Il 7 Ottobre non è caduto dal cielo. È stato il culmine di decenni di espropriazione, assedio e Disumanizzazione sistematica.
Fonte: English version
Di Jamal Kanj – 6 ottobre 2025
Dopo la rivolta degli assediati contro i loro carcerieri del 7 Ottobre 2023, la Macchina dell’Hasbara Sionista si è mobilitata in tutto il mondo per imporre una falsa narrazione. Il suo obiettivo era chiaro: Cancellare la storia, distorcere la realtà e presentare Israele come la vittima eterna. Secondo questa inquadratura, Israele era un’entità pacifica colta di sorpresa da un attacco immotivato, apparentemente emerso dal nulla.
Il 7 Ottobre non è caduto dal cielo. È stato il culmine di decenni di espropriazione, assedio e Disumanizzazione sistematica. Molto prima dell’ottobre 2023, Gaza era descritta dagli osservatori internazionali come la più grande prigione a cielo aperto del mondo. Fu sottoposta a un blocco alimentare di fame per oltre 16 anni, ovvero 5.800 giorni. Molto prima, i suoi 2,3 milioni di abitanti, di cui 1,3 milioni sono rifugiati o loro discendenti, furono cacciati dalle loro case e dai loro villaggi nel 1948 durante la Nakba, una catastrofe creata dalle milizie terroristiche Sioniste che effettuarono una Pulizia Etnica dei palestinesi nativi per creare uno Stato per gli ebrei in fuga dall’odio europeo.
Per comprendere il 7 Ottobre, bisogna collocarlo nel continuum della sofferenza palestinese. Quel singolo giorno non fu un’aberrazione. Fu uno dei quasi 28.000 giorni dal 1948 di Odio Sionista e Oppressione israeliana. Ogni giorno portava con sé il peso dell’esilio, dell’assedio, dell’umiliazione, della povertà e della disperazione. Eppure l’Hasbara vuole cancellare quei decenni dalla memoria storica, 28.000 giorni di apolidia palestinese, e ridurre la storia a un singolo giorno slegato dal contesto. Il “primo 7 Ottobre” non è avvenuto nel 2023; è avvenuto nel 1948, quando le milizie terroristiche Sioniste, trasformate nell’attuale esercito israeliano, commisero Massacri, rasero al suolo villaggi ed espulsero in massa i palestinesi. Quell’atto fondamentale di Pulizia Etnica continua ancora oggi. I bombardamenti quotidiani, la fame, la negazione della Dignità Umana fondamentale alla popolazione di Gaza sono estensioni di quel peccato originale Sionista.
L’arma più potente dell’Hasbara è il controllo dei media, la riformulazione della narrazione e della memoria selettiva. Cerca di decontestualizzare la memoria e nascondere la violenza strutturale che ha reso inevitabile il 7 Ottobre. Ricordare i 28.000 giorni che lo hanno preceduto significa denunciare l’ingiustizia persistente al centro di questa cosiddetta guerra: un popolo Colonizzato e assediato che lotta per la sopravvivenza contro una Potenza Occupante che insiste sulla sua sottomissione permanente.
Sono passati due anni da quando Israele ha scatenato il suo Piano di Genocidio. Una strategia di distruzione sistematica, di case, ospedali, scuole, infrastrutture e della vita stessa. Gaza oggi non è una zona di guerra. È il cimitero di un popolo soffocato davanti agli occhi di un mondo che ha perso la sua Umanità.
Due anni, ventiquattro mesi, settecentotrenta giorni in più di quel singolo giorno del 7 Ottobre. In qualunque modo venga misurata, la vita dall’ottobre 2023 è stata un’eternità di sofferenza per la popolazione di Gaza. Una cronaca di un Genocidio trasmessa in diretta TV. La misura più fondamentale di questo Olocausto è la distruzione e l’impressionante perdita di vite umane. Gaza oggi è il luogo più spietatamente bombardato della storia: misurato in esplosivi per metro quadrato, Israele ha sganciato su Gaza quasi settanta volte più bombe di quante ne abbiano sganciate gli Alleati sulla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, e cento volte di più di quante ne abbiano sganciate gli Stati Uniti sul Vietnam del Nord durante l’Operazione Rombo di Tuono.
A settembre 2025, più di 66.000 persone sono state assassinate, tra cui almeno 19.424 bambini. Migliaia di altre risultano “scomparse”, sepolte anonimamente sotto le macerie delle loro case. Giovani vite sono state Cancellate; migliaia di storie sono finite prima ancora di iniziare. Il numero totale di feriti ha superato le 167.500 unità, lasciando un numero schiacciante di sopravvissuti con ferite che hanno cambiato la loro vita. Da quando Israele ha violato il cessate il fuoco nel solo marzo 2025, sono andate perdute 12.956 anime. Complessivamente, feriti e morti rappresentano oltre il 10% della popolazione di Gaza. Queste non sono vittime collaterali; sono le vittime designate di una deliberata Campagna di Cancellazione dell’esistenza palestinese.
