Il grido silenzioso di Gaza: un’eredità di innocenza perduta e l’appello urgente a contrastare il genocidio

Il fallimento della coscienza non è un’astrazione lontana, ma una realtà viscerale, scolpita nei corpi insanguinati di donne e bambini, le cui vite e il cui futuro sono stati Cancellati dalle spietate forze della guerra.

Fonte: English version

Di Henry Giroux – 25 luglio 2025

La scultura in bronzo di Marie Uchytilová, “Memoriale ai bambini vittime della guerra”, raffigurante gli 82 bambini di Lidice assassinati a Chełmno nel 1942, è un struggente ricordo della barbarie che caratterizzò il Massacro di Lidice condotto dai Nazisti. Per rappresaglia per l’assassinio di Reinhard Heydrich, i Nazisti rasero al suolo il villaggio di Lidice, ne giustiziarono gli uomini e deportarono donne e bambini nei Campi di Sterminio. 

L’assassinio di questi bambini innocenti, i cui volti sono immortalati per sempre nella scultura di Uchytilová, risuona profondamente oggi, mentre assistiamo alla sofferenza dei bambini a Gaza, dove il ciclo di violenza continua incessante. I Massacri di questi bambini, ieri e oggi, sono simboli crudi della tragedia in corso della guerra e del Genocidio, collegando passato e presente in una catena ininterrotta di sofferenza umana. 

A Gaza, le atrocità inflitte ai bambini sono indicibili, una violenza che sconvolge l’immaginazione. Omer Bartov, un illustre studioso dell’Olocausto e del Genocidio, riporta sul New York Times che oltre 17.000 bambini sono stati Massacrati a Gaza, 870 dei quali neonati, di età inferiore a un anno. Rivela inoltre che Gaza ha ora il più alto tasso di amputazioni infantili pro capite al mondo. Queste cifre agghiaccianti svelano le brutali verità della guerra moderna, una nauseante continuazione degli orrori che osavamo credere fossero stati relegati alle pagine più buie della storia, accanto ad Auschwitz e Hiroshima. 

Ma il Genocidio di Gaza, come il Massacro di Lidice, non può essere nascosto. Si erge come un monumento innegabile e grottesco al potere incontrollato dello Stato e alla mostruosa macchina bellica. Questa tragedia si differenzia dalle atrocità del passato per un aspetto inquietante: la sofferenza delle donne e dei bambini di Gaza, l’Uso della Fame Come Arma, i bombardamenti incessanti e lo spettacolo dell’Omicidio di Massa sono sotto gli occhi di tutti. L’assurda violenza non viene nascosta, ma ostentata, glorificata nel linguaggio sguaiato dei demagoghi e amplificata dal vergognoso silenzio dei media internazionali. Inoltre, a testimonianza dell’assurda violenza del capitalismo criminale, interi villaggi vengono rasi al suolo con i bulldozer per attrarre investitori privati che possano trasformare Gaza, per usare le parole del presidente Trump, in una “riviera del Medio Oriente”. 

Jonathan Cook osserva che “una cricca di investitori israeliani, uno dei più importanti gruppi di consulenza aziendale al mondo e un centro studi guidato dall’ex Primo Ministro britannico Tony Blair stavano segretamente lavorando a piani per sfruttare le rovine di Gaza come immobili di pregio”. Secondo il Financial Times, il consorzio segreto stava attivamente esplorando modalità per realizzare la visione di Donald Trump di trasformare Gaza in un centro di investimenti di lusso e una destinazione di lusso, un’enclave riadattata per i ricchi, una volta che la sua popolazione palestinese fosse stata espulsa con la forza. Il Piano svela una logica agghiacciante: trasformare il luogo di sofferenza di massa in un’impresa redditizia Cancellandone la popolazione, mercificandone l’indole e mascherando il Genocidio dietro il linguaggio dello sviluppo. 

