L’organismo di governo internazionale del calcio è un alleato storico dell’oppressore, rifiutandosi di sanzionare Israele nonostante l’assassinio di centinaia di calciatori palestinesi
Fonte: English version
Coll McCail 21 marzo 2025
Immagine di copertina: I tifosi del Celtic svelano uno striscione durante una partita di calcio tra Celtic e Bayern Monaco a Glasgow, Scozia, il 12 febbraio 2025 (Andy Buchanan/AFP)
L’Argentina è “ora più pronta che mai” a ospitare la Coppa del Mondo, aveva affermato il presidente della FIFA nel marzo 1976 , appena due giorni dopo che l’esercito del Paese aveva rovesciato il governo di Isabel Peron con un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti, inaugurando quasi un decennio di sanguinosa dittatura.
Almeno 30.000 persone furono “fatte sparire” dalla giunta di Jorge Rafael Videla, ma questo non sembrava preoccupare molto l’organismo di governo internazionale del calcio. Dopo la Coppa del Mondo del 1978 in Argentina, elevò il principale organizzatore del torneo, il viceammiraglio della Marina Carlos Lacoste, alla vicepresidenza della Fifa.
Entro la fine del mese, la squadra di calcio israeliana dovrebbe iniziare la sua campagna per qualificarsi per la Coppa del Mondo del 2026 in Nord America.
Mentre la Fifa continua a resistere alle crescenti richieste di sospensione della nazionale dalla competizione, ripercorrere la oscura storia dell’associazione serve a far luce sul suo ruolo nell’offrire legittimità all’oppressore come strumento dell’ordine imperiale internazionale.
La Fifa ha chiuso un occhio sull’occupazione illegale di Israele da quando la Palestine Football Association (PFA) è stata ammessa come membro nel 1998. In aperta violazione del presunto impegno della Fifa nei confronti del diritto umanitario internazionale, per decenni la Israel Football Association (IFA) ha incorporato club calcistici situati in insediamenti illegali. Questa è una chiara violazione degli statuti della Fifa, che affermano che “le associazioni affiliate e i loro club non possono giocare sul territorio di un’altra associazione affiliata, senza l’approvazione di quest’ultima”.
Nel frattempo, in violazione delle regole della Fifa, il vetriolo dei tifosi israeliani è stato a lungo ignorato. Cinque anni fa, The Economist ha etichettato il Beitar Jerusalem come “il club di calcio più razzista in Israele”, riportando che i tifosi “urlano epiteti, come ‘terrorista’, agli arabi che giocano per squadre avversarie”.
Spiegando il suo fallimento nell’agire contro l’IFA nel 2017, la Fifa aveva sostenuto di “restare neutrale in materia di politica e religione”. La Russia , tuttavia, è stata rapidamente espulsa dalla Coppa del Mondo del 2022 in seguito alla sua invasione dell’Ucraina . Il motto della Fifa – “Per il gioco. Per il mondo” – si estende chiaramente solo a parti di esso.
La FIFA è stata contattata e invitata a rispondere a questo articolo, ma al momento della pubblicazione non è pervenuta alcuna risposta.
Distruzione a Gaza
Dall’ottobre 2023, l’infrastruttura calcistica di Gaza è stata distrutta e le forze israeliane hanno ucciso più di 350 calciatori palestinesi. Hani al-Masdar , il regista 42enne diventato allenatore della squadra olimpica di calcio palestinese, è stato ucciso da un attacco aereo israeliano nel gennaio 2024.
Due mesi dopo, Mohammed Barakat , “la leggenda di Khan Younis”, con più di 100 gol all’attivo, ha perso la vita la vita quando la sua casa di famiglia è stata bombardata il primo giorno del Ramadan.
A Gaza City, l’arena sportiva Yarmouk, un tempo uno stadio di calcio da 9.000 posti, è stata rasa al suolo. Per un certo periodo di tempo, le forze israeliane hanno utilizzato la struttura come campo di detenzione improvvisato . Mentre i carri armati circondavano lo stadio, decine di palestinesi sono stati fotografati in mutande e inginocchiati con le mani legate dietro la schiena. Altri sono stati torturati per ore e ore.