Oltre a bombe e proiettili, un’altra arma insidiosa sta mietendo vittime: la Fame. Una Carestia Progettata dai Sionisti, dichiarata dall’Integrated Food Security Phase Classification (Classificazione Integrata delle Fasi di Sicurezza Alimentare – IPC) sostenuto dalle Nazioni Unite. Oltre 500.000 persone vivono in condizioni di Fase 5, il livello più alto, caratterizzato da “fame, indigenza e morte”. Almeno 440 persone sono morte di fame, tra cui 147 bambini, e centinaia di migliaia di altre sono rimaste senza cibo o acqua pulita. Il Comitato Internazionale di Soccorso (International Rescue Committee) riferisce che un bambino su tre è rimasto almeno 24 ore senza cibo.
Ognuno dei 625.000 studenti di Gaza è fuori dalla scuola da due anni. Più di 18.000 studenti e 972 insegnanti sono stati uccisi. Quasi il 92% delle scuole è danneggiato o distrutto, tutte le università sono in completa rovina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che oltre 2.300 operatori sanitari e umanitari sono stati uccisi e, dei 36 ospedali di Gaza, solo 14 funzionano parzialmente.
Per coprire i suoi Crimini, Israele ha chiuso Gaza ai media internazionali e ha preso di mira i giornalisti locali che lavoravano all’interno di Gaza. Secondo l’Università Brown, Israele ha ucciso più giornalisti a Gaza dall’ottobre 2023 che nella Guerra Civile Americana, nella Prima e Seconda Guerra Mondiale, nella Guerra di Corea, nella Guerra del Vietnam, nelle guerre nell’ex Jugoslavia e nella guerra post-11 settembre in Afghanistan, messe insieme. Israele ne ha uccisi 278 con poche o nessuna protesta da parte del “mondo libero” o della “stampa libera”. Rifiutandosi di affrontare la censura israeliana sui servizi da Gaza, tradiscono i principi stessi di verità e libertà che affermano di difendere.
Questa non è guerra; è un Genocidio premeditato, secondo la lettera della legge. La Convenzione ONU del 1948 per la prevenzione e la repressione del Crimine di Genocidio definisce il Genocidio come atti commessi con “l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. L’articolo 2 elenca cinque atti:
1. Uccidere membri del gruppo: 66.000 e il numero continua a salire.
2. Causare gravi danni fisici o mentali: migliaia di bambini amputati.
3. Infliggere deliberatamente condizioni di vita volte a provocare distruzione fisica: blocco degli aiuti alimentari, distruzione di terreni agricoli, distruzione del 92% delle case.
4. Imporre misure volte a impedire le nascite: prendere di mira le cliniche per la fertilità.
5. Trasferire forzatamente i bambini.
Israele ha commesso almeno i primi quattro Crimini, in modo indiscutibile, sistematico e pubblico. Le Uccisioni di Massa, la mutilazione di decine di migliaia di persone e la fame dei civili rientrano pienamente nei limiti della Convenzione.
L’Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio (IAGS) ha annunciato il 31 agosto 2025 che le azioni di Israele a Gaza rientrano nella definizione di Genocidio ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite. L’Articolo 3 della Convenzione estende la responsabilità non solo ai responsabili, ma anche ai Complici del Genocidio. Ciò significa Washington, Londra, Berlino e Parigi. In seguito all’incriminazione dei dirigenti israeliani da parte della Corte Penale Internazionale, qualsiasi Paese che finanzi e armi i Criminali di Guerra incriminati è responsabile ai sensi dell’Articolo 3 e potrebbe essere portato dinanzi alla Corte Penale Internazionale.
Nella sua ultima fase dell’Olocausto a Gaza, il 1° ottobre, il Ministro della Guerra Sionista Israel Katz ha autorizzato, o kosherizzato, l’attacco ai restanti 250.000 civili nella città, classificandoli tutti come “terroristi”. Civili privi di mezzi fisici o finanziari, o coloro che si sono rifiutati di lasciare le proprie case e di diventare rifugiati, sono le statistiche di una nuova Nakba creata da Israele.
Questo Genocidio non è solo di Israele; è il fallimento morale collettivo della cosiddetta civiltà occidentale. Abilitando Criminali di Guerra incriminati, fornendo loro gli strumenti per commettere Genocidi e protezione diplomatica, i governi occidentali hanno smascherato il sistema di valori selettivo che sostengono. Il loro ostentato silenzio, anche mentre un Ministro della Guerra etichetta 250.000 civili come “terroristi”, rivela che i “valori occidentali” non sono altro che una facciata cinica che maschera la loro ipocrisia e la loro gerarchia razziale.
Jamal Kanj è autore di “Children of Catastrophe: Journey from a Palestinian Refugee Camp to America” (Bambini della Catastrofe: Viaggio da un Campo Profughi Palestinese all’America) e di altri libri. Scrive frequentemente su questioni del mondo arabo per diverse testate nazionali e internazionali.
Traduzione a cura di: Beniamino Rocchetto
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