Alberto Poggio(*) 1° ottobre 2025
Qualche decina di barche a vela e qualche centinaio di persone, armati solo di coraggio, libertà e giustizia, stanno disvelando la connivenza dei cosiddetti “grandi” stati con la pulizia etnica che il Sionismo sta sistematicamente attuando in Palestina dal 1947 a oggi.
Anziché usare la loro ostentata potenza per fermare il genocidio che lo stato criminale e razzista di Israele sta perpetrando, i “grandi” stati tacciono e continuano ad alimentarne la macchina omicida e a giustificarne la narrazione tossica.
Complici e silenti i governi presuntamene democratici. La missione della Global Sumud Flottiglia squarcia il velo sull’apartheid e sull’illegalità praticate dall’ “unica democrazia in Medio Oriente”, menzogna ripetuta a pappagallo da pletore di utili idioti nella politica, nella cultura e nel giornalismo. Complici i governi apertamente neofascisti saliti al potere, i cui leader di cartone ora starnazzano come oche isteriche. La missione della flottiglia manda in frantumi tutte le loro chiacchiere nazionaliste sulla forza. Davanti alle minacce di uno stato criminale loro alleato girano i tacchi e si nascondono, codardi come solo i fascisti sanno essere.
Su quelle barche naviga il futuro che dobbiamo costruire insieme. E’ il futuro che abbiamo già intravisto, sistematicamente negato con la violenza. Avevano e hanno ragione i giovani che mesi fa occupavano le università del mondo. Denunciavano il genocidio e il potere, a tutti i livelli, lì ha ignorati, isolati e scacciati. Avevano e hanno ragione i giovani che da anni manifestano nelle strade del mondo. Chiedono un cambiamento della società e dell’economia per contrastare la crisi climatica e ambientale globale. Il potere fossile li ha prima blanditi, poi derisi e infine gli ha contrapposto sovranismi e autarchie neofasciste che stanno rullando tamburi di guerra in mezzo mondo. Avevano e hanno ragione i giovani che decenni fa manifestavano per la giustizia sociale ed economica nel mondo, forzando blocchi e zone rosse ai raduni dei “grandi” stati, come nel 2001 al G8 di Genova. Il potere turbocapitalista ha tentato di soffocarne le idee a suon di manganelli.
Per decenni abbiamo vissuto anestetizzati nella bolla fatata del cosiddetto “Occidente”. Ci siamo girati dall’altra parte mentre i nostri poteri politici, economici e militari depredavano il resto del mondo esportando ingiustizia. Oligarchie economiche, fossili e tecnologiche occidentali hanno iniquamente accumulato ricchezze enormi , a discapito dell’allargarsi della forbice delle diseguaglianze e dello sfondamento dei limiti planetari, che oggi hanno il terrore di perdere. Eccole quindi a spargere ovunque i germi dell’autoritarismo, scommettendo sul consenso imbelle degli occidentali.
Oggi questa bolla è scoppiata, la maschera del cosiddetto “capitalismo compassionevole” è caduta decretando la fine dell’era dei principi superiori e del “politicamente corretto”. Non ci sono più remore o schermi, le oligarchie mirano al dominio totale. L’orrore di Gaza è anche questo, un test di future pratiche criminali di ingegneria politica: chi è superfluo e d’intralcio per la dittatura del mercato deve semplicemente andarsene o sarà schiacciato nel silenzio di tutte e tutti. Questo è quello che dice la destra sionista all’unisono con il presidente pro-tempore degli Stati Uniti e con il coro muto dell’Europa, mentre annunciano la speculazione immobiliare fondata sugli scheletri di un massacro, travestita da accordo di pace. Questo è quello che dice il presidente pro-tempore degli Stati Uniti agli attoniti vertici militari, indicando loro gli oppositori politici e culturali come nemico interno a cui muovere guerra con ogni mezzo. Questo è quello che dice il Decreto ungherese che equipara l’antifascismo al terrorismo. Questo è quello che dice il Decreto Sicurezza italiano, arma di repressione di massa contro chi azzarda a opporsi.
In questo momento la Global Sumud Flottiglia ha già forzato il blocco illegale e sta per essere assaltata. I popoli e i giovani in lotta nel mondo ci indicano la strada. Una strada di scelte radicali e dal basso, l’opposto del falso riformismo di élite in cui ci siamo impantanati per decenni. Il momento del futuro è ora, costruirlo è compito di tutte e tutti.
(*) Alberto Poggio, ingegnere e ricercatore universitario. Per lavoro si occupa di valutazioni ambientali e pianificazione territoriale di impianti e infrastrutture industriali ed energetiche. È membro della Commissione Tecnica nominata dall’Unione Montana dei comuni della Valle di Susa per studiare l’evoluzione del progetto di Nuova Linea ferroviaria Torino-Lione.