Il fallimento della coscienza non è un’astrazione lontana, ma una realtà viscerale, scolpita nei corpi insanguinati di donne e bambini, le cui vite e il cui futuro sono stati Cancellati dalle spietate forze della guerra. È impresso nelle mani di coloro che perpetuano questa violenza insopportabile contro un popolo indifeso ma Resiliente. Questa erosione dell’Umanità è resa esplicita anche dalle agghiaccianti parole dei politici israeliani. Prendiamo, ad esempio, l’ex membro della Knesset (Parlamento) Moshe Feiglin, che ha spinto questa retorica a estremi indicibili in un’intervista del 2025 al Canale 14 israeliano. Ha dichiarato: “Ogni bambino, ogni neonato a Gaza è un nemico. Il nemico non è Hamas, né è l’ala militare di Hamas. Dobbiamo conquistare Gaza e Colonizzarla e non lasciarvi un solo bambino di Gaza. Non c’è altra vittoria”. Le parole di Feigin mettono a nudo una verità straziante: questa non è più una guerra, ma una Campagna Militare Calcolata e Disumanizzante, una Guerra Genocida spietata, volta a Cancellare dall’esistenza non solo i più vulnerabili, i bambini palestinesi, ma un intero popolo.

Il Dottor Yasser Khan, testimone degli orrori che si stanno verificando a Gaza, ha condiviso la sua testimonianza con Mehdi e Naomi Klein. Le sue parole danno voce all’inimmaginabile sofferenza che i bambini sopportano in questo Massacro moderno. Ricorda di aver curato una ragazza di 14 anni colpita da una scheggia in entrambi gli occhi, con i bulbi oculari frantumati e resa cieca. La sua situazione è aggravata dal fatto che ora è orfana e la sua famiglia è vittima della violenza. Senza infrastrutture, senza accesso a cibo, acqua o elettricità, e sotto bombardamenti costanti, questi bambini sono lasciati morire soli, senza cure né speranza. 

In nessun luogo la spietatezza del governo Netanyahu e dello Stato israeliano, e la spudorata indifferenza di gran parte del mondo, sono più evidenti che nella deliberata fame di un intero popolo. A causa del blocco forzato degli aiuti a Gaza, 81 persone sono morte di fame, mentre il Ministero della Sanità di Gaza segnala oltre 28.000 casi di malnutrizione, tra cui più di 5.000 bambini. Secondo il portavoce delle Nazioni Unite, Thameen Al-Kheetan, “al 21 luglio, 1.054 persone sono state uccise semplicemente cercando di procurarsi del cibo”. Questa non è semplicemente una catastrofe umanitaria: è un atto di Punizione Collettiva, un lento e opprimente Sterminio. I neonati avvizziscono tra le braccia delle madri, i loro piccoli corpi svuotati dalla fame. Le madri, a loro volta affamate, non hanno latte da dare. I bambini guardano con occhi infossati e pance gonfie, i loro gridi di fame echeggiano in un silenzio rotto solo dal boato delle bombe. L’odore di morte è ovunque, senza vergogna, solo la fame dello Sterminio. L’affamare e l’Omicidio deliberati di coloro che cercano pane, l’avvizzimento dei bambini davanti agli occhi del mondo, sono più di una macchia morale o una violazione del Diritto Internazionale: sono il segno di uno Stato che sta sprofondando nella ferocia e nella crudeltà dell’autoritarismo Genocida. Eppure, il silenzio di gran parte del mondo rimane assordante. 

Le atrocità che si verificano a Gaza non sono semplicemente una crisi: sono una profonda catastrofe morale, che ci costringe a confrontarci con il collasso globale della coscienza. Mentre assistiamo alla brutale, in tempo reale. Immagini di bambini dilaniati da bombe, cecchini e dalle Forze di Difesa Israeliane ci mostrano come ci troviamo di fronte a un fallimento morale globale. Le grandi potenze continuano ad armare Israele, mentre le istituzioni accademiche rimangono in silenzio e i media controllati dalle multinazionali ignorano o diffamano coloro che osano denunciare le azioni del governo israeliano. Stiamo assistendo a quella che potrebbe essere descritta come l’Hiroshima dei nostri tempi, un evento che significa non solo la distruzione di vite umane, ma anche l’erosione della nostra coscienza collettiva.

