Torino 1 aprile, Rosario Citriniti – Invictapalestina – agg. 2 aprile
Qualche anno fa viaggiando in Calabria con uno di quei bus blu (chiamati in gergo Postali) della Compagnia Calabro Lucana, ad un certo punto è salito a bordo un giovane con i capelli gellati a forma di cresta dall’aspetto trasandato, si è avvicinato e mi ha salutato chiamandomi Palestina, una specie di soprannome. Io lo avevo visto qualche volta a Pentone, sempre schivo e apparentemente distratto. Sul bus si è seduto vicino, ha sentito una certa forma di simpatia e a differenza di un professore che nei giorni precedenti mi aveva quasi rimproverato di perdere tempo con i palestinesi anziché pensare alle miserie locali, Giuseppe non aveva per la Palestina nessuna avversione, forse perché anche lui come i palestinesi si sentiva tra gli ultimi di questa terra, questo fece da ponte e tra una curva e l’altra della statale 109 bis che ci portava a Pentone, con flash discontinui parlò di carcere, rotture di palle, emarginazione, saltando di palo in frasca come se qualcosa gli avesse confuso la giusta sequenza delle idee.
Arrivati a Pentone mi salutò e andò via velocemente, io chiesi informazioni per capire chi fosse di preciso, nei paesi calabresi è più facile identificare le persone con un soprannome e così mi dissero che era Giuseppe chiamato “Spedito”, un bravo ragazzo.
