La persecuzione di Israel Frey espone l’intolleranza di Israele per il dissenso

La polizia mi ha messo davanti un fascicolo con una raccolta dei miei migliori tweet, con l’accusa di sostenere il terrorismo.

Fonte. English version

Di Carolina Landsmann – 14 marzo 2025 Il giornalista Israel Frey è perseguitato politicamente. È braccato per la sua posizione politica, che preserva tutte le distinzioni che la posizione israeliana ha sistematicamente infranto in anni di indottrinamento: distinzioni tra Israele sovrano e Territori Occupati e tra legittima Resistenza violenta all’Occupazione e terrorismo.

Questa settimana, la polizia ha interrogato Frey sotto cauzione, come possibile sospettato, per presunto di incitamento al terrorismo in merito ad alcuni post pubblicati quest’anno. Ha scritto in un post che “un palestinese che ferisce un soldato dell’IDF o un colono nei Territori dell’Apartheid non è un terrorista. E che non è un attacco terroristico. È un eroe che combatte contro un Occupante per giustizia, liberazione e libertà”.

Non è la prima volta. Nel dicembre 2022 è stato interrogato per sospetta identificazione con un’organizzazione terroristica e incitamento al terrorismo, in seguito a post in cui affermava che “prendere di mira le forze di sicurezza non è terrorismo” e chiamava un palestinese che stava pianificando un attacco un “eroe”.

Frey non supporta il terrorismo e non incita al terrorismo. Afferma che la Resistenza violenta di una persona soggiogata nei Territori Occupati, contro i soldati delle Forze di Difesa Israeliane, non è terrorismo. Questa non è nemmeno un’opinione (in seguito sosterrà la lotta e chiamerà eroi i combattenti). È una descrizione banale, a livello di definizioni. Ci si può opporre a una lotta violenta contro l’Occupazione, ma non si può dire che ogni lotta violenta contro l’Occupazione sia terrorismo.

Se Frey avesse supportato gli attacchi contro i civili nel territorio sovrano di Israele, come quello che ha fatto Hamas il 7 ottobre, o gli attacchi terroristici contro i civili all’interno di Israele come gli attentati suicidi su autobus e bar, allora si potrebbe dire che supporta il terrorismo. È molto chiaro dove Frey traccia il confine tra legittimo e illegittimo.

Dopo l’interrogatorio, ha scritto: “La polizia mi ha messo davanti un fascicolo con una raccolta dei miei migliori tweet, con l’accusa di sostenere il terrorismo. L’unica cosa che avevano in comune erano resoconti e opinioni che distinguevano tra un attacco illegittimo a parti innocenti e la Resistenza alle forze di sicurezza”.

Il fatto è che dopo anni di indottrinamento di destra, di Occupazione, di Cancellazione della Linea Verde, oggi la corrente principale israeliana non è disposta ad accettare alcun tipo di Resistenza violenta all’Occupazione, e ancora meno dopo il 7 ottobre. Infatti, non è pronta ad accettare alcun tipo di Resistenza all’Occupazione, violenta o non violenta.

Per essere onesti, dobbiamo notare che la scelta di Frey di trattare i coloni come obiettivi legittimi nella lotta violenta per la liberazione non è banale. È una questione se considerare i coloni adulti come civili, con attacchi contro di loro illegittimi come parte di una lotta violenta contro l’Occupazione, o se facciano parte dell’apparato di sicurezza e del controllo dei palestinesi nei Territori Occupati, il che li rende obiettivi legittimi in una lotta violenta contro l’Occupazione.

Ma nell’Israele odierno non c’è spazio per discutere dell’Occupazione, per fare domande o creare queste o altre distinzioni. Niente di ciò che fanno i palestinesi è legittimo. Perfino un documentario su ciò che accade nei Territori (“No Other Land” – Nessuna Altra Terra) è visto come illegittimo in Israele oggi.

Non possiamo opporci alla lotta palestinese senza offrire un’alternativa legittima. Non possiamo dire di no al terrorismo e allo stesso tempo trattare le mosse diplomatiche di Mahmoud Abbas come terrorismo (“terrorismo diplomatico”). Non possiamo Occupare un’altra nazione per quasi 60 anni e dirle che la sua lotta per la liberazione non è legittima per definizione. Cosa diavolo ci aspettiamo dai palestinesi?

Purtroppo, sia la società israeliana che quella palestinese hanno subito una radicalizzazione spaventosa. Quante persone come Frey sono rimaste in Israele? Quante persone lanceranno una campagna per liberarlo se la sua persecuzione portasse a un’incriminazione o, peggio, alla prigione?

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org