S fine maggio 2024, l’unico stadio di calcio intatto dell’enclave era diventato un rifugio per migliaia di persone in fuga dal nord di Gaza. Nello stesso mese, il presidente della FIFA Gianni Infantino ha annunciato che avrebbe cercato una consulenza legale indipendente per valutare la richiesta della PFA di sanzionare il calcio israeliano. Quasi un anno dopo, la FIFA non ha ancora agito.
Mentre l’organismo di governo del calcio continua il suo impegno decennale nel legittimare i crimini dell’imperialismo, gli spalti del mondo sventolano la bandiera palestinese
Le atrocità perpetrate sui detenuti nello stadio Yarmouk ricordano gli orrori avvenuti nello stadio nazionale del Cile, dove decine di persone furono assassinate dopo il colpo di stato del generale Augusto Pinochet, sostenuto dagli Stati Uniti, nel settembre 1973.
Due mesi dopo, la nazionale cilena si schierò su quello stesso campo. Avrebbero dovuto giocare contro l’Unione Sovietica in una cruciale qualificazione prima della Coppa del Mondo del 1974. I sovietici, tuttavia, si rifiutarono di giocare su un campo “macchiato di sangue”. La Fifa, respingendo la loro lamentela, ordinò che la partita andasse avanti e, avendo segnato a porta vuota, i cileni si assicurarono il loro posto alla Coppa del Mondo.
Quando gli ufficiali della Fifa visitarono lo stadio per approvarne l’uso prima della partita, l’esercito nascose i prigionieri della dittatura. Gli ispettori erano “interessati solo alla qualità dell’erba”, osservarono i prigionieri rimasti sugli spalti.
Strumento coloniale
Da quando è stata fondata dalle potenze europee nel 1904, la FIFA è servita a legittimare un insediamento coloniale che ha mantenuto il Sud del mondo sottomesso all’Occidente. Lungi dall’essere il grande livellatore, il calcio internazionale ha da tempo evidenziato le contraddizioni dell'”ordine internazionale basato sulle regole”, progettato per drenare ricchezza e risorse da una parte all’altra del mondo.
Questo eurocentrismo ha catalizzato l’unico boicottaggio organizzato di una Coppa del Mondo da parte di un intero continente nella storia della Fifa. L’Africa evitò la competizione del 1966 per protestare contro la distribuzione ineguale dei posti per il campionato: mentre all’Europa vennero offerti 10 posti, le nazioni di Africa, Asia e Oceania furono costrette a competere per uno solo.
Guidati dal leader ghanese Kwame Nkrumah, e ispirati dall’ondata di decolonizzazione che stava travolgendo il continente, ogni membro della Confederazione Africana di Calcio si ritirò dalla qualificazione, una decisione per la quale vennero poi multati dalla Fifa. Il boicottaggio dell’Africa si rivelò un successo quando, quattro anni dopo, al continente fu concesso un posto dedicato alla Coppa del Mondo del 1970.
Gli sforzi di Israele per distruggere le istituzioni calcistiche di Gaza devono essere intesi come sintomo della guerra dell’esercito israeliano contro ogni aspetto dell’esistenza palestinese.
Questa violenza è stata eguagliata solo dalla determinata resilienza del popolo palestinese. Nel gennaio 2024, pochi giorni dopo l’uccisione di Masdar, la nazionale palestinese ha fatto la storia conquistando per la prima volta il suo posto nella fase a eliminazione diretta della Coppa d’Asia. Questa resistenza alla cancellazione della pulizia etnica richiede la solidarietà del mondo del calcio.
Il mese scorso, i sostenitori del Celtic FC di Glasgow hanno avviato una campagna affinché la Fifa “mostri il cartellino rosso a Israele”. L’appello della Green Brigade è stato da allora recepito in tutto il mondo, dalla Spagna al Marocco all’Irlanda.
Mentre l’organismo di governo del calcio prosegue il suo impegno decennale nel legittimare i crimini dell’imperialismo, sugli spalti di tutto il mondo sventola la bandiera palestinese.
Coll McCail è uno scrittore e attivista scozzese. È membro del Segretariato di Progressive International
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org