d’oca su tutto il corpo. Quando glielo chiesi, Muhammad disse che, per quanto ne sapeva, Abdallah era ancora vivo.

Pregai per Abdallah e chiesi a Muhammad di stare al sicuro. Circa un mese dopo, il 24 novembre, Muhammad mi chiamò. “Khaled, Abdallah è un martire. Che Dio abbia pietà di lui”, disse singhiozzando. Non volevo credergli, quindi riattaccai. Volevo rimanere in una realtà in cui Abdallah e le poche persone a cui tengo e che amo sono ancora vivi. Un paio d’ore dopo, ricevetti un’altra telefonata, questa volta informandomi che un altro caro amico, Mohammed Hamo, era stato ucciso in un altro attacco aereo israeliano.

Mi rifiutai di credere anche a questa notizia.

Cercai di convincermi che Abdallah e Mohammed Hamo fossero ancora vivi. Ma l’illusione si infranse definitivamente quando fui informato che il padre di Abdallah aveva trovato il corpo del figlio nel campo profughi di Beach.

Le lacrime cominciarono a scendere mentre la realtà iniziava a farsi strada in uno dei giorni peggiori della mia vita.

Quando Muhammad mi disse che Abdallah era un combattente, mi sentii orgoglioso che il mio migliore amico avesse combattuto per liberare la nostra terra occupata, nonostante il grave rischio per la sua stessa sicurezza. Abdallah era davvero coraggioso.

Forse non sono coraggioso quanto Abdallah, che portava un’arma per combattere l’occupazione israeliana sul campo. Ma come ci ha insegnato il dottor Refaat, posso essere un combattente per la libertà e difendere la Palestina scrivendo e narrando la storia della nostra causa, della nostra terra, dei nostri martiri e di Abdallah.

Khaled Al-Qershali è uno scrittore e traduttore.

Traduzione di Nicole Santini- invictapalestina.org