Ogni anno, l’ennesimo Rapporto Svimez presenta invariabilmente la situazione economica del Mezzogiorno che si fa sempre più grave ed insostenibile. Ed ogni anno, con puntualità svizzera, assistiamo alla rinascita, sui mass media, per un giorno della «questione meridionale». I gridi di allarme, gli S.o.s., persino le lettere al capo del governo di turno si sprecano.
Scusate, ma stando qui in Cisgiordania non si può non rimanere fuori da questo coro di commossa condanna e sgomento che tutti accomuna, nel nome del piccolo Ali, ucciso a Nablus. Anzi, se foste qui sareste nauseati dall’insistenza con cui i media italiani continuano a riproporre le immagini della casa di questo bambino data a fuoco dai coloni, semplicemente perchè dalla mattina alla sera vediamo centinaia di bambini come Ali minacciati dai soldati e aggrediti dai coloni.
Ma essi non fanno notizia.
Dopo il brutale omicidio del piccolo Ali, le forze militari israeliane hanno ucciso due ragazzi a Gaza e in Cisgiordania. Il mondo finge di non vedere che la violenza nei Territori non è civile e estemporanea, ma di Stato e radicata.
Roma, 1 agosto 2015, Nena News – Appiccare il fuoco a una casa, bruciare vivi un neonato — che è morto -, e sua madre e la sorellina — che lottano per la vita -, è orribile. Ma attenzione all’ipocrisia dominante, alle condanne verbali prive di contenuto. Il ministro dell’educazione israeliano Naftali Bennett condanna il crimine; è terrorismo, è inaccettabile. Il ministro dimentica che fra i saggi rabbini che creano e alimentano lo spirito del suo partito, c’è Dov Lior.
Gli artisti che credono veramente che le politiche di Israele sono inaccettabili sosterrebbero certamente un movimento di boicottaggio globale, non violento, come il BDS
Di Ofer NEIMAN / Yonatan Shapira – 2015/07/29 00:00
In una serie di relazioni pubbliche superficialmente mascherate, Caetano Veloso Lunedi a Tel Aviv così si è presentato:
“Penso che l’occupazione sia inaccettabile, ma io sono solo un cantante brasiliano ospite. Questo è uno dei problemi di Israele“.
Come cittadini israeliani, abbiamo visto più e più volte che l’occupazione israeliana e l’apartheid non sono un problema che gli israeliani sono disposti o in grado di risolvere da soli.
Purtroppo, questo “problema” ha anche raggiunto il porto brasiliano per molti anni: il Brasile è il quinto importatore di armi di Israele. I contratti firmati tra il governo brasiliano e israeliano raggiungono quasi 1 miliardo di dollari. Dai veicoli blindati provenienti da Israele destinati alla polizia per l’ occupazione delle baraccopoli alla formazione israeliana della polizia militare di Rio e Sao Paulo, questi sono soldi delle tasse dei cittadini brasiliani. Leggi tutto “La vergogna di Caetano e Gil in Israele”
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