Il racconto del Dottor Khan è più di una semplice testimonianza; è un urgente invito all’azione. Le sue parole, crude, viscerali e colme di angoscia, ci spingono ad affrontare l’ineluttabile verità: siamo complici di questa sofferenza se continuiamo a distogliere lo sguardo. Il dolore e il terrore che questi bambini affrontano non sono solo un loro fardello; sono una tragedia che appartiene a tutti noi. Ogni bambino, ovunque, è nostro figlio. L’appello alla comprensione non basta. Dobbiamo agire.

I parallelismi tra i bambini di Lidice e i bambini di Gaza sono innegabili. Entrambi sono vittime di potere, vittime di Regimi che li considerano sacrificabili. Eppure, nella Cancellazione della storia, nella censura paralizzante che pervade molte parti del mondo, rischiamo di dimenticare le lezioni del passato. I fantasmi della violenza Genocida non sono echi lontani, che aleggiano solo negli angoli dimenticati della storia, sono presenti, plasmando le politiche che continuano a devastare vite innocenti. Ignorare queste lezioni significa abbandonare la nostra bussola morale, negare la nostra comune Umanità e lasciare che la storia si ripeta.

Ci troviamo a un bivio. La violenza e la brutalità a cui assistiamo oggi richiedono più di una semplice osservazione passiva; richiedono un’azione morale collettiva. La tragedia che si sta svolgendo a Gaza non è un episodio isolato; fa parte di un più ampio schema di Violenza di Stato e Genocidio. È una questione globale, che trascende i confini e ci riguarda tutti. È tempo di riconoscere le atrocità commesse e di agire con l’urgenza che la situazione richiede. I bambini di Gaza non sono solo vittime di un conflitto lontano; sono figli dell’Umanità, ed è nostra responsabilità collettiva garantire che le loro sofferenze non continuino incontrollate. È giunto il momento di smantellare la Macchina della Morte e del Terrorismo di Stato. 

La nostra responsabilità collettiva non è più una scelta, è un imperativo. Ogni bambino è nostro figlio. Questo non è uno slogan vuoto, ma una verità profonda, una dichiarazione del nostro impegno illimitato, del nostro amore incrollabile e della nostra speranza condivisa per tutti i bambini, per i quali abbiamo una responsabilità insostituibile. È un invito all’azione, una richiesta urgente di giustizia che trascende le semplici parole e una visione di speranza come forza feroce e militante che resiste all’Infanticidio che macchia il nostro mondo. È un grido di battaglia contro il militarismo criminale e l’autoritarismo spietato che rendono possibili tali orrori, un promemoria che la nostra lotta per il futuro è indissolubilmente legata alla vita dei più giovani tra noi.

Henry A. Giroux è attualmente titolare della cattedra dell’Università McMaster per borse di studio nell’interesse pubblico presso il Dipartimento di Studi Inglesi e Culturali ed è eminente studioso Paulo Freire in Pedagogia Critica. Tra i suoi libri più recenti figurano: Il Terrore dell’Imprevisto (The Terror of the Unforeseen – Los Angeles Review of Books, 2019), Sulla Pedagogia Critica, seconda edizione (On Critical Pedagogy – Bloomsbury, 2020); Pedagogia di Razza, Politica e Pandemia: l’Istruzione in un Momento di Crisi (Race, Politics, and Pandemic Pedagogy: Education in a Time of Crisis – Bloomsbury 2021); Pedagogia della Resistenza: Contro l’Ignoranza Fabbricata (Pedagogy of Resistance: Against Manufactured Ignorance – Bloomsbury 2022) e Insurrezioni: l’Istruzione nell’Era della Politica Controrivoluzionaria (Insurrections: Education in the Age of Counter-Revolutionary Politics – Bloomsbury, 2023); e, in collaborazione con Anthony DiMaggio, Fascismo Sotto Processo: Istruzione e Possibilità della Democrazia (Fascism on Trial: Education and the Possibility of Democracy – Bloomsbury, 2025). Giroux è anche membro del consiglio di amministrazione di Truthout.

Traduzione a cura di: Beniamino Rocchetto 
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