Titolo: | La storia dell'altro | |
Sottotitolo: | israeliani e palestinesi | |
A cura di: | Asher Salah e Barbara Bertoncin | |
Casa editrice: | Una Città | |
Genere: | Saggistica | |
Lingua: | Italiano | |
Adottabile: | Si | |
Disponibilità: | no | |
Formato: | cartaceo | |
Settore: | Palestina | |
[Rif. 206] Stampato anno: 2003 - Num. pagine: 144 - Costo: 12 Euro | ||
Il fatto essenziale e nuovo, assolutamente nuovo, è l’esistenza stessa di questo testo. Il discorso comune è per l’istante impossibile e lo resterà per molto tempo. Ciononostante, i professori che hanno redatto queste pagine l’hanno fatto nel rispetto reciproco dell’altro……Senza dubbio, da una parte e dall’altra si è talvolta nel mito. Se la colonizzazione come “ritorno” rientra nel campo del mito, che dire della definizione del “Muro occidentale”, detto Muro del pianto, come appartenente alla moschea Al Aqsa e atto a commemorare non il Tempio ma il volo del Profeta Maometto sulla giumenta Baraq? Non è neanche certo che il re Davide abbia conquistato Gerusalemme battendo un popolo arabo. E ad ogni modo che cosa servono, da ambo le parti, queste leggende? I due popoli sono stati traumatizzati, gli Israeliani dal ricordo del genocidio, i Palestinesi da quello dell’espulsione. Sarebbe puerile chiedere loro di scrivere la stessa storia. E’ già ammirevole che accettino di coesistere in due racconti paralleli. Auguro buon vento a questa magnifica impresa. Dalla prefazione di Pierre Vidal-Naquet Gli studenti che imparano la storia nelle scuole, in tempo di guerra e di ostilità, ne conoscono alla fine dei conti soltanto una versione – la loro, ovviamente ritenuta come quella che sta dalla parte del giusto. Spesso prevale nell’insegnamento la volontà di indottrinare e legittimare una sola delle parti in conflitto, mettendo in cattiva luce le posizioni dell’altra. Varie ricerche dimostrano che i libri di storia si concentrano generalmente sulle guerre, sui morti e sulla sofferenza umana, mentre i periodi di pace, di convivenza vengono di regola trascurati. Quello che da una parte è considerato l’eroe, dall’altra è visto come il criminale della storia. In una simile situazione, lo Stato forma gli insegnanti a diventare degli agenti culturali preparati solo a giustificare le ragioni dell’uno a scapito di quelle dell’altro…. Dall’introduzione di Dan Bar-On, Sami Adwan, Adnan Musallam, Eyal Naveh |