L’ultimo articolo di Hossam Shabat

Reportage dalla prima linea della guerra di annientamento di Israele

Fonte: DropSite mailing list

di Hossam Shabat

BEIT HANOUN, GAZA—La notte era buia e cautamente silenziosa. Tutti caddero in un sonno ansioso. Ma la tranquillità fu rapidamente infranta da urla assordanti. Mentre le bombe piovevano, i lamenti dei vicini annunciavano i primi momenti della ripresa della campagna militare di Israele.

Beit Hanoun fu immersa nel panico e nel terrore. Grida di angoscia si levarono tra lo stridio dei proiettili in una scena che rifletteva la portata del disastro che stava travolgendo la città. Questo era solo l’inizio. Il massacro di intere famiglie seguì rapidamente. Colonne di fumo si levarono ovunque. I bombardamenti non cessarono per un momento, annegando tutto in una grandinata implacabile di fuoco e sofferenza.

L’attacco israeliano continua.

L’occupazione sta praticando la sua brutalità con bombardamenti senza precedenti, lasciando dietro di sé orribili scene di distruzione e spargimento di sangue.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, il numero di martiri negli ultimi sei giorni ha superato quota 700, a dimostrazione del livello di immensa sofferenza umana.

L’OCHA segnala inoltre come Gaza stia soffrendo per una grave carenza di medicinali e assistenza medica, aggravando una situazione già di per sé disastrosa.

Nei primi sei giorni di questa rinnovata operazione militare, la parte settentrionale di Gaza ha assistito a quattro sanguinosi massacri. Il più notevole è stato il massacro della famiglia Mubarak, avvenuto mentre la famiglia si riuniva in lutto per porgere le condoglianze al dottor Salim Mubarak. In un istante, il loro dolore collettivo si è trasformato in un mare di sangue e brandelli di corpi. L’intera famiglia è stata uccisa: il dottor Salim, sua moglie, i suoi figli, i suoi genitori. Nessuno è sopravvissuto. Un testimone oculare lo ha riassunto chiaramente: “Sono stati tutti uccisi”. Le vittime non erano su un campo di battaglia, ma in una casa in lutto. È stato un crimine in ogni senso della parola.

Questo massacro non è stato l’unico: è stato seguito da attacchi successivi ad altre famiglie, tra cui la famiglia Abu Nasr, poi la famiglia Abu Halim, che riportano alla mente il feroce bombardamento all’inizio della guerra dopo il 7 ottobre. L’aggressione è continua, implacabile, prende di mira indiscriminatamente civili innocenti, lasciando dietro di sé solo distruzione e morte.

Quando sono arrivato sulla scena, non ero pronto per l’orrore che avevo davanti agli occhi. Le strade erano piene di morti. Sotto ogni pietra giaceva un martire. Decine di persone gridavano aiuto da sotto le macerie delle loro case, ma non c’era nessuno che rispondesse. Le urla riempivano l’aria mentre tutti erano in piedi, impotenti. Le mie lacrime non si fermavano. Le scene erano più di quanto qualsiasi essere umano potesse sopportare. Le ambulanze erano piene di cadaveri, i loro corpi e le loro membra ammucchiati e intrecciati tra loro. Non riuscivamo più a distinguere tra bambini e uomini, tra feriti e morti.

All’ospedale Al-Andalus la scena era ancora più dolorosa. L’ospedale era pieno di martiri. Le madri salutano in silenzio i loro figli.

Il personale medico lavora in condizioni orribili, cercando di curare i feriti solo con i mezzi più basilari disponibili.

Era una situazione impossibile, con un numero enorme di morti e feriti trasportati a un ritmo terrificante.

L’aggressione di Israele continua. Massacro dopo massacro, lasciando sulla sua scia solo le urla delle madri e i sogni dei bambini che si sono trasformati in cenere.

Non c’è giustificazione per questo. Tutto viene schiacciato: le vite di persone innocenti, la loro dignità e le loro speranze per un futuro migliore.

Il giornalista di Al Jazeera Hossam Shabat, 21 anni,  è stato ucciso il 24 marzo 2025 da un missile israeliano che ha colpito  l’auto in cui si trovava a Jabalia – Gaza

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org