La moschea di Al-Aqsa compatta e rafforza le iniziative di resistenza palestinese. Qui, tutti quanti, religiosi e non credenti, cristiani e musulmani, appartenenti a Fatah e ad Hamas, sono uniti.
“Il Monte del Tempio dovrebbe essere chiuso ai fedeli musulmani”, ha scritto un navigatore in internet chiamato Ronen, commentando un articolo di Nir Hasson di martedì scorso sugli scontri tra la polizia israeliana e giovani palestinesi nel luogo sacro dei musulmani.
Quasi ogni discussione su Gerusalemme, nei media israeliani, ruota rigorosamente intorno al lancio di pietre e all’estremismo islamico. Ma non è detta una sola parola circa l’occupazione.
Quale utilità hanno cose come passaporti, bandiere, ambasciate, francobolli, prefissi e domini Internet quando lo Stato stesso esiste solo sulla carta?
Sharif Nashashibi
Mercoledì 16 Settembre 2015 00:31 UTC
C’è poco dibattito sul fatto che il voto delle Nazioni Unite della scorsa settimana per issare la bandiera palestinese presso la propria sede e gli uffici, non è altro che simbolico – il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite lo ha descritto come tale. Tuttavia, ciò non rende la mossa insignificante.
Il voto dell’Assemblea Generale ha visualizzato tuttavia un altro dato, il livello di simpatia internazionale con la causa palestinese. Ci sono stati 119 voti a favore, 45 astensioni e solo otto contro, tra cui quattro piccoli Stati insulari (le Isole Marshall, Micronesia, Palau e Tuvalu), con una popolazione complessiva di circa 187.000.
Settembre 16, 2015 04:52 (AGGIORNATO: 17 Set, 2015 10:25.)
GAZA CITY (Ma’an) – Martedì due linee elettriche che forniscono energia elettrica alla Striscia di Gaza durante la notte sono state disconnesse alimentando ulteriormente la crisi energetica in corso nel enclave costiera assediata.
L’Autorità per l’energia di Gaza, ha detto che è saltata a causa di un problema tecnico la linea di alimentazione della rete elettrica israeliana che da Jabalia alimenta il nord di Gaza. L’autorità ha comunicato che è saltata anche un’altra linea elettrica che alimenta il centro della Striscia di Gaza, la linea 7.
Le due linee, insieme, forniscono circa 24 MW.
Per quattro giorni è mancata anche la linea di alimentazione principale che fornisce energia elettrica dall’ Egitto, per ulteriori 28 MegaWatt.
Fonti interne dell’autorità per l’energia di Gaza Mercoledì ha comunicato che la fornitura totale di energia copre attualmente solo il 30 per cento del fabbisogno minimo della popolazione. Anche a pieno regime, le reti elettriche egiziane e israeliane, insieme con l’unico centrale attiva a Gaza, non riescono a coprire il fabbisogno energetico del territorio.
La fornitura complessiva è solo 230 MW di energia elettrica, mentre gli studiosi del Gaza Pal-Think hanno stimato le esigenze minime di Gaza tra i 350 e 450 MW.
Da giorni la centrale elettrica di Gaza con difficoltà mantiene la sua fornitura sia a causa della penuria di carburante che per la mancanza di fondi. L’enclave costiera ha visto una serie di manifestazioni di protesta per la grande crisi energetica, con gli abitanti di Gaza che chiedono le dimissioni del governo del primo ministro dell’Autorità Palestinese Rami Hamdallah.
L’Autorità per l’energia di Gaza ha individuato tra le cause, le tasse imposte dalla petroleum authority della Autorità Palestinese.
L’incapacità di copertura di tali spese ha costretto la centrale elettrica ad oltre un mese di inattività dall’inizio di quest’anno, sono anni che non funziona a pieno regime. Tuttavia, il blocco paralizzante di Israele ha fortemente limitato le importazioni di combustibili nella enclave costiera.
Anche la guerra ha fatto la sua parte, e durante 50 giorni di offensiva israeliana contro Gaza la scorsa estate, la centrale è stata messa fuori uso dai bombardamenti.
All’inizio di questo mese, le Nazioni Unite hanno avvertito che che la Striscia di Gaza potrebbe diventare inabitabile per i residenti entro soli cinque anni, indicando la devastazione della guerra e quasi un decennio di blocco israeliano.
La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) nella sua relazione annuale ha scritto:
“Lo stato sociale, la situazione sanitaria e la sicurezza in un’area ad alta densità di popolazione e il sovraffollamento sono tra i fattori che possono rendere invivibile Gaza entro il 2020”.
Trad. Invictapalestina – Foto inserita nell’articolo da Invictapalestina
Ali Abunimah Co-fondatore di The Electronic Intifada – 16 settembre 2015
Negli ultimi tre giorni, i palestinesi sono stati attaccati ferocemente mentre cercavano, a mani nude, con bastoni e pietre, di scoraggiare e prevenire i ripetuti assalti violenti da parte delle forze di occupazione israeliane nella Spianata della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme.
La violenza è rappresentata da gruppi supportati da israele, che determinati a sostituire la Moschea con un tempio ebraico, stanno affermando la loro presenza sempre più aggressiva.
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