27 ottobre 2015 – Di Ramzi Baroud- Middle East Monitor
Ramzy Baroud è un giornalista di fama internazionale, scrittore e fondatore di PalestineCronicle.com. Il suo ultimo libro è “Mio padre era un combattente per la libertà: la storia non raccontata di Gaza”
Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, è in partenza per Washington dove incasserà, oltre ai 3,1 miliardi di dollari già messi in bilancio dal governo statunitense, un ulteriore aiuto in armi di 1 miliardo di dollari, mentre il programma di aiuti ai palestinesi subirà un calo già annunciato pari a 80 milioni di dollari.
Haaretz – Gideon Levy Oct 17, 2015 – traduzione: Gianni Lixi
Ora, più che mai, fuori dal fuoco e dalla disperazione, dobbiamo iniziare a parlare l’ultima via d’uscita: uno Stato israeliano con parità di diritti tra ebrei e arabi.
Border police check Palestinian’s credit:AP
Questa è la prova inconfutabile che la soluzione di un solo stato non si dovrebbe nemmeno prendere in considerazione: spargimento di sangue, odio e paura attualmente inondano tutto il paese. I sostenitori della soluzione dei due Stati e soprattutto coloro che non cercano una soluzione, cioè quegli israeliani che vedevano la soluzione di uno stato come un tradimento e un’ eresia, ora proclamano vittoria. “Ecco, questo è come sarà lo stato binazionale” dicono. “Sarà una sanguinosa guerra civile senza fine.”
Gli stessi argomenti di intimidazione che sono stati utilizzati per anni contro la soluzione dei due Stati (i”confini di Auschwitz”) ora vengono utilizzati per opporsi alla soluzione di un unico stato. Ora, come allora, tutto viene giudicato alla luce della attuale sconfortante realtà, e nessuno pensa che un’altra realtà sia possibile. Leggi tutto “La Soluzione “Unico Stato” c’è già!”
Come studiosi delle università britanniche, siamo profondamente turbati dall’occupazione illegale israeliana della terra palestinese, delle intollerabili violazioni dei diritti umani che si infligge in tutti gli ambiti del popolo palestinese, e dalla sua apparente determinazione a opporsi a qualsiasi soluzione possibile.
Pertanto, rispondendo all’appello della società civile palestinese, dichiariamo che non:
accetteremo inviti a visitare istituzioni accademiche israeliane;
agiremo come arbitri in nessuno dei loro processi;
parteciperemo a conferenze finanziate, organizzate o sponsorizzate da loro, o comunque non collaboreremo con loro.
Un soldato israeliano blocca un ragazzo palestinese durante una protesta nel villaggio cisgiordano di Nabi Saleh nel mese di agosto. (Mohamad Torokman / Reuters)
Steven Levitsky è un professore presso la Harvard University. Glen Weyl è un professore assistente di economia e diritto presso l’Università di Chicago.
Siamo sempre stati sionisti. Esattamente come per altri ebrei progressisti, il nostro sostegno a Israele si fonda su due convinzioni: la prima che uno stato fosse necessario per proteggere il nostro popolo da un ulteriore disastro; la seconda che ogni stato ebraico dovesse essere democratico, abbracciando così quei diritti universali dell’uomo che i più hanno appreso a seguito della tragica lezione che è stata la Shoah. Le misure antidemocratiche prese affinché Israele sopravvivesse, come l’occupazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza e la negazione dei diritti fondamentali dei palestinesi che lì vivono, pensavamo sarebbero state temporanee.
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