Ramallah. “In questo momento è chiaro che ogni via politica per i Palestinesi è chiusa. Mentre il medioriente è in fiamme, per le scorribande dei terroristi dell’Isis, guardati a vista dall’Occidente, noi non siamo una priorità”.
I villaggi di Kocakoy nei distretti di Lice-Hani a Amed (Diyarbakir) e altri villaggi circostanti sono sottoposti a un pesante bombardamento da parte dell’esercito turco.Molti di questi villaggi stanno attualmente bruciando,con molti feriti e un numero sconosciuto di morti.Dopo il pesante bombardamento di luoghi civili,i soldati turchi sono entrati nel villaggio di Kocakoy.Hanno poi proceduto prendendo di mira le abitazioni sparando e bruciando le case con le famiglie ancora all’interno.Fonti locali hanno riferito che molte persone in queste case sono state uccise e seriamente ferite. Leggi tutto “Lo stato turco ricomincia a incendiare i villaggi curdi”
Children of Yarmouk and Khan Al Shieh camps organized a solidarity vigil with the Palestine children condemning the heinous crime which claimed the lives of the Palestinian baby Ali Dawabsheh.
a ‘Ali Dawabsheh, bruciato vivo a 18 mesi,
nella sua casa dai coloni israeliani, il 31 luglio 2015
Ibrahim Nasrallah
Quel bambino non dorme
(trad. Wasim Dahmash)
Una sveglia la mattina
Due… cinque
Quel bambino non dorme e non si sveglia
Campane di ambulanti per strada
Un macchina di corsa, sole
Radio, grida di gigli
Sospiro come lacrima in poesia d’amore
Uccelli chiacchierano sul tetto
La vicina guida la mattina alla rugiada
Gli abiti svolazzano all’aria
E sul ramo del suo cuore si posano le ali del cielo.
Quel bambino non dorme e non si sveglia.
L’estate attraversa polvere, alberi, colline
Si accorciano i giorni
I boschi si salutano per incontrarsi a valle l’anno dopo
Sparisce l’autunno come vento
Alla fine dei frutti ulula una lupa
E gira come tempesta
E morde le nuvole.
Di nuovo una primula nel campo
Il passo di primavera
L’estate si alza nell’aria tizzone ardente
Cala l’autunno e l’inverno
Quel bambino non dorme e non si sveglia
Disteso nel suo sogno, nella pelle molle
In quel rogo.
Il destino di Mohammed Allan, prigioniero in sciopero della fame, in pochi giorni è diventato un simbolo della lotta contro la detenzione amministrativa e continua ad esacerbare le tensioni tra israeliani e palestinesi.
A Jerusalem, des manifestants protestent contre la détention administrative de Mohammed Allan, dans le coma depuis le 14 août après deux mois de grève de la faim. Mahmoud Illean / AP
A proposito di EKIN WAN, combattente del PKK torturata, uccisa da agenti dello stato turco che poi ne hanno abbandonato il corpo nudo in una strada a Varto nella provincia di Muş le YDK scrivono in un comunicato:
“NON SIAMO SPAVENTATE:
PERCHE’ SAPPIAMO CHE QUESTO STATO E’ ASSASSINO.
LO SAPPIAMO DAI VILLAGGI CHE HA EVACUATO E DALLE DONNE IMPRIGIONATE CHE HA UCCISO.
PERCHE’ SAPPIAMO CHE QUESTO STATO E’ STUPRATORE, LO SAPPIAMO DAI SENI TORTURATI DELLE DONNE, DAI TENTATIVI DI FIACCARE ATTRAVERSO LO STUPRO LA LORO VOLONTA’, DALLE DONNE IMPRIGIONATE E TORTURATE IN CARCERE.
LO SAPPIAMO DALLE VOSTRE SPORCHE GUERRE INGIUSTE, CHE NON DEL NOSTRO CORPO CI FANNO VERGOGNARE MA SEMMAI DELLA NOSTRA UMANITA’.
LO SAPPIAMO DA SHENGAL E DA KPBANE
E’ CHIARO CHE QUESTA VOSTRA MISOGINIA NASCE DALLA PAURA CHE AVETE DELLE DONNE CHE LOTTANO SULLE BARRICATE, NELLE PRIGIONI E SUI MONTI.
NOI NON ABBIAMO PAURA DI VOI E NON CI VERGOGNIAMO DEL NOSTRO CORPO”